Morto David Prowse, il Darth Vader di Star Wars

Morto David Prowse, il Darth Vader di Star Wars

Morto David Prowse, il Darth Vader di Star Wars, aveva 85 anni

L’annuncio questa domenica, il suo agente ha commentato: “Che la Forza sia sempre con lui”

Morto David Prowse, il Darth Vader di Star Wars
Una immagine di repertorio di David Prowse con gli abiti di scena
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E’ morto David Prowse, noto per aver interpretato Darth Vader nella trilogia originale di Star Wars. L’attore aveva compiuto 85 anni lo scorso primo luglio.
La morte dell’attore nato a Bristol è stata annunciata questa mattina su Twitter dalla sua agenzia.

David Prowse ha dato il suo corpo, ma non la voce a Darth Vader. E’ stato James Earl Jones infatti a doppiare il padre di Luke Skywalker nell’edizione originale della saga di Guerre Stellari.

“Che la Forza sia sempre con lui”, ha dichiarato il suo agente Thomas Bowington. David Prowse è morto dopo una breve malattia, come dice il suo agente “una perdita per milioni di fan in tutto il mondo”.

Morto David Prowse, nella sua carriera non solo Star Wars, ma anche film come Arancia meccanica

David Prowse era anche molto conosciuto nel Regno Unito per una campagna di sensibilizzazione stradale, che spiegava ai bambini come attraversare la strada e per la quale nel 2000 ha ricevuto l’Ordine dell’Impero Britannico.

Dopo aver recitato in Star Wars: Episodio VI – Il ritorno dello Jedi si è allontanato dal cinema, ma in precedenza aveva lavorato in parecchi film. Aveva recitato in “Arancia meccanica” di Stanley Kubrick e ha interpretato Frankenstein in “Frankenstein e il mostro dell’inferno” e in “Gli orrori di Frankenstein“. David Prowse ha recitato anche in “Carne cruda” (Blacksnake) di Russ Meyer.

Siete anche voi fan di Star Wars? Conoscevate questo attore? Dite la vostra opinione scrivendolo nei commenti sotto l’articolo.

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Luca Miglietta

Pubblicato da Luca Miglietta

Luca Miglietta, classe 1988, nato a Torino, appassionato di cinema e di tutto il mondo che lo circonda. Cresciuto fin da piccolo con la passione per il grande schermo guardando saghe come Ritorno al Futuro, Star Wars ed Indiana Jones. Difficile dire quale sia il mio film preferito in assoluto, perché generalmente non mi affeziono a un singolo film a parte quelli sopracitati che sono legati alla mia infanzia. Se dovessi però dirne qualcuno penserei a: Blade Runner, Terminator o Apocalypse Now. Non amo solamente il cinema, ma anche la letteratura e la fotografia.

7 Risposte a “Morto David Prowse, il Darth Vader di Star Wars”

  1. “Dart Fener”, perdio, “Dart Fener”!
    Quando morirà Michael Gambon scriverete che è morto l’attore che interpretava “Dumbledore”?

    1. In Italia negli ultimi anni si è recuperato il nome originale anche perché Fener non vuol dire assolutamente niente, non ha assonanza col gioco di parole originale e non significa nulla in Italiano. Ad onor del vero viene chiamato quasi sempre “Lord Fener”
      Fener tra l’altro è una traduzione usata anche in altri paesi, dove poi anche lì si è usato il nome originale. Parlando sempre di doppiaggio italiano si parla pure di “guerra dei quoti” che non ha assolutamente senso, trattandosi di “guerra dei cloni”
      anche i robottino è stato chiamato successivamente R2-D2 ripristinando il nome originale
      Albus Silente viene chiamato così anche nella versione italiana romanzo, non è una scelta cinematografica

