Natalia Aspesi e gli anziani

Natalia Aspesi e gli anziani

Natalia Aspesi e gli anziani

Le parole della giornalista, scrittrice e critica cinematografica italiana

Natalia Aspesi
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Natalia Aspesi ha parlato più volte di anziani, invecchiando ha fatto una serie di riflessioni su questo tema. Natalia Aspesi parlando di anziani aveva parlato di una affermazione che fanno alcuni: “i vecchi hanno solo un diritto: quello di morire”. E aveva aggiunto: “potrei dire che chi l’ha detto è un cretino, ma invece dirò che è stato utile: ha rotto una ipocrisia, perché è vero che diamo fastidio. A parole ci vezzeggiano, ma poi ci mettono nelle RSA, prima di metterci nella tomba. L’ipocrisia sui vecchi è tremenda, se non ci salviamo da soli è l’inferno”.

Natalia Aspesi nel 2020 ha anche parlato di come si sentiva da novantunenne: “la gente è diventata troppo seria, io ho 91 anni ma ho la fortuna di essere molto ironica, così non mi accorgo della presenza della morte che mi osserva da vicino pronta a prendermi, e la mattina continuo ad alzarmi contenta”. Lei affronta con spirito e ironia la sua età. Un’altra volta ha detto che lei ha la fortuna di essere ancora economicamente indipendente: “ho la fortuna di aver sempre lavorato e risparmiato e di poter essere ancora indipendente”.

Aggiunge però davanti all’intervistatore: “i vecchi danno fastidio e la gente non accetta che possano ancora lavorare. Dieci anni fa, quando avevo appena passato gli 80, un giorno un giovane tassista che aveva sentito che parlavo di impegni di lavoro al telefono, alla fine della corsa mi chiese: ‘Ma lei ancora lavora? Ma non è tempo di smettere e riposarsi? Che cosa fa?’ Risposi: ‘Sa, sono una cuoca, continuo a cucinare’. A quel punto lui disse: ‘Ah, allora ok’. Se stai in cucina può andare bene, non disturbi troppo”.

La scrittrice Natalia Aspesi parla di anziani e terza età

Natalia Aspesi parla di cosa pensava degli anziani quando era giovane: “io, da giovane, i vecchi nemmeno li vedevo, non ho mai conosciuto i miei nonni e vivevo sempre tra i miei coetanei. Quando avevo 16 anni ricordo che i miei amici erano tutti innamorati di una ragazza bellissima che di anni ne aveva 26, io ero stupita e continuavo a chiedere: ma come fa a piacervi una così vecchia?”

Lei ama le cosa legate al passato: “quante cose ho visto, durante la guerra ho assistito al matrimonio di una mia amichetta che aveva 14 anni e che aveva avuto la dispensa dal vescovo per sposarsi con un ragazzo che partiva per il fronte. Mi piacciono tanto le storie del passato, le conservo con cura, ma senza alcun rimpianto”. Natalia Aspesi fa capire che essere anziani significa spesso aver una ricca storia da raccontare.

Natalia Aspesi ora vive alla giornata e si gode quello che accade di bello: “vivo alla giornata, la mia vita comincia la mattina quando mi sveglio e finisce quando vado a letto la sera, sperando sempre di morire nel sonno. Sai, io non sono vecchia, non sono un’ottantenne, io sono ultra-vecchia, penso spesso che potrei avere un figlio di più di settant’anni”. Natalia Aspesi dirà anche molto altro sugli anziani, lo scoprirete nelle prossime righe.

Natalia Aspesi critica giovani ed anziani

La scrittrice confessa: “porto sempre con me il bastone quando esco, mi aiuta a camminare ma serve anche molto, non tanto per difesa quanto per offesa, mi è utile con i giovanotti maleducati o con i vecchi che non sanno stare al mondo”. Poi racconta un episodio: “poche settimane fa, durante il mio piccolo giro intorno a casa, ho dato dei soldi a un ragazzino africano. Un signore mi ha vista e ad alta voce ha cominciato a criticarmi, dicendo che venivano dall’Africa per colpa di gente come me che li mantiene e li foraggia”.

Natalia Aspesi nonostante l’età si è fatta valere, come spiega: “gli sono andata incontro mentre continuava a criticarmi, ho alzato il bastone e gliel’ho messo sotto il mento e gli ho detto soltanto: ‘Non permetterti di dire un’altra parola, fascista’. Si è dileguato”. Poi dà un consiglio ai giovani: “a chi è giovane oggi vorrei dire: “Svegliatevi, informatevi, leggete libri, è una cosa che costa poco, puoi fare da solo e riempie di gioia”. Non è mai tempo perso!”.

Natalia Aspesi non sopporta come alcuni trattano gli anziani: “non tutti i vecchi sono sordi! Questa è un’altra cosa che mi fa impazzire, ti parlano e gridano o scandiscono le parole, come se fossi sorda o rincretinita. Ci trattano come i bambini e ogni frase finisce con il sorriso. Poi ci sono quelli che vogliono rassicurarti e con tono consolatorio ti dicono: ‘Dai, che vivrai fino a cent’anni’. Ma fatti gli affari tuoi, io non ho futuro ma ho un bellissimo passato, ho vissuto nell’Italia meravigliosa della ricostruzione e del boom economico e sono piena di memorie che mi tengono compagnia, non ho bisogno di compassione”.

Natalia Aspesi spiega che ad alcuni gli anziani danno proprio fastidio

Poi Natalia Aspesi afferma che ora gli anziani hanno una nuova dimensione rispetto a qualche anno fa: “che gli anziani non servissero a mandare avanti il Paese forse poteva essere vero un tempo ma se oggi guardo all’età di molti grandi industriali, architetti, professori, scienziati, spesso vedo settantenni e anche ottantenni”. Ed aggiunge: “l’ipocrisia sui vecchi è tremenda, se non ci salviamo da soli è l’inferno. Ogni giorno vedo ciò che accade intorno a me e come vengono considerate le persone della mia età”.

Natalia Aspesi, sempre parlando di anziani, dice: “che diamo fastidio perché costiamo, perché siamo una spesa medica e sociale, perché prendiamo le pensioni, perché occupiamo posti negli ospedali e case o abitiamo in quelle dei figli e magari abbiamo la colpa di continuare a fare un lavoro. Io ho una rubrica delle lettere sul Venerdì di Repubblica, a un certo punto qualcuno ha cominciato a scrivermi, una minoranza per carità, che era tempo che lasciassi posto ai giovani”.

Poi conclude dicendo: “nello stesso momento lo stesso pensiero è passato per la testa di colleghe più giovani. Io non mi considero inamovibile, se mi dicessero che le mie cose non interessano più, che sono rimbambita, non più capace di scrivere o fuori tempo allora farei subito un passo indietro, ma non per una questione anagrafica, non perché sono vecchia. Non è una colpa”.

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Luca Miglietta

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Pubblicato da Luca Miglietta

Luca Miglietta, classe 1988, nato a Torino, appassionato di cinema e di tutto il mondo che lo circonda. Cresciuto fin da piccolo con la passione per il grande schermo guardando saghe come Ritorno al Futuro, Star Wars ed Indiana Jones. Difficile dire quale sia il mio film preferito in assoluto, perché generalmente non mi affeziono a un singolo film a parte quelli sopracitati che sono legati alla mia infanzia. Se dovessi però dirne qualcuno penserei a: Blade Runner, Terminator o Apocalypse Now. Non amo solamente il cinema, ma anche la letteratura e la fotografia.