Christian De Sica sul padre Vittorio

Christian De Sica sul padre Vittorio

Christian De Sica sul padre Vittorio

Il figlio parla del papà e della sua adolescenza particolare

Christian De Sica sul padre Vittorio. Merry Christmas, 2001, Neri Parenti, Christian De Sica, Paula Vázquez
Una scena di Merry Christmas che ha come protagonisti Christian De Sica e Paula Vázquez
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Christian De Sica ha sempre fatto molte considerazioni sul padre Vittorio. Vittorio De Sica è stato uno dei più gradi attori e registi italiani, i suoi film parlano per lui. Christian è figlio di Vittorio De Sica e dell’attrice spagnola María Mercader e, con due genitori che hanno passato la vita a recitare, ha cominciato a muovere i primi passi al cinema negli anni Settanta. Christian De Sica ha raccontato più volte che suo padre Vittorio De Sica era una figura genitoriale piuttosto ingombrante. Non solo perché era un grandissimo del cinema e avrebbe poi dovuto misurarsi con lui nella futura carriera, ma anche per via della sua famiglia allargata.

Vittorio aveva due mogli, anche se solo un matrimonio era valido per la legge italiana, il primo, quello con Giuditta Rissone. Il secondo era invece quello con María Mercader, la madre di Christian. Aveva avuto di conseguenza tre figli da due donne diverse: Christian e il suo fratello maggiore Manuel erano figli di María Mercader, mentre Emi era la figlia di Giuditta Rissone. Vivere in una famiglia così allargata non era facile per nessuno. Immaginate cosa potevano provare le moglie ed i figli!

Vittorio De Sica nonostante avesse ottenuto il divorzio in Messico non rinunciò mai alla sua prima famiglia. Faceva per questo motivo doppi pranzi nelle feste, una cosa piuttosto stana e che guastava l’armonia di entrambe le famiglie. Sembra addirittura che la Vigilia di Natale e l’ultimo dell’anno regolasse l’orologio avanti di due ore in casa della Mercader per poter fare il brindisi di mezzanotte con tutte e due le famiglie. Surreale vero?

Christian De Sica sul padre Vittorio e le sue due famiglie

Christian De Sica parlando del padre Vittorio ha detto: “essere figlio di Vittorio De Sica mi ha aiutato tantissimo. Mi sono sempre vantato di avere un padre così. Era un grande artista, ma anche un uomo molto semplice: non parlava di quello che faceva, dello spettacolo, degli attori o delle persone che ha conosciuto”. Christian De Sica però ricorda ancora la prima telefonata con la sorellastra, che suo padre Vittorio aveva voluto rimandare il più possibile, temendo che i tre non potessero andare d’accordo.

Christian spiega: “ci chiama, dicendo: ‘Pronto sono tua sorella’. Quando papà seppe della telefonata, ci chiese preoccupato: ‘Che v’ha detto?’. Io gli rispondo: ‘Che è nostra sorella! E tu papà ce lo potevi dire prima, no?’”. Christian De Sica ha parlato del padre Vittorio intervistato nel 2021 da Pino Strabioli: “era del 1901 e mi ha avuto a cinquant’anni. L’ho conosciuto che aveva già i capelli bianchi”. Poi Christian De Sica parla dei pregi e dei difetti del padre e racconta che Vittorio aveva una vera e propria ossessione per il cinema.

Lui e suo fratello giocavano in modo particolare con il padre, che proponeva loro di fare scenette per intrattenere gli ospiti. I testi che Christian De Sica ed il fratello dovevano recitare però non erano molto allegri e non adatti ad un bambino. Lui racconta: “peraltro ho avuto la grande fortuna che fosse anziano, mi ha fatto a cinquant’anni. Quando mio fratello e io eravamo piccoli non giocava con noi, non ci portava sulle giostre o al lunapark, semmai ci faceva recitare, a casa, in scenette davanti agli amici. Lui si era inventato di fare il regista a casa e giocava con me e mio fratello in questa maniera, facendoci fare gli attori. Organizzava degli spettacoli, il teatro lampo, nel salotto di casa”.

Christian De Sica ha fatto una serie di considerazioni sul padre Vittorio

Un anno prima Christian De Sica aveva parlato del padre Vittorio in una intervista al Corriere. Christian De Sica aveva raccontato quello che gli aveva il padre Vittorio la prima volta che doveva salire sul palcoscenico: “il primo consiglio da parte di papà quando stavo per esordire in palcoscenico a 18 anni.. Con tono rigoroso mi raccomandò: Christian, prima di entrare in scena, un’ombra di grigio sulle palpebre e basta!”.

Quando chiedono a Christian De Sica un confronto col padre lui dice: “mi vergognavo a fare l’attore, con un padre attore e grande regista, e una madre attrice. Mi sentivo un cane, non volevo fare brutte figure”. Per queste ragioni emigrò addirittura in Venezuela come racconta: “conoscevo lo spagnolo grazie a mamma e volevo provare a cimentarmi nelle prime esperienze artistiche lontano da casa per non dover subire ingombranti paragoni”. Poi tornò dal sud America e riprese gli studi perché suo padre voleva che si laureasse.

Vittorio voleva che il figlio si laureasse

Christian De Sica quando tornò dovette riprendere gli studi per accontentare i desideri di suo padre Vittorio. Vittorio De Sica non era per nulla convinto della decisone del figlio di diventare attore: Christian racconta: “quando gli avevo espresso il desiderio di fare l’attore, mi aveva risposto a brutto muso: ‘sei matto?’ Per accontentarlo, frequentavo le lezioni di giorno, però di sera di nascosto cominciavo a esibirmi in qualche locale. Ho dato solo 7 esami: due 30 e lode e cinque 30”.

Christian De Sica racconta che suo padre voleva che i figli studiassero ed era severo: “teneva molto alla nostra educazione: a tavola non si dicevano parolacce, ma non faceva sentire il suo peso di artista internazionale. Mi sono reso conto della sua importanza al funerale: una marea di gente al Verano che gli rese omaggio e alla fine un lungo applauso. Anche da morto faceva spettacolo”. Poi parla dell’eredità lasciata dal padre: “questo è un Paese che dimentica troppo facilmente e così ogni qualvolta si parla di mio padre sono felice. L’ho perso a 23 anni e devo dire che mi manca tanto”.

Lui deve molto a Vittorio: “cosa mi è rimasto più addosso di mio padre? La consapevolezza che questo mestiere non si improvvisa. Bisogna studiare e tanto, soprattutto per le opere popolari, comiche. Lo diceva sempre: Ladri di biciclette si può fare con la mano sinistra, la comicità invece è una cosa seria. E poi, mi ha insegnato a non alzare mai la testa: per questo ogni giorno mi affaccio alla finestra e dico grazie perché sono riuscito a fare questo mestiere”.

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Luca Miglietta

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Pubblicato da Luca Miglietta

Luca Miglietta, classe 1988, nato a Torino, appassionato di cinema e di tutto il mondo che lo circonda. Cresciuto fin da piccolo con la passione per il grande schermo guardando saghe come Ritorno al Futuro, Star Wars ed Indiana Jones. Difficile dire quale sia il mio film preferito in assoluto, perché generalmente non mi affeziono a un singolo film a parte quelli sopracitati che sono legati alla mia infanzia. Se dovessi però dirne qualcuno penserei a: Blade Runner, Terminator o Apocalypse Now. Non amo solamente il cinema, ma anche la letteratura e la fotografia.