  2. 1) L’Italia è il paese che da troppi anni lascia entrare più anglicismi inutili nella propria lingua quasi soffrisse di un complesso d’inferiorità, la situazione per le traduzioni dei titoli dei film e gli adattamenti dei dialoghi degli stessi è ancor più tragica. Ma vantiamocene pure di questo primato…
    2) In Italia nel 2005 ci fu un sondaggio rivolto ai fan per sapere se all’uscita de “La vendetta dei Sith” preferivano che il Signore Oscuro dei Sith venisse chiamato Fener o Vader, ha vinto il nome storico italiano. Ma come insegna il referendum sul nucleare, questi hanno una scadenza, così con l’avvento di Topolino, pardon, Michi Maus i localizzatori italiani hanno ben pensato di farne carta straccia e di calarsi spontaneamente le braghe. Anche qui, vantiamocene.
    3) In Francia, per dirne una, sono ancora fieri oggi nel 2020 di chiamare il Signore Oscuro dei Sith “Dark Vador”, non ci sono “vendepatria” che lo chiamano “Darth Vader” col la scusa che “non vuol dire assolutamente niente, non ha assonanza col gioco di parole originale e non significa nulla in francese” (che non sono comunque i motivi per cui in Italia si è agito diversamente). Quindi no, non hanno ripiegato come noi sul nome originale, fra l’parentesi non ci sono altri paesi in cui si chiama “Fener”, in Islanda lo chiamano in un altro modo ancora, non mi aspettavo di dover spiegare tutte queste cose a chi mi ha voluto rispondere con apparente dovizia di particolari. Certo che farmi vergognare di essere Italiano quando si parla di Francesi…
    4) “Vàder” è ridicolo per via dell’assonanza col “water”. “Véider” è ridicolo perché ha una pronuncia esotica che in Italia incute tutto meno che timore. Fener è stata una scelta di quando ancora si sapeva come fare adattamento nel cinema e non si aveva paura di farlo, l’effetto per un Italiano è decisamente più spaventoso che le 2 alternative sopra infatti.
    5) Lord Fener è il titolo con cui gli si rivolgono i sottoposti o l’Imperatore, in originale vale lo stesso ma col nome inglese.
    6) La guerra dei quoti è l’altro argomento preferito tirato in ballo dai detrattori… Peccato che viene pronunciato solo 2 volte dall’ologramma di Leila, un po’ poco per aggrapparcisi come pretesto per attaccare l’adattamento del 1° film ignorando tutto il resto. La scelta fa fatta perché la parola “clone” non era ancora arrivata in Italia nel ’77, e non c’era modo di sapere in che cosa consistesse questa guerra.
    7) R2-D2 e C-3PO è stata volontà di Lucas che in tutto il mondo venissero chiamati coi loro numeri di matricola originali all’uscita de “La minaccia fantasma”, mandando a ramengo la coerenza della saga in tutti quei paesi dov’erano stati cambiati. In Italia lo stesso direttore del doppiaggio che aveva proposto il sondaggio Fener/Vader aveva pensato di modificare la battuta finale coi droidi facendo dire non solo di cancellare la memoria a 3PO ma anche di cambiare i loro numeri di matricola così sarebbe stata salvata la coerenza, ma Lucas non ha voluto. C1-P8, l’assonanza con Gianni e Pinotto, un nome che mette simpatia e che non sembra un semplice numero di matricola, come R2 in originale richiama Artù, è stata la scelta più geniale nell’adattamento italiano, oggi a quanto pare bistrattata da chi di adattamento non conosce né capisce nulla, purtroppo…
    8) In praticamente tutti i romanzi e fumetti dell’Universo Espanso, Dart Fener viene chiamato così. Proprio come Silente nei romanzi di Harry Potter. Ma a parte lui e pochissimi altri, quasi tutti gli altri personaggi sono stati chiamati coi nomi originali nella nuova (assolutamente inutile e condannata dai fan italiani di HP) traduzione dei romanzi. Quando morirà Maggie Smith scriverete che è morta l’attrice della McGonagall?
    9) Che tristezza costatare, ancora, quanto noi Italiani siamo succubi dell’egemonia anglofona e più nello specifico americana, fin nel midollo, mentre altri paesi sono ancora fieri della propria identità e delle proprie scelte…

    1. che vengano utilizzati troppi anglicismi nella lingua comune è un altro discorso, siamo invasi di parole inglesi a volte usate nel significato corretto a volte no. Pensiamo a parole come buffering, All inclusive, Brand, Crowd Founding, Sequel, Stand-by, Trend, Wedding planner, Deadline, Dating, Engagement, tutte con una possibile traduzione in italiano. Aggiungiamoci anche il nuovo utilizzo comune di lockdown.
      Ma un conto è commettere un errore utilizzando questi anglicismi, un altro è mantenere i nomi originali in opere di intelletto perché poi le traduzioni diventano assurde, rendiamoci conto che “Eternal Sunshine of the Spotless Mind” è stato tradotto con “Se mi lasci ti cancello”. Troppe volte vengono stravolti i significati originali dei titoli.
      Io son favorevole in questo caso a mantenere i nomi originali, non è una colonizzazione culturale, mi preoccuperei di più degli utilizzi di parole inglesi nella lingua comune, cosa molto più grave
      Scrivere poi Dart Fener è una storpiatura dell’inglese non ha nulla di italiano, se volevamo chiamare il personaggio nella nostra lingua dovevamo farlo veramente non scimmiottando il nome originale

  3. 1) Mi fa piacere che sull’abuso di anglicismi la pensiamo allo stesso modo.
    2) Che cosa c’entra “Se mi lasci ti cancello”? Che cosa c’entra qui? Si stava parlando dell’adattamento dei nomi di personaggi di fantasia, non delle traduzioni dei titoli dei film. È chiaro che quella sia stata una scelta infelice (che comunque preferisco 100 volte rispetto a lasciare il titolo in inglese, sempre e comunque), ciò non cambia una virgola il discorso sull’adattamento.
    3) Lasciare in originale i nomi dei personaggi è diverso da rimettere in originale i nomi di personaggi ai tempi modificati. Se li si fosse lasciati in originale ai tempi, probabilmente non sarebbero piaciuti allo stesso modo al pubblico italiano ma non avremmo avuto problemi d’incoerenza dovuti all’imprevedibile progressiva sudditanza culturale esterofila dei discendenti di Dante e Manzoni. Ma visto che i nomi erano stati cambiati allora, e non a caso ma in base all’esperienze di adattamento di alcuni giganti di quei tempi come ora non ne nascono più, non ci costava nulla fare come la Francia e lasciarli com’erano stati sempre conosciuti (e come gli stessi fan della saga avevano scelto 15 anni fa). Poi a gusto uno può preferire Fener o Vader, quello è soggettivo.
    4) Ancora? In francese Vador non significa nulla. Neanche Vader in inglese se per questo. Sarebbe un’abbreviazione della parola “invader”, così come Sidious lo è della parola “insidious”. Fener si avvicina alla pronuncia del nome inglese ma trasposta in Italiano, se fosse stato pronunciato “Véider” sarebbe suonato ridicolo per un motivo e “Vàder” per un altro. Adattare ha un significato diverso da quello che traspare in entrambe le risposte che mi sono state date, l’adattamento è una cosa che in molti oggigiorno non capiscono né conoscono, come dimostra quello “scimmiottando il nome originale” che chiude l’ultima risposta… L’esempio delle traduzioni dei nomi dei libri di Harry Potter è un ottimo esempio moderno di come si adatta, così come la tabula rasa che è stata fatta anni dopo con la nuova traduzione è un ottimo esempio di quanto più si va avanti più chi in Italia lavora al trasporre qualcosa in Italiano è portato a calarsi le braghe spontaneamente invece di fare il lavoro per cui è pagato come faceva chi è venuto prima di lui. Che destino triste abbiamo in questo senso noi nuove generazioni rispetto a quelle che ci hanno preceduto…

    1. Hai scritto questo “la situazione per le traduzioni dei titoli dei film e gli adattamenti dei dialoghi degli stessi è ancor più tragica”,
      rispondevo solo riguardo a questo, citando un esempio in cui era meglio lasciare il titolo originale
      Vader in inglese è usato come gioco di parole con la parola “father”, ovvio che non significhi nulla, mica potevano chiamarlo “Dark Father”, sarebbe stato uno spoiler pazzesco.
      in italiano non si può rendere con fener, perché si poteva usare una parola più simile a padre, ovviamente non “pater” perché anche in questo caso avrebbe potuto rivelare troppo. qualcosa di simile insomma, oppure lasciarlo in lingua originale. Ho proprio scritto “scimmiottare” perché non c’è stato alcun tentativo di ricreare quanto fatti in originale
      molte traduzioni recenti sono pessime è vero, tanto che spesso mi capita di preferire l’audio originale, purtroppo però posso farlo solo quando son in inglese aiutandomi coi sottotitoli
      però bisognerebbe anche interrogarsi sul perché c’è stato questo peggioramento
      molte traduzioni odierne son meno performanti che in passato soprattutto perché spesso si fanno traduzioni a basso costo per risparmiare. Netflix spesso ridoppia pellicole affidandole a persone che prendono poco e non fanno traduzioni curate come qualche anno fa. Ho citato loro ma potrei citare anche altre compagnie sia chiaro
      In molti casi mi preoccupo più della tutela di questo settore, che di come si traduce perché spesso queste traduzioni sono frutto di condizioni di lavoro peggiori di quelle del passato. Un continua corsa al ribasso nei compensi, che porta a risultati scadenti, si cercano persone che basta che sappiano tradurre, pazienza che adattare non sia il loro forte

  4. 1) È vero, ci avevo buttato dentro anche un accenno ai titoli. Mi riferivo, per fare un esempio significativo, ai vari “The Dark World”, “The Winter Soldier” e simili della Marvel che in francese, spagnolo, portoghese ed altre lingue sono stati tradotti com’è naturale fare in un paese normale. Ma restiamo sugli adattamenti.
    2) Il gioco di parole con “father” è una leggenda metropolitana nata in seguito. Lucas “N-O-N” aveva in mente dall’inizio che Dart Fener fosse Anakin Skywalker, tanto che nella prima stesura della sceneggiatura de “L’impero colpisce ancora” Anakin sarebbe dovuto comparire a Luke come fantasma di Forza. Col senno di poi è stata una scelta geniale, ma è stata inserita a lavori in corso. Quindi tutto il discorso sull’idoneità dell’adattamento italiano di Fener basato sul fatto che doveva lasciar trasparire il concetto di “padre” cade nel vuoto. Resta quello di un nome che, nella cultura di arrivo, dovesse suscitare più timore che risate così come in quella di partenza.
    3) Sì, il concetto è che la qualità si paga ed oggigiorno si tende a fare tutto al minor costo possibile. Vette come ai tempi degli adattamenti cinematografici degli anni ’70-’80 si potrebbero ancora raggiungere se ci fosse la volontà, ma non c’è. Aggiungiamoci quel che ho detto io, che c’è una progressiva tendenza esterofila, di vergogna ad adattare nella propria lingua come si fa negli altri paesi, e nel dubbio pronunciare nomi e parole straniere al’inglese anche se li si è sempre pronunciati in un altro modo… E la frittata è fatta. Cannarsi, per dirne uno, tristemente noto nel mondo dell’animazione nipponica (ma non solo), è il prodotto finale di questo processo, il “buco nero” in cui degenerano le stelle, e leggere su Internet che esiste gente che difende lui ed il suo modo di lavorare fa veramente perdere ogni speranza…

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