Daniel Day-Lewis faceva il calzolaio a Firenze

Daniel Day-Lewis faceva il calzolaio a Firenze

Daniel Day-Lewis faceva il calzolaio a Firenze

Un attore che spesso ha amato allontanarsi dai riflettori e prendersi delle pause dalla recitazione

Daniel Day-Lewis faceva il calzolaio a Firenze. Il petroliere, 2007, Paul Thomas Anderson, Daniel Day-Lewis
Una scena de Il petroliere, ce ha come protagonista Daniel Day-Lewis
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Sapevate che Daniel Day-Lewis faceva il calzolaio a Firenze? L’attore nel mondo hollywoodiano è molto conosciuto per il suo metodo di recitazione, che consiste nel sottoporsi ad una preparazione extra per i suoi ruoli. Per entrare nei suoi personaggi prova davvero cosa significa vivere come il personaggio che deve interpretare.

Daniel Day-Lewis per vestire i panni di Nathaniel “Occhio di Falco” ne L’ultimo dei Mohicani, uscito nel 1992, “ha trascorso un mese nei boschi della Carolina del Nord vivendo con esperti sulla vita e le abilità degli indiani d’America”, come hanno riportato diverse fonti tra cui il New York Times. Per interpretare Danny Flynn in The Boxer, si è allenato con il leggendario allenatore Barry McGuigan per un anno e mezzo prima delle riprese.

Barry McGuigan in una intervista al Telegraph ha poi così parlato delle abilità di Day-Lewis con la boxe:

Se elimini i primi dieci pesi medi in Gran Bretagna, Daniel sarebbe potuto entrare e combattere con gli altri ragazzi.

Non è sorprendente pensare che Daniel Day-Lewis faceva il calzolaio a Firenze

Ora che sapete della preparazione di dell’attore per L’ultimo dei Mohicani e The Boxer non reste sorpresi del fatto che Daniel Day-Lewis faceva il calzolaio a Firenze. L’attore dedica molta attenzione ai vari personaggi che interpreta. Per questo svolge lavori secondari che gli fanno capire meglio la parte che deve mettere in scena. Ama quindi cimentarsi nei mestieri più disparati.

La scrupolosità dell’attore nel calarsi nei suoi ruoli non si può mettere certamente in discussione, Nella sua carriera Daniel Day-Lewis ha vestito i panni di moltissimi personaggi indimenticabili pensate a quello di William “Bill il Macellaio” Cutting in Gangs of New York o a quello di Daniel Plainview ne Il petroliere. Grazie a quest’ultima interpretazione Daniel Day-Lewis ha vinto l’Oscar come miglior attore protagonista e il Golden Globe come miglior attore in un film drammatico.

L’esperienza a Firenze

Daniel Day-Lewis faceva il calzolaio a Firenze questa però volta non per calarsi in una parte. L’attore tre volte premio Oscar nel 1999 si trovava nel capoluogo toscano in vacanza, ospite di due sue amiche pianiste. Un giorno andò a farsi fare un paio di scarpe su misura nella rinomata bottega di Stefano Bemer. Qualche giorno dopo i fan lo riconobbero mentre si trovava nei pressi della bottega e lui per evitare la calca si rifugiò all’interno del negozio.

Tornò spesso nella bottega e strinse così un rapporto confidenziale con gli artigiani calzolai. Decise allora di chiedere agli artigiani se poteva lavorare come loro apprendista. Loro gli dissero che potevano farlo, ma non avevano soldi per retribuirlo. Daniel Day-Lewis gli rispose che l’avrebbe fatto come apprendista volontario perché voleva “imparare un mestiere”.

Rimase nella bottega di Firenze per quasi un anno

Daniel Day-Lewis rimase nella bottega per dieci mesi non solo per imparare questo mestiere che lo affascinava, ma anche per sfuggire dallo star system che non aveva mai amato. A quei tempi era una star di tutto rispetto ed aveva già recitato in film famosi e campioni di incassi. Inoltre aveva già attenuto anche il suo primo Oscar nove anni prima, nel 1990, grazie alla pellicola Il mio piede sinistro, diretto da Jim Sheridan.

Insomma non solo aveva voglia di fare qualcosa di nuovo, ma aveva anche la necessità di ritrovare pace e una sorta di tranquillità lontano dai riflettori. Una costante che ritroveremo nella vita di Daniel Day-Lewis, un attore atipico a cui le luci della ribalta non appartengono. Questo vi fa capire perché Daniel Day-Lewis faceva il calzolaio a Firenze e rimase tutto questo tempo.

