Pier Paolo Pasolini sulla resistenza
Cosa aveva detto il famoso regista, attore e sceneggiatore italiano
Sei qui: Home »Vi propongo un estratto di quello che diceva Pier Paolo Pasolini sulla resistenza. E’ perfetta la riflessione del grande regista, attore e sceneggiatore italiano perché oggi festeggiamo il 25 aprile, una data storica per noi italiani. Celebriamo la Liberazione dal nazifascismo e la vittoria dei partigiani. Ricordiamo il sacrificio di uomini e donne per la libertà e la pace del nostro paese. Una Resistenza al nazifascismo e all’invasore, che ha portato alla liberazione e alla conquista della democrazia.
Piero Calamandrei parlando della Resistenza diceva: “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”.
Ecco cosa diceva Pier Paolo Pasolini sulla resistenza
La Resistenza e il Movimento Studentesco sono le due uniche esperienze democratico-rivoluzionarie del popolo italiano. Intorno c’è silenzio e deserto: il qualunquismo, la degenerazione statalistica, le orrende tradizioni sabaude, borboniche, papaline.
La riflessione di Pier Paolo Pasolini sulla resistenza e sulla storia del nostro paese è molto interessante e profonda non trovate? Un pensatore mai banale e sempre attento a ciò che gli accadeva intorno.
La Resistenza e sua luce
Parlando di ciò che diceva Pier Paolo Pasolini sulla resistenza non posso non citarvi la sua poesia intitolata “La Resistenza e sua luce“. Un componimento pubblicato nella raccolta “La religione del mio tempo” nel 1961.
Così giunsi ai giorni della Resistenza
senza saperne nulla se non lo stile:
fu stile tutta luce, memorabile coscienza
di sole. Non poté mai sfiorire,
neanche per un istante, neanche quando
l’Europa tremò nella più morta vigilia.
Fuggimmo con le masserizie su un carro
da Casarsa a un villaggio perduto
tra rogge e viti: ed era pura luce.
Mio fratello partì, in un mattino muto
di marzo, su un treno, clandestino,
la pistola in un libro: ed era pura luce.
Visse a lungo sui monti, che albeggiavano
quasi paradisiaci nel tetro azzurrino
del piano friulano: ed era pura luce.
Nella soffitta del casolare mia madre
guardava sempre perdutamente quei monti,
già conscia del destino: ed era pura luce.
Coi pochi contadini intorno
vivevo una gloriosa vita di perseguitato
dagli atroci editti: ed era pura luce.
Venne il giorno della morte
e della libertà, il mondo martoriato
si riconobbe nuovo nella luce…
Quella luce era speranza di giustizia:
non sapevo quale: la Giustizia.
La luce è sempre uguale ad altra luce.
Poi variò: da luce diventò incerta alba,
un’alba che cresceva, si allargava
sopra i campi friulani, sulle rogge.
Illuminava i braccianti che lottavano.
Così l’alba nascente fu una luce
fuori dall’eternità dello stile.
Nella storia la giustizia fu coscienza
d’una umana divisione di ricchezza,
e la speranza ebbe nuova luce.
Un grande scrittore, regista attore e pensatore italiano
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Questo articolo parla della riflessione di Pier Paolo Pasolini sulla resistenza, trovate articoli simili nella sezione del blog non son solo film dedicata alle curiosità.
Luca Miglietta
La religione del mio tempo – sponsorizzato
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