Il favoloso mondo di Amélie frasi e citazioni

Il favoloso mondo di Amélie frasi e citazioni

Il favoloso mondo di Amélie frasi e citazioni

Un film del 2000, che ha come attori principali Audrey Tautou, Mathieu Kassovitz, Rufus, Yolande Moreau, Artus de Penguern e Jamel Debbouze

Il favoloso mondo di Amélie frasi e citazioni, 2001, Jean-Pierre Jeunet, Audrey Tautou, Amélie Poulain
Una scena di Il favoloso mondo di Amélie che ha come protagonista Audrey Tautou nel ruolo di Amélie Poulain – Il favoloso mondo di Amélie frasi e citazioni
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Il favoloso mondo di Amélie frasi e citazioni. Seguono ora alcune frasi e citazioni tratte dalla pellicola di Jean-Pierre Jeunet. Solo una breve introduzione a cui, nella seconda parte dell’articolo, seguiranno anche i dialoghi da non perdere. La seconda sezione è infatti più completa ed esaustiva.

Il favoloso mondo di Amélie frasi

1 Narratore nell’incipit del film – Il favoloso mondo di Amélie frasi

Il 3 settembre 1973, alle 18, 28 minuti e 32 secondi, una mosca della famiglia dei Calliphoridi, capace di 14.670 battiti d’ali al minuto, plana su rue Saint-Vincent, a Montmartre. Nello stesso momento, in un ristorante all’aperto a due passi dal Moulin de la Galette, il vento si insinua magicamente sotto una tovaglia facendo ballare i bicchieri senza che nessuno se ne accorga. In quell’istante, al quinto piano del 28 dell’Avenue Trudaine, IX Arrondissement, Eugène Koler, di ritorno dal funerale del suo migliore amico, Emile Maginot, ne cancella il nome dalla sua rubrica. Sempre nello stesso momento, uno spermatozoo con il cromosoma X del signor Raphaël Poulain, si stacca dal plotone per raggiungere un ovulo della signora Poulain, nata Amandine Fouet. Nove mesi più tardi, nasce Amélie Poulain. Il padre di Amélie, ex-medico militare, lavora presso la Stazione termale di Enghien-les-Bains. (Se volete leggere l’intero monologo lo trovate in questo articolo: Incipit di Il favoloso mondo di Amélie)

2 Narratore – Il favoloso mondo di Amélie frasi

Non ci sono uomini nella vita di Amélie. Ci ha provato un paio di volte, ma il risultato non è stato all’altezza delle sue aspettative. In compenso, coltiva un gusto particolare per i piccoli piaceri: tuffare la mano in un sacco di legumi; rompere la crosta della crème brûlé con la punta del cucchiaino; e far rimbalzare i sassi sul canale Saint-Martin. Lui è l’uomo di vetro. Per una malattia congenita, le ossa gli si rompono come fossero di cristallo. I suoi mobili sono ricoperti da imbottiture. Una semplice maniglia rischia di fratturargli i metacarpi. Sono vent’anni che evita di uscire di casa. Col tempo non è cambiato nulla. Amélie continua a rifugiarsi nella solitudine. Si diverte a porsi domande cretine sul mondo o sulla città che si stende davanti ai suoi occhi. Per esempio, quante coppie in questo preciso istante stanno per avere un orgasmo?

3 Narratore – Il favoloso mondo di Amélie frasi

Ed eccoci alla notte del 30 agosto 1997, quando si verifica l’avvenimento che sconvolgerà la vita di Amélie.

Solo il primo uomo penetrato all’interno della tomba di Tutankhamon potrebbe capire l’emozione di Amélie mentre apre la scatola di tesori che un bambino ha assicurato di nascondere una quarantina di anni fa. Il 31 agosto, alle 4 del mattino, a un tratto Amélie ha un’idea luminosa: Ritroverà dovunque sia il proprietario della scatola dei ricordi e gli restituirà il suo tesoro. Se la cosa lo colpisce, lei ha deciso: comincerà ad occuparsi della vita degli altri. Altrimenti, tanto peggio.

Questo ragazzo che armeggia sotto le fototessera si chiama Nino Quincampoix. Negli anni in cui Amélie non aveva contatti con gli altri bambini, il piccolo Nino li avrebbe volentieri evitati. Spesso, nello stesso momento, a nove chilometri di distanza, uno sognava una sorella, l’altra un fratello con cui passare tutto il tempo.

4 Narratore – Il favoloso mondo di Amélie frasi

Questa mattina, come tutti i martedì, Dominique Bretodeau è uscito a comprare un pollo ruspante. In genere lo fa al forno con le patate saltate. Dopo aver tagliato le cosce, il petto e le ali, il suo piacere più grande è scarnificare la carcassa ancora bollente con le dita, cominciando dal “boccone del prete”. Invece no, nient’affatto, oggi Bretodeau non comprerà il pollo. Non andrà oltre questa cabina telefonica. Questa qui. In un istante tutto gli riaffiora alla mente. La vittoria di Federico Bahamontes al giro di Francia del ’59. Le sottane della zia Josette. E soprattutto quella giornata tragica… la giornata tragica in cui vinse tutte le biglie dei compagni.

Un’ora più tardi, all’11 di Boulevard Saint-Martin, Amélie entra in un negozio di giochi, maschere e travestimenti. Nello stesso momento, al 108 di rue Lecourbe, un uomo esce di casa. Ventisei minuti più tardi, Amélie è alle fototessera della Gare de l’Est. Contemporaneamente, l’uomo dalle scarpe rosse parcheggia davanti all’ingresso laterale. Sono esattamente le undici e quaranta. In quel preciso momento della storia, Amélie è la sola a possedere la chiave dell’enigma dello sconosciuto delle fototessera.

5 Narratore – Il favoloso mondo di Amélie frasi

Amélie ha la sensazione improvvisa di essere in totale armonia con se stessa. In quell’istante tutto è perfetto. La mitezza del giorno, quel profumino nell’aria, il rumore tranquillo della città. Inspira profondamente e la vita le appare semplice e limpida. A un tratto, si sente sommersa da uno slancio d’amore, un desiderio di aiutare l’umanità intera.

Nino è in ritardo. Per Amélie ci sono due spiegazioni possibili. La prima: non ha trovato la foto. La seconda: non ha ancora avuto il tempo di ricomporla, perché tre banditi, multirecidivi, che assaltavano una banca, l’hanno preso in ostaggio. Seguiti da tutti i poliziotti della zona, sono riusciti a seminarli, ma lui ha provocato un incidente. Quando ha ripreso conoscenza, non ricordava nulla. Un camionista ex detenuto l’ha raccolto, e credendolo in fuga l’ha messo in un container in partenza per Istambul. Là, è finito tra avventurieri afgani, che gli hanno proposto di andare a rubare testate missilistiche sovietiche. Ma il camion è saltato su una mina alla frontiera col Tagikistan. unico superstite, è stato accolto in un villaggio di montagna, ed è diventato militante mujahiddin. Perciò, Amélie non vede perché deve stare in quello stato per uno scemo che mangia la minestra di cavolo per tutta la vita con uno stupido portavasi in testa.

6 Amélie Poulain (Audrey Tautou) – Il favoloso mondo di Amélie frasi

Mi piace molto voltarmi nel buio e osservare le facce degli altri spettatori. E poi mi piace cogliere quei particolari che nessuno noterà mai. Invece non mi piace, nei vecchi film americani, quando il guidatore non guarda la strada.

Buongiorno. Cerco Dominique Bredoteau. È per il censimento dell’Unione Europea.

Venga, l’aiuto io. Scendiamo. E via, si parte. Incrociamo la vedova del tamburo della banda. Da quando lui è morto, porta la giubba di suo marito. Attento… oplà! Toh, l’insegna della macelleria equina ha perso un orecchio.

Il signore che ride è il marito della fioraia. Ha delle rughette maliziose intorno agli occhi. Ah, dal pasticciere ci sono i lecca lecca Pierrot Gourmand. Sente che profumo?

C’è Marion che fa il gelato alle mandorle. Ora passiamo davanti alla salumeria. 79 il prosciutto con l’osso, 45 il guanciale salato. Ora il negozio dei formaggi… 12 e 90 il picadon de l’Ardeche. 23 e 50 il cabecu del Poitou. Dal macellaio c’è un bambino che guarda un cane che guarda i polli arrosto. Ecco siamo davanti al chiosco dei giornali. davanti alla fermata della metropolitana. Io la lascio qui. Arrivederci.

Lei non ha mai saputo stringere dei rapporti con gli altri. Quando era piccola, era sempre tutta sola.

7 Amélie Poulain (Audrey Tautou) – Il favoloso mondo di Amélie frasi

Apra gli occhi. Elemosina una briciola di attenzione da parte sua, e lei pensa a Gina. Poveretta! Quando vedo quello che si è ridotta a fare per attirare la sua attenzione… Bisogna veramente essere ciechi.

Buongiorno. Donna svizzera di 80 anni riceve una lettera speditale 30 anni fa. La missiva è stata scoperta da un gruppo di alpinisti sul Monte Bianco. Il sacco postale era caduto dalla stiva del “Malabar Princess”, un aereo precipitato alla fine degli anni Sessanta.

Senza di te, le emozioni di oggi sarebbero la pelle morta delle emozioni passate.

Piuttosto bene. Le cose stanno cambiando, e… e ho avuto due crisi cardiache, e ho dovuto abortire perché ho fumato crack mentre ero incinta. A parte questo, tutto bene.

So chi è lo sconosciuto delle foto, signor Quincampoix. È un fantasma. Nessuno lo può vedere, signor Quincampoix. Compare solo sulla superficie sensibile della pellicola fotografica. Quando una ragazza si siede sullo sgabello, lui si avvicina al suo orecchio e fa: “Uuuh!” carezzandole dolcemente la nuca. È allora che si fa scoprire, signor Quincampoix.

Buongiorno, signore, la chiamo per segnalarle che un vostro apparecchio ha un guasto. Eh… Beh, no, ma ho l’impressione che sia rimasto incastrato. Gare de l’Est, Sala dei passi perduti.

8 Telecronista – Il favoloso mondo di Amélie frasi

Signore e signori, buongiorno. La principessa del Galles, Lady D., è morta questa notte in un incidente automobilistico. Era in compagnia del suo fidanzato, il noto miliardario Dodi Al Fayed, anch’egli deceduto. Anche l’autista della macchina ha perso la vita. La guardia del corpo di Lady D. ha riportato gravissime ferite. Lady D. e Dodi Al Fayed erano arrivati ieri a Parigi. Usciti dal Ritz, albergo di proprietà del padre di Al Fayed, i due, su una Mercedes nera, sono stati inseguiti da un gruppo di paparazzi. L’incidente ha avuto luogo nel sottopasso dell’Alma. Ancora ignote le cause dell’incidente. Le uniche notizie finora filtrate attraverso il riserbo degli inquirenti sono che Al Fayed è deceduto sul colpo, mentre la Principessa quattro ore più tardi all’Ospedale della Pitie. Per ulteriori dettagli sulla tragedia ci colleghiamo adesso con Pascal Du Rupé.

9 In tv – Mediterraneo frasi

TV: La sera di una scintillante giornata di luglio, mentre sulle spiagge i bagnanti si divertono in un clima di ritrovata spensieratezza, e a Parigi i curiosi oppressi dal caldo ammirano i primi scoppi dei fuochi d’artificio tradizionali, Amélie Poulain, soprannominata anche “la madrina di tutti gli emarginati”, o “la Madonna degli indesiderati”, ha ceduto al peso dell’ennesima fatica. Sotto le finestre di una Parigi schiantata dal dolore, milioni di persone in lutto si stringono lungo il corteo funebre a testimonianza silenziosa del loro incommensurabile dolore di sentirsi ormai orfani. Strano il destino di questa giovane donna privata di se stessa, eppure tanto sensibile al fascino discreto dalle piccole cose della vita. Come Don Chisciotte, lei aveva deciso di combattere l’implacabile mulino di tutte le miserie umane. Una battaglia perduta in partenza che ha logorato prematuramente la sua vita. Ad appena 23 anni, Amélie Poulain, esangue, ha lasciato che la sua breve esistenza si immergesse nel vortice del malessere universale. È allora che l’ha assalita il rimorso lancinante d’aver lasciato morire suo padre senza avere mai tentato di restituire a quest’uomo asfissiato la ventata d’aria che era riuscita a instillare in tanti altri.

10 Altri personaggi – Mediterraneo frasi

Strana la vita! Quando uno è piccolo il tempo non passa mai. Poi, da un giorno all’altro, ti ritrovi a 50 anni. E l’infanzia, o quel che ne resta, è in una piccola scatola, che è pure arrugginita. Lei ha già dei figli, signorina? Io ho una figlia che avrà più o meno la sua età. Sono anni che ormai non ci parliamo. Sembra che abbia avuto un figlio. Un maschio. Si chiama Lucas. Beh, direi che sarebbe ora di andarli a trovare prima di finire in una scatoletta a mia volta. (Dominique)

Mia cara Mado, la tua assenza mi diventa sempre più insopportabile. Sono in esilio in un mondo disperatamente color kaki. Non dormo più, non mangio più. Ho commesso il peggiore errore della mia vita accettando questo corso che mi priverà della mia adorata moglie per cinque interminabili settimane. Penso sempre a te. Tuo Adrien. Ho rinunciato ai soldi della mia ultima commissione per attutire l’effetto delle mie dimissioni un po’… improvvise. A volte mi ritrovo a sognare che un giorno o l’altro verranno tempi migliori. Un giorno color arancio. Ti ricordi, cara Madeleine? Il tuo Adrien, che non ti ha mai amata tanto. Buone notizie, cara Mado. Tra non molto guadagnerò abbastanza bene per comperare una macchina. Potrò tornare a dormire a casa ogni giorno. Intanto spero che potrai raggiungermi, venerdì sera, così usciremo insieme. (Adrien)

Il favoloso mondo di Amélie, 2001, Jean-Pierre Jeunet, Audrey Tautou, Amélie Poulain, cucchiaio
Una scena di Il favoloso mondo di Amélie che ha come protagonista Audrey Tautou nel ruolo di Amélie Poulain – Il favoloso mondo di Amélie frasi e citazioni

I dialoghi – Il favoloso mondo di Amélie frasi e citazioni

Amelie: Ma perché non approfitti che sei in pensione?
Raphael Poulain: Per fare cosa?
Amelie: Per viaggiare. Non ti sei mai allontanato da qui.
Raphael Poulain: Bah… da giovani, io e tua madre… sì che avremmo viaggiato. Ma non potevamo. A causa del tuo cuore.
Amelie: Sì, lo so.

Dopo – Il favoloso mondo di Amélie frasi

Madeleine Wallace: Ah, la signorina del quinto piano! Qui non la vediamo molto spesso.
Amelie: Mi scusi tanto… Sa niente di un bambino che abitava nella mia casa negli anni ’50?
Madeleine Wallace: Ragazzino… Lo vuole un bicchierino di Porto?
Amelie: No, grazie.
Madeleine Wallace: Si sieda, venga, chiuda la porta. Sì, uff! Ragazzini! Ne ho conosciuti tanti di ragazzini. All’inizio sono bellini, ma poi… tirano palle di neve, castagne… Li conosco, i ragazzini.
Amelie: E… e lei da quanto tempo lavora qui?
Madeleine Wallace: Dal ’64.

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Madeleine Wallace: Si saranno già divertiti a dirle tutto.
Amelie: No, non capisco.
Madeleine Wallace: Oh, guarda! Che strano. Si sieda. Mio marito lavorava per le Assicurazioni Coccinelle. Alla gente piace raccontare che se la faceva con la segretaria. Bisogna dire che hanno battuto tutti gli alberghi di Batignolles, e nemmeno i più squallidi, anche perché la cocchina era una che allargava facilmente le gambe ma… su lenzuola di raso. Mio marito si è messo a fregare dalla cassa. All’inizio, poco, e poi cinquanta milioni in una volta. E via! Volati tutti e due nella Pampa. Beva. Eh, sì. Allora, il 20 gennaio 1970 qualcuno ha suonato alla porta. Bene: “Signora, suo marito è morto. incidente di macchina. Nell’America del Sud”. La mia vita si è fermata. E lui, Leone Nero, si è lasciato morire di tristezza. Ah, povera bestia! Lo vede con quanto amore continua a guardare il suo padrone? Un giorno le leggerò le sue lettere… No, no, resti, resti pure. È una cosa di cinque minuti. Ecco, qui era in caserma. “Cara Mado”… Sono io, mi chiamo Madeleine. “Non dormo più, non mangio più. Vivo con la certezza di aver lasciato la mia sola ragione di vita a Parigi. La ritroverò soltanto venerdì 15 vedendo comparire la mia bertuccia adorata sul marciapiede della stazione, nel suo vestito blu con le bretelle (quello che tu trovi troppo trasparente). Bacioni”. Ecco.

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Madeleine Wallace: Le hanno mai scritto delle lettere così, signorina?
Amelie: No. Non sono la bertuccia di nessuno.
Madeleine Wallace: Io mi chiamo Madeleine Wallace. Si dice “piangere come una Maddalena”, eh? Non si dice così?
Amelie: Sì.
Madeleine Wallace: E a Parigi ci sono le fontane Wallace. Questo significa che io ero predestinata alle lacrime, eh, eh. Ah, sì, per quella sua faccenda… vada a trovare il droghiere, Collignon. Sta da sempre in questo palazzo.

Dopo – Il favoloso mondo di Amélie frasi

Collignon: Ah, buongiorno, Amélie-melina! Allora, un fico e tre noccioline, come al solito, vero?
Amelie: Le volevo fare una domanda: quelli che abitavano a casa mia negli anni ’50, si ricorda come si chiamavano?
Collignon: Bah, signorina mia, questa è una domandona! Nel ’50 avevo due anni.

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Amelie: Ciao, papà. Ti sei fatto un nuovo amico.
Raphael Poulain: No, ce l’ho da parecchio. Siccome tua madre non lo sopportava, stava nel capanno degli attrezzi. Finito. Ora faranno la pace. Ecco fatto. Bello, no?
Amelie: Dimmi, papà, se ritrovassi una cosa dell’infanzia a cui tenevi come a un tesoro, cosa proveresti? Felicità, tristezza, nostalgia… cosa proveresti?
Raphael Poulain: Se parli del nano, non ce l’avevo da piccolo. Questo me l’hanno regalato i miei compagni quando sono andato in pensione.
Amelie: Ma no, io pensavo alle cose che uno conserva in segreto, come se avessero un grande valore.
Raphael Poulain: Dovrò riverniciarlo prima dell’autunno.
Amelie: Preparo del tè. Ne vuoi?

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Joseph: Mezzogiorno e quindici. Risata che evoca l’orgasmo. Motivo: piacere al maschio dominante.
Gina: Se continua a rompermi, non rispondo più di me.
Suzanne: Hai ragione. Perché insiste tanto? Ci sono dei bar ogni venti metri, nel quartiere.

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Raymond Dufayel: Lei ha bisogno di un bicchiere di vino caldo alla cannella. Venga. Venga! Ah!
Amelie: Sono cinque anni che abito qui, è la prima volta che la incontro.
Raymond Dufayel: Ah, ma… io non esco mai sul pianerottolo. Non ho voglia di incontrare chissà chi… Tutta gente che corre a
rintanarsi in casa. Si accomodi. Di là. Si accomodi. Lo sa, mi chiamano “l’uomo di vetro”, ma il mio vero nome è Raymond Dufayel.
Amelie: Amélie Poulain, sono cameriera…
Raymond Dufayel: … al “Deux Moulins”. Lo so.

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Amelie: Mi piace molto questo quadro!
Raymond Dufayel: È la “Colazione dei canottieri”, di Renoir. Ecco, ne faccio uno all’anno, da vent’anni. La cosa più dura sono gli sguardi. A volte ho l’impressione che cambino espressione apposta, ma non appena volto le spalle, eh?
Amelie: Qui sembrano piuttosto contenti della vita.
Raymond Dufayel: Ma loro possono. Quest’anno hanno avuto lepre ai funghi, e cialde con marmellata per i bambini. Vediamo cosa ne ho fatto… di quel pezzetto di carta. Ah, vedo che sta guardando la mia videocamera… alla finestra. È un regalo di mia cognata. L’ho messa là, così… non ho più bisogno di ricaricare le mie pendole. Ebbene, dopo tutti questi anni la sola persona che faccio ancora fatica a delineare è la ragazza con il bicchiere d’acqua. È al centro eppure ne è fuori.
Amelie: Forse è solo diversa dagli altri.
Raymond Dufayel: Eh? In cosa?
Amelie: Non saprei.
Raymond Dufayel: Quand’era piccola, lei non doveva giocare spesso con gli altri bambini. Forse non ci ha mai giocato. Tenga. Dominique Bretodeau, al 27 di rue Mouffetard. È per lei.

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Georgette: Mah, non so come sarà questo nuovo, ma… In ogni caso non sarà peggio di quello spostato là, con il suo registratore.
Amelie: Secondo me Joseph non è uno spostato. Soffre, tutto qui.
Georgette: Ma che cosa dici, Amélie? Sono due mesi che è finita tra di loro, e lui viene qui tutti i giorni. Gli piace soffrire.
Amelie: No! Non mi dica che non si è resa conto di niente.
Georgette: In che senso?
Amelie: Lui si siede sempre là, d’accordo?
Georgette: Beh, sì.
Amelie: Si sieda. Si sieda, Georgette. Allora, che cosa vede?
Georgette: Vedo la mia tabaccheria.
Amelie: Non manca niente?
Georgette: Beh, no.
Amelie: Faccia uno sforzo.
Georgette: Ma no, ma no. Tutto a posto. Non capisco.
Amelie: Bene, la lascio riflettere. Buonanotte, Georgette.

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Amelie: Guardi, eccolo di nuovo.
Raymond Dufayel: Oh, ma sì, è strano, eh?
Amelie: E qui…
Raymond Dufayel: Sempre lui. Gare de Lyon.
Amelie: E ancora qui. “5 marzo, Austerlitz”.
Raymond Dufayel: Sempre con la stessa espressione, eh? Così neutra.
Amelie: Dodici volte in tutto. Le ho contate. È un fatto strano. Perché farsi fotografie regolarmente ai quattro angoli della città… se poi sùbito dopo uno le butta via?
Raymond Dufayel: Soprattutto se sono in perfetto stato.
Amelie: Si direbbe una specie di rituale.
Raymond Dufayel: Forse è talmente ossessionato dalla paura di invecchiare, che questa è la sola cosa che lo rassicura.
Amelie: È un morto.
Raymond Dufayel: Un morto?
Amelie: Ma sì, un morto che ha paura di cadere nell’oblio. Perciò si serve delle foto tessere perché i vivi ricordino il suo volto. Un po’ come… come se faxasse la sua immagine dall’aldilà.
Raymond Dufayel: Un morto che avrebbe paura di cadere nell’oblio… Beh, loro, in ogni caso, ce l’hanno fatta. Sono morti da molto tempo ma non precipiteranno mai nell’oblio.

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Amelie: La ragazza col bicchiere d’acqua…
Raymond Dufayel: Sì?
Amelie: Se sta un po’ di lato, è forse perché sta pensando a qualcuno.
Raymond Dufayel: Ah, qualcuno del quadro?
Amelie: No. Piuttosto un ragazzo incontrato altrove. Ma… Lei ha l’impressione di essere un po’ simile a lui.
Raymond Dufayel: Ah, in altri termini, preferisce immaginare un… un rapporto con qualcuno che non c’è piuttosto che creare un legame con quelli che sono lì con lei.
Amelie: Magari è il contrario. Si fa in quattro per risolvere i pasticci della vita degli altri.
Raymond Dufayel: Sì, ma lei? Dei pasticci della sua vita chi è che se ne occupa?
Amelie: Ma… è meglio consacrarsi agli altri che a un nano da giardino.

Dopo – Il favoloso mondo di Amélie frasi

Raymond Dufayel: Un po’di vino caldo, con tanti bei biscotti. Eh, eh, eh.
Amelie: Grazie.
Raymond Dufayel: Devo essere stato un po’ duro con la ragazza con il bicchiere d’acqua. Su, mi racconti: quel ragazzo che lei ha incontrato l’altro giorno lo ha rivisto?
Amelie: No. Hanno interessi diversi loro due.
Raymond Dufayel: Lo sa? La fortuna è come il giro di Francia. Uno lo aspetta a lungo e poi passa in fretta. Quando arriva il momento, bisogna saltare la barriera, senza esitare.

Dopo – Il favoloso mondo di Amélie frasi

Eva: Buongiorno. Desidera qualcosa?
Amelie: Mi scusi tanto. Ho trovato quest’album per la strada e mi sono detta…
Eva: È incredibile! Nino ne sarà contentissimo. L’altro giorno aveva un’aria così triste che quasi quasi portavo un cero a Sant’Antonio.
Amelie: E Nino è qua?
Eva: Non c’è mai il mercoledì, lavora alla Giostra del Trono.
Amelie: Ah, bene. È da molto che fa questa collezione?
Eva: Oh, da quando lavora qui, da un anno. L’ho fatto assumere io. Prima collezionava impronte di passi nel cemento. Sì, faceva la guardia notturna. E poi passava le sue giornate a fotografare tutti i posti dove qualcuno camminava per sbaglio sul cemento fresco. Ah, vive in un mondo tutto suo. L’ho conosciuto che faceva Babbo Natale ai grandi magazzini. E poi altre cose, che so… Le risate, per esempio… quando sentiva ridere un po’ strano, si precipitava a registrare.
Amelie: Beh, per la sua fidanzata non dev’essere una cosa semplice.
Eva: Ah, ma non è stato mai capace di tenersene una! Tempi duri per i sognatori.

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Samanta: Insomma, Eva, quando arrivano questi caffè?
Eva: Beh, devo andare. Grazie per l’album.
Amelie: Ah, non fa niente, ho un po’ di tempo, glielo porto alla Giostra del Trono.
Eva: Come preferisce. Al trenino dei Carpazi. Nino Quincampoix, come la Via.

Dopo – Il favoloso mondo di Amélie frasi

Jacques Grosjean: Signora Wallace, in seguito al recente rinvenimento di un sacco postale smarrito per un incidente aereo il 12 ottobre 1969 sul Monte Bianco, le Poste hanno il piacere di farle pervenire la lettera qui allegata destinata a lei. Accolga, signora Wallace, tutte le nostre scuse per questo insolito ritardo. Jacques Grosjean, direttore dell’ufficio relazioni con il pubblico.
Adrien: Mia cara Mado, sono in esilio. Non dormo più, non mangio più. Penso sempre a te. Vivo nella certezza di aver commesso il peggior errore della mia vita. Ho rinunciato ai soldi e a quella donna. Se tutto va come previsto, tra non molto guadagnerò abbastanza bene per comperare una casa. E a volte mi ritrovo a sognare che un giorno o l’altro verranno tempi migliori. Presto. Che tu mi perdonerai e che potrai raggiungermi un giorno color arancio. Il tuo Adrien, che non ti ha mai amata tanto.

Dopo – Il favoloso mondo di Amélie frasi

Lucien: Sul giornale c’era scritto che presto avremo una nuova stella.
Raymond: Così adesso ti interessi alle stelle?
Lucien: Ho visto una trasmissione in televisione da mia madre. Per questo. Ma non so se è vero. Sono gli americani: prenderanno le ceneri dei ricchi che si faranno cremare, capisce? Poi le metteranno in un satellite e poi lo invieranno nello spazio. Brillerà per sempre, il satellite.

Dopo – Il favoloso mondo di Amélie frasi

Nino: Buongiorno.
Gina: Buongiorno. Che cosa le porto?
Nino: Un caffè, per piacere.
Gina: Sì. Un caffè. Ecco il suo caffè…
Nino: Grazie.
Amelie: Ormai ha capito. Poserà il cucchiaino. Poi raccoglierà con il dito i granelli di zucchero dal tavolo. Dopodichè si girerà, e a quel punto mi parlerà.
Nino: Mi scusi. È lei? Sì, è lei, questa.
Amelie: Eh, no! Gina, mi devi fare un favore. Non portare quel caffè. Gli devi dare questo biglietto.
Gina: Le tolgo la tazzina sporca. Ecco. Le porto un altro caffè?
Nino: Ah, no, grazie. Va bene così.
Gina: Come vuole.

Dopo – Il favoloso mondo di Amélie frasi

Madeleine: Ah, la bella signorina del quinto piano. Le devo raccontare una cosa. Lei crede ai miracoli?
Amelie: Oggi proprio no.
Madeleine: Ah… Rimarrà sorpresa. E se le dicessi che una spedizione di alpinisti sulla catena del Monte Bianco ha scoperto la prova irrefutabile che mio marito mi amava?

Dopo – Il favoloso mondo di Amélie frasi

Nino: Lucien, un pacchetto di lievito, per favore.
Lucien: Per la signorina Amélie, eh?
Nino: Sì.
Lucien: Prepara il suo famoso pasticcio di verze.
Nino: Eh.
Lucien: Collignon, scatta. Prendi il lievito!
Nino: Amélie? Amélie? Amélie?
Amelie: Tornerò.
Raymond Dufayel: Vada in camera da letto, signorina Poulain. Eccomi… Mia piccola Amélie, lei non ha le ossa di vetro. Lei può scontrarsi con la vita. Se lei si lascia scappare questa occasione, con il tempo, sarà il suo cuore che diventerà secco e fragile, come il mio scheletro. Perciò si lanci… accidenti a lei!
Nino: Io ti…
Raymond Dufayel: Ehi!

Il favoloso mondo di Amélie frasi e citazioni, 2001, Jean-Pierre Jeunet, Mathieu Kassovitz, Nino Quincampoix
Una scena di Il favoloso mondo di Amélie che ha come protagonista Mathieu Kassovitz nel ruolo di Nino Quincampoix – Il favoloso mondo di Amélie frasi e citazioni

Infine altre informazioni a proposito della pellicola presenti sul blog – Il favoloso mondo di Amélie frasi e citazioni

Colonna sonora film: non ancora presente

Curiosità sul film: n.p.

Monologo: Incipit di Il favoloso mondo di Amélie

Errori presenti nel film: non ancora presente

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Anche questa sezione del blog è in continuo aggiornamento, segnalate se vi sono degli errori. Vi ricordo che anche voi potete segnalare nei commenti le vostre citazioni preferite.

Luca Miglietta

Tazza – sponsorizzato

Pubblicato da Luca Miglietta

Luca Miglietta, classe 1988, nato a Torino, appassionato di cinema e di tutto il mondo che lo circonda. Cresciuto fin da piccolo con la passione per il grande schermo guardando saghe come Ritorno al Futuro, Star Wars ed Indiana Jones. Difficile dire quale sia il mio film preferito in assoluto, perché generalmente non mi affeziono a un singolo film a parte quelli sopracitati che sono legati alla mia infanzia. Se dovessi però dirne qualcuno penserei a: Blade Runner, Terminator o Apocalypse Now. Non amo solamente il cinema, ma anche la letteratura e la fotografia.