Monologo di Jack in Il nido dello storno

Monologo di Jack in Il nido dello storno

Monologo di Jack in Il nido dello storno

L’uomo distrutto dalla moglie della figlia si trova in una clinica psichiatrica

Monologo di Jack in Il nido dello storno, 2021, Theodore Melfi, Melissa McCarthy, uccello
Una scena di Il nido dello storno, che ha come protagonista Melissa McCarthy
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Avete mai sentito il triste monologo di Jack in Il nido dello storno? Si tratta di una pellicola diretta nel 2021 da Theodore Melfi. Ad interpretare Jack Maynard nella pellicola è Chris O’Dowd, mentre Melissa McCarthy veste i panni di Lilly Maynard. Kevin Kline è il dottor Larry Fine, Skyler Gisondo ha il ruolo di Dickie ed infine Kimberly Quinn è Regina. Potete vedere Il nido dello storno sulla piattaforma streaming di Netflix.

Per contestualizzare il monologo di Jack in Il nido dello storno vi parlo della trama. Nella prima scena del film Lilly Maynard e suo marito Jack stanno dipingendo una scena campestre sulla parete della stanza di Katie, la loro figlia appena nata. Sembra tutto felice e allegro, ma nella scena successiva capiamo che Katie è morta a causa della sindrome della morte improvvisa del lattante. I suoi genitori sono distrutti. Jack si trova in una clinica psichiatrica, a un’ora di macchina dalla casa che Lilly che però prova a affrontare la vita nonostante il lutto. Ora capite il motivo dello struggente monologo di Jack in Il nido dello storno.

Lilly continua a lavorare in un supermercato e va a trovare il marito una volta a settimana per gli incontri di gruppo e individuali. Come se non bastasse uno storno, un uccellino che ha il nido nell’albero davanti a casa di Lilly per difendere il suo territorio, aggredisce spesso la povera donna per difendere il suo territorio. Dopo avervi introdotto il film vi parlo del monologo di Jack in Il nido dello storno.

Lo struggente monologo di Jack in Il nido dello storno

Ecco il monologo di Jack in Il nido dello storno. Ve lo propongo interamente così potrete capire meglio il dramma dell’uomo. Certo leggerlo non fa lo stesso effetto che sentirlo nella pellicola, ma rende comunque l’idea di una persona profondamente depressa e disperata.

Sono depresso, per questo sono qui. La mia piccola se n’è andata. E poi ho tentato di farmi andare via da solo. Non fa ridere, ma è quello che ho provato a fare. E pensavo che fosse per via di Katie. Era il nome…è il nome di mia figlia, Katie. Ma, ad essere sincero con me stesso, sono entrato e uscito da questa condizione da quando avevo 20 anni. E non so come uscirne. Sono stato da psicologi, ho preso diversi farmaci. A volte funzionano, mi sento un pochino meglio. E poi, dopo un po’, smetto. Perché non mi serve quello schifo.

Perché posso sistemarla io la mia vita. Io mi arrendo subito. In un secondo. E mi arrendo anche con le persone che mi amano. Come mia moglie. Mia moglie non sa arrendersi. Non saprebbe come farlo. Lei va avanti, continua sempre a sperare e a credere e a muoversi come lei sa nel mondo, e io la odio per questo. E la amo da morire per questo, allo stesso tempo. Mi porta a non voler mollare, con lei. Non per lei. Non voglio mollare con lei. Sì, questa è la mia giornata. Una bella giornata.

Altre curiosità su Il nido dello storno

Non trovate davvero triste il monologo di Jack in Il nido dello storno? L’uomo è completamente distrutto dalla morte della figlia e non riesce a reagire a differenza della moglie. Lei si dimostra più forte e cerca di non pensare al dolore. Se siete curiosi trovate Il nido dello storno in streaming su Netflix. Dopo aver letto il monologo di Jack in Il nido dello storno, potete dare un’occhiata anche a questi interessanti pezzi sul doppiatore romano e il film:

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Luca Miglietta

Pubblicato da Luca Miglietta

Luca Miglietta, classe 1988, nato a Torino, appassionato di cinema e di tutto il mondo che lo circonda. Cresciuto fin da piccolo con la passione per il grande schermo guardando saghe come Ritorno al Futuro, Star Wars ed Indiana Jones. Difficile dire quale sia il mio film preferito in assoluto, perché generalmente non mi affeziono a un singolo film a parte quelli sopracitati che sono legati alla mia infanzia. Se dovessi però dirne qualcuno penserei a: Blade Runner, Terminator o Apocalypse Now. Non amo solamente il cinema, ma anche la letteratura e la fotografia.