Raffaella Carrà icona gay, come lo era diventata

Raffaella Carrà icona gay, come lo era diventata

Raffaella Carrà icona gay

La stessa conduttrice italiana non ha mai capito il motivo e ha sempre detto: “non ho fatto nulla”

Raffaella Carrà è un'icona gay. Il colonnello Von Ryan, 1965, Mark Robson, Raffaella Carrà, Gabriella
Una scena di Il colonnello Von Ryan che ha come protagonista Raffaella Carrà nel ruolo di Gabriella
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Raffaella Carrà è considerata un’importante icona gay e la sua musica viene spesso utilizzata durante i gay pride e le feste LGBT. Come mai? Raffaella Carrà è diventata un’icona gay senza però sapere il perché, come ha rivelato: “sono diventata icona gay mio malgrado, non ho fatto nulla”. In una intervista del 2017 al Corriere della sera del giugno 2017, Raffaella Carrà aveva parlato del perché era un’icona gay.

Ha spiegato che l’ha pure chiesto ad un amico omosessuale, che però non gli ha dato una riposta chiara. “L’ho chiesto a un amico gay, direttore di una rivista in lingua spagnola.. Lui mi ha guardato come se fossi una torta al cioccolato e ha risposto ‘Todo'”. Lei poi continua: “La verità è che morirò senza saperlo. Sulla tomba lascerò scritto: ‘Perché sono piaciuta tanto ai gay?’”. Raffaella Carrà durante la sua giovinezza ha frequentato spesso dei gay, come racconta nell’intervista. “Uscivo solo con i gay. Quando in sala faceva buio, loro non cercavano di tastarti”.

Raffaella Carrà spiega che lo faceva anche per evitare che cercassero di provarci con lei. Poi parla di suo padre: “Il babbo ogni tanto mi telefonava per chiedermi se ero ancora vergine, minacciando in caso contrario di togliermi da mia madre e dal centro sperimentale”. Poi Raffaella Carrà prosegue dicendo: “Ero così terrorizzata che fino ai 18 anni non mi sono lasciata toccare con un dito”.

Raffaella Carrà ha anche ricevuto il premio di “icona gay mondiale” al World Pride di Madrid nel 2017

Nell’intervista in cui Raffaella Carrà spiega perché è diventata un’icona gay, parla del rapporto che aveva con loro: “mi facevano così tenerezza che chiedevo alla mamma perché non me li lasciava portare tutti a vivere a casa nostra”. Raffaella Carrà poi parla dei adozioni gay: “credo che la natura delle cose arriverà a fiorire da sola”. Lei spiega che comunque nel corso degli anni sono stati fatti passi da gigante nel riconoscimento delle coppie dello stesso sesso: “Intanto si sono già fatti passi avanti. Due persone che si amano possono prestarsi assistenza”.

Raffaella Carrà affronta poi il tema molto sentito della adozioni per i single. “Vorrei sapere perché io, cresciuta da una mamma single, non ho potuto avere un figlio in quanto single! Lei dice anche che, pur di adottare un figlio, “ho persino pensato di farmi spagnola”. Come molti sostengono Raffaella Carrà è diventata un’icona gay perché ha sfidato l’Italia bigotta degli anni Sessanta e Settanta coi suoi spettacoli ed è stata soprattutto una donna libera e un’artista che non si faceva problemi.

La passione per lo spettacolo

Raffaella Carrà ha sempre avuto fin da piccola la passione per lo spettacolo come ha raccontato, “Da bambina il mio grande sogno era diventare una coreografa di balletti classici. Volevo dirigere altri da dietro le quinte e invece mi sono trovata davanti alle telecamere, e con sorpresa sono arrivati il successo, i viaggi, i concerti, i bagni di folla, i fiori e i riconoscimenti”. Raffaella Carrà durante la sua carriera ha sempre pensato positivo e fatto le cose con allegria. “La mia carriera è stata un continuo sorprendermi, e questo è il massimo: gioire di una piccola o di una grande cosa significa vivere”.

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Luca Miglietta

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Pubblicato da Luca Miglietta

Luca Miglietta, classe 1988, nato a Torino, appassionato di cinema e di tutto il mondo che lo circonda. Cresciuto fin da piccolo con la passione per il grande schermo guardando saghe come Ritorno al Futuro, Star Wars ed Indiana Jones. Difficile dire quale sia il mio film preferito in assoluto, perché generalmente non mi affeziono a un singolo film a parte quelli sopracitati che sono legati alla mia infanzia. Se dovessi però dirne qualcuno penserei a: Blade Runner, Terminator o Apocalypse Now. Non amo solamente il cinema, ma anche la letteratura e la fotografia.