Daniel Day-Lewis fu un apprendista modello

In diverse interviste che si possono trovare sia su quotidiani locali che d’oltreoceano i Bemer raccontò che l’attore fu sempre puntuale sul posto di lavoro e preciso nelle varie preparazioni manuali. Daniel Day-Lewis ogni due settimane nel weekend chiedeva un permesso al lavoro per andare a trovare il figlio a Parigi. Usciva quindi un po’ prima il venerdì per poter prendere più comodamente l’aereo, ma si presentava poi sempre puntuale alle 8:55 del lunedì mattina successivo.

Arrivava alla bottega direttamente dall’aeroporto con ancora il trolley con sé. Daniel Day-Lewis era inoltre molto umile perché i primi giorni da apprendista volontario nella bottega insisteva per essere lui a spazzare per terra a fine giornata. L’attere infatti ribadiva tutte le volte di essere l’ultimo arrivato e di non voler ricevere un trattamento speciale per il fatto di essere famoso.

Sono l’ultimo arrivato, è giusto che lo faccia io.

Daniel Day-Lewis
Le scarpe per il figlio

Daniel Day-Lewis mentre faceva il calzolaio a Firenze confezionò anche un paio di scarpette per il figlio. L’attore dopo averle fatte disse con molto orgoglio:

Forse non le userà, ma potrà sempre dire: queste scarpe le ha fatte mio padre.

Daniel Day-Lewis

Daniel Day-Lewis inoltre durante quel periodo si rifiutava di aprire la grande quantità di posta che riceveva dal suo agente, Arrivavamo costantemente proposte per ruoli importanti, ma l’attore non se ne curava perché voleva allontanarsi per un po’ dalla recitazione. Martin Scorsese voleva assolutamente l’attore per il ruolo di William “Bill il Macellaio” Cutting nel suo nuovo progetto Gangs of New York .

Il regista non sapendo come contattalo si dovette recare personalmente nella bottega dove Daniel Day-Lewis faceva il calzolaio a Firenze, Dopo due lunghe mattinate di proposte e trattative Martin Scorsese riuscì a convincerlo a tornare sul set e recitare nel suo film al fianco di Leonardo DiCaprio e Cameron Diaz.

Il successo di Gangs of New York e le interviste in cui Daniel Day-Lewis ha parlato dell’esperienza di calzolaio

Gangs of New York ebbe un notevole successo al botteghino, ma pur ottenendo 10 nomination agli Oscar non ne vinse nemmeno uno. Insomma una sfortuna incredibile. C’era anche Daniel Day-Lewis tra i candidati all’ambita statuetta, ma quell’anno l’Oscar lo vinse Adrien Brody per avere interpretato Władysław Szpilman ne Il pianista, diretto Roman Polanski.

Daniel Day-Lewis ha raramente parlato di quando faceva il calzolaio a Firenze. Poche solo le fonti, ma in un’intervista a The Hartford Courant, ha confessato:

Non intendo dargli un’aria di mistero più grande di quella che ha. È tanto per il lavoro che faccio come attore quanto per qualsiasi altra cosa

Daniel Day-Lewis sull’esperienza da calzolaio

Un attore con tre Oscar all’attivo, ma che ha smesso di recitare

Nessuno può mettere in discussione il talento e la bravura di Daniel Day-Lewis, ma l’attore classe 1957 ha deciso di dire fine alla sua carriera di attore. Nel giugno del 2017 Daniel Day-Lewis ha annunciato il suo ritiro dal mondo del cinema. Quell’anno era tornato a recitare nel film Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson dopo 5 anni in cui aveva deciso di non prendere parte a nessuna pellicola.

Nel 2012 aveva recitato in Lincoln di Steven Spielberg, un film nel quale interpretava il presidente Abraham Lincoln, durante gli anni della Guerra di secessione americana. Per questo ruolo ha ricevuto il suo terzo Oscar come migliore attore protagonista e il suo secondo Golden Globe come miglior attore drammatico. Quattro sono invece i BAFTA ottenuti in carriera.

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Luca Miglietta

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Pubblicato da Luca Miglietta

Luca Miglietta, classe 1988, nato a Torino, appassionato di cinema e di tutto il mondo che lo circonda. Cresciuto fin da piccolo con la passione per il grande schermo guardando saghe come Ritorno al Futuro, Star Wars ed Indiana Jones. Difficile dire quale sia il mio film preferito in assoluto, perché generalmente non mi affeziono a un singolo film a parte quelli sopracitati che sono legati alla mia infanzia. Se dovessi però dirne qualcuno penserei a: Blade Runner, Terminator o Apocalypse Now. Non amo solamente il cinema, ma anche la letteratura e la fotografia.