Ridere piangendo, poesia citata in Watchmen

Ridere piangendo, poesia citata in Watchmen

Ridere piangendo, la poesia citata in

Una celebre poesia di Juan de Dios Peza liberamente citata in Watchmen

Ridere piangendo, poesia, Watchmen, Juan de Dios Peza
Una scena di Watchmen, che ha come protagonista Carla Gugino
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Ridere piangendo di Juan de Dios Peza è la poesia a cui pare si sia ispirato Alan Moore per scrivere il testo di una barzelletta raccontata da Rorschach nelle pagine del fumetto Watchmen e nell’omonimo film di Zack Snyder.

Ridere piangendo di Juan de Dios Peza:

Ammirando Garrick, attor d’Inghilterra,
la gente al applaudirlo gli dicea:
«Sei il più bello della terra
e il più felice…»
E il comico ridea.

I gran lord che di spleen si tormentavan
nelle loro più grevi e oscur nottate,
a veder il re degli attori se n’andavan,
per barattar lo spleen colle risate.

Una volta, da un gran medico,
un tal si presentò collo sguardo squallido:
«Soffro – gli disse – d’un mal tan terrifico
come questo volto mio così pallido.

«Nulla più m’incanta o mi sta attraendo;
non penso al buon nome né alla mia sorte,
in un eterno spleen, da vivo sto già morendo,
e la mia unica speranza sta nella morte».

«Viaggi e si distragga.»
«Ho viaggiato tanto!»
«Si dia alle letture.»
«Ho letto tanto!»
«Ami una donna.»
«Sì son amato!»
«Acquisti un titolo.»
«Già nobile son nato!»

«Sarà forse povero?»
«Ho fortuna.»
«Le gustassero le lusinghe
«Ne ascolto tante!»
«Qual è la sua famiglia?»
«Le mie tristezze.»
«Visita il camposanto?»
«Tanto… tanto…»

«La vostra vita nutre di pubblica ammirazione?»
«Sì, ma non mi faccio metter in soggezione;
sol pei morti ho vera affezione;
che i vivi son la mia tribolazione.»

«Il vostro mal mi causa tentennamento
– aggiunse il medico – ma senza paura
segua questo mio suggerimento:
ammirar Garrick sarà la sua cura.»

«Garrick?»
«Sì, Garrick… la più triste
e austera società lo cerca ansiosa;
chi lo vede si spancia in risate mai viste:
c’ha il dono d’una grazia artistica meravigliosa.»

«E farà ridere anche me?»
«Ah! Sì, ve lo giuro
egli, e nulla più, ma… perché ancor afflizione?»
«Così – dice il paziente – di certo non mi curo
Garrick son io!… Dottor, mi cambi prescrizione.»

Quanti ce ne sono che stanchi di vivere
morti di noia, malati di depressione,
come l’attor suicida gli altri fan ridere,
senza mai, pel suo stesso mal, trovar soluzione!

Ahi! Quante volte ridere è un piangere ancora!
Nessuno confidi dell’allegria nel riso,
perché negli esseri che il dolor divora,
l’anima soffre mentre ride il viso!

Se muore la fede, se fugge la calma,
se solo mestizia nel cammino è incontrata,
sale su al volto la tempesta dell’alma,
e scoppia in un lampo triste: la risata.

Il carneval del mondo inganna tanto,
che le nostre vite son brevi mascherate;
qui apprendiamo a rider col pianto,
e a piangere pure colle risate.

Juan de Diós Peza, Ridere piangendo (1852 -1911) Traduzione di Rodolfo de Matteis

Ridere piangendo, poesia, Watchmen, Juan de Dios Peza
Una scena di Watchmen, che ha come protagonisti Carla Gugino e Jeffrey Dean Morgan

Ridere piangendo di Juan de Dios Peza liberamente citata in Watchmen in lingua originale

Viendo a Garrik —actor de la Inglaterra—
el pueblo al aplaudirle le decía:
«Eres el mas gracioso de la tierra
y el más feliz…»
Y el cómico reía.

Víctimas del spleen, los altos lores,
en sus noches más negras y pesadas,
iban a ver al rey de los actores
y cambiaban su spleen en carcajadas.

Una vez, ante un médico famoso,
llegóse un hombre de mirar sombrío:
«Sufro —le dijo—, un mal tan espantoso
como esta palidez del rostro mío.

»Nada me causa encanto ni atractivo;
no me importan mi nombre ni mi suerte
en un eterno spleen muriendo vivo,
y es mi única ilusión, la de la muerte».

—Viajad y os distraeréis.
— ¡Tanto he viajado!
—Las lecturas buscad.
—¡Tanto he leído!
—Que os ame una mujer.
—¡Si soy amado!
—¡Un título adquirid!
—¡Noble he nacido!

—¿Pobre seréis quizá?
—Tengo riquezas
—¿De lisonjas gustáis?
—¡Tantas escucho!
—¿Que tenéis de familia?
—Mis tristezas
—¿Vais a los cementerios?
—Mucho… mucho…

—¿De vuestra vida actual, tenéis testigos?
—Sí, mas no dejo que me impongan yugos;
yo les llamo a los muertos mis amigos;
y les llamo a los vivos mis verdugos.

—Me deja —agrega el médico— perplejo
vuestro mal y no debo acobardaros;
Tomad hoy por receta este consejo:
sólo viendo a Garrik, podréis curaros.

—¿A Garrik?
—Sí, a Garrik… La más remisa
y austera sociedad le busca ansiosa;
todo aquél que lo ve, muere de risa:
tiene una gracia artística asombrosa.

—¿Y a mí, me hará reír?
—¡Ah!, sí, os lo juro,
él sí y nadie más que él; mas… ¿qué os inquieta?
—Así —dijo el enfermo— no me curo;
¡Yo soy Garrik!… Cambiadme la receta.

¡Cuántos hay que, cansados de la vida,
enfermos de pesar, muertos de tedio,
hacen reír como el actor suicida,
sin encontrar para su mal remedio!

¡Ay! ¡Cuántas veces al reír se llora!
¡Nadie en lo alegre de la risa fíe,
porque en los seres que el dolor devora,
el alma gime cuando el rostro ríe!

Si se muere la fe, si huye la calma,
si sólo abrojos nuestra planta pisa,
lanza a la faz la tempestad del alma,
un relámpago triste: la sonrisa.

El carnaval del mundo engaña tanto,
que las vidas son breves mascaradas;
aquí aprendemos a reír con llanto
y también a llorar con carcajadas.

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L.M.

Pubblicato da Luca Miglietta

Luca Miglietta, classe 1988, nato a Torino, appassionato di cinema e di tutto il mondo che lo circonda. Cresciuto fin da piccolo con la passione per il grande schermo guardando saghe come Ritorno al Futuro, Star Wars ed Indiana Jones. Difficile dire quale sia il mio film preferito in assoluto, perché generalmente non mi affeziono a un singolo film a parte quelli sopracitati che sono legati alla mia infanzia. Se dovessi però dirne qualcuno penserei a: Blade Runner, Terminator o Apocalypse Now. Non amo solamente il cinema, ma anche la letteratura e la fotografia.