Rosario Fiorello e l’infanzia
Le parole dello showman italiano
Sei qui: Home »Rosario Fiorello parla della sua l’infanzia: “il ricordo più bello della mia infanzia, avrò avuto cinque o sei anni, è la Befana della Guardia di Finanza, ci andavo mano nella mano con mio padre. Ogni anno il comandante della compagnia offriva regali ai figli dei finanzieri: era molto eccitante, non ci dormivo la notte, anche perché erano regali che, all’epoca, non ci saremmo potuto permettere”. Rosario Fiorello diceva che era un bel momento della sua infanzia: “era il momento più felice dell’anno, più di Natale”.
Poi prosegue dicendo: “che poi i regali erano sempre gli stessi: mi sono beccato per tre anni di fila la roulette, sarei dovuto diventare un giocatore d’azzardo e poi per altri due L’allegro chirurgo”. Rosario Fiorello racconta che la sua infanzia è stata allietata dalle canzoni del padre: “mio padre era l’artista di famiglia, era la nostra autoradio. Quando facevamo dei viaