Mi sono stancato della vita
Lo dice il direttore d’orchestra italiano Riccardo Muti
Sei qui: Home »“Ottant’anni a breve e mi sono stancato della vita”, confessa il famoso direttore d’orchestra napoletano Riccardo Muti. Lui è conosciuto in tutto il mondo, ha infatti diretto dal 1973 al 1982 la Philharmonia Orchestra di Londra, poi dal 1980 al 1992 l’Orchestra di Filadelfia. E’ stato poi direttore principale dell’Orchestra al Teatro alla Scala di Milano dal 1986, fino al 2005. Ha sposato Cristina Mazzavillani, da cui ha avuto tre figli Domenico, Francesco e Chiara.
Riccardo Muti dopo aver esordito dicendo “mi sono stancato della vita”, spiega così il motivo del suo pensiero: “è un mondo in cui non mi riconosco più. E siccome non posso pretendere che il mondo si adatti a me, preferisco togliermi di mezzo, come nel Falstaff, ‘tutto declina’. Ho avuto la fortuna di crescere negli anni 50, di frequentare il liceo di Molfetta dove aveva studiato Salvemini, con professori non severi, severissimi”: Se avete la pazienza di leggere vi scrivo tutto il ragionamento di Muti e capire perchè dice: “mi sono stancato della vita”.
“Ottant’anni a breve e mi sono stancato della vita”
Ecco cosa dice Riccardo Muti.
Ottant’anni a breve e mi sono stancato della vita. È un mondo in cui non mi riconosco più. E siccome non posso pretendere che il mondo si adatti a me, preferisco togliermi di mezzo, come nel Falstaff, ‘tutto declina’. Ho avuto la fortuna di crescere negli anni 50, di frequentare il liceo di Molfetta dove aveva studiato Salvemini, con professori non severi, severissimi…
Rimpiango la serietà. Rimpiango lo spirito con cui Federico II fece scolpire sulla porta di Capua, sotto il busto di Pier delle Vigne e di Taddeo da Sessa, il motto: ‘Intrent securi qui quaerunt vivere puri’ (Entrino sicuri coloro che intendono vivere onestamente). Questa è la politica dell’immigrazione e dell’integrazione che servirebbe. Non so se dopo la morte davvero ci rivedremo in un mondo migliore… non lo so.
Muti: “mi sono stancato della vita”, continua..
Certo non nei Campi Elisi. Spero ci sia tanta luce… mi basta che non ci sia la metempsicosi. Non ho voglia di rinascere, tanto meno ragno o topo, ma neanche leone. Una vita è più che sufficiente. Ho avuto una formazione cattolica. Ho ammirato molto papa Ratzinger, anche come magnifico musicista. Non credo nei santini di Gesù biondo. Dentro di noi c’è un’energia cosmica che ci sopravvive, perché è divina. Ricordo la morte di mia madre Gilda: ebbi netta la sensazione che il suo corpo diventasse pesante come marmo, mentre si liberava un flusso, l’energia vitale.
Il lockdown l’ho passato a studiare, ma a parte lo studio, è stato orribile. La disumanizzazione si è fatta ancora più profonda. La mancanza di rapporti umani è terrificante. Entri al ristorante e vedi al tavolo cinque persone tutte chine sul loro smartphone… Io non lo posseggo e non lo voglio… La tv avrebbe dovuto approfittare del lockdown per fare trasmissioni educative. Invece, a parte qualche bel documentario, siamo stati invasi da virologi, da sedicenti ‘scienziati’. Per me scienziato era Guglielmo Marconi!…
Muti: “mi sono stancato della vita”, continua..
La banalità della tv e della Rete, questo divertimento superficiale, la mancanza di colloquio mi preoccupano molto per la formazione dei giovani. Non sono né di destra né di sinistra… Sono tra quelli che tentano di dare indicazioni utili… Io sono nato uomo libero e tale rimango. Sono cresciuto con dettami salveminiani, socialista non bolscevico. Non mi sono mai affiliato a una congrega…
C’è un eccesso di politicamente corretto anche nella musica… con il Metoo, Da Ponte e Mozart finirebbero in galera. Definiscono Bach, Beethoven, Schubert ‘musica colonialista’: ma come si fa? Schubert poi era una persona dolcissima. C’è un movimento secondo cui dovrebbe esserci un equilibrio tra uomini, donne, colori di pelle diversi, transgender, in modo che tutte le questioni sociali, etniche, genetiche siano rappresentate. Lo trovo molto strano.
Muti: “mi sono stancato della vita”, continua..
La scelta va fatta in base al valore e al talento. Senza discriminazioni, in un senso o nell’altro. Credo nei viaggi dell’amicizia e della pace. Non lavori per il successo, la quantità di applausi e articoli ma lo fai perché capisci che la tua professione è una missione… Non ho paura della morte… Mi dispiace lasciare gli affetti.
Da ragazzi andavamo la sera al cimitero a vedere i fuochi fatui. Ai miei funerali non voglio applausi. Sono cresciuto in un mondo in cui ai funerali c’era un silenzio terrificante… Quando sarà il mio turno, vorrei il silenzio assoluto. Se qualcuno applaude, giuro che torno a disturbarlo di notte, nei momenti più intimi.
Altre curiosità su Riccardo Muti
Mi sono stancato della vita spiega Riccardo Muti. Voi cosa ne pensate? Vi siete trovate nella stessa situazione? Effettivamente dire “mi sono stancato della vita” è un’affermazione molto forte! Dopo aver letto le parole “vedevo mio figlio come un fastidio”, potete dare un’occhiata anche a questi interessanti pezzi sull’attrice:
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Luca Miglietta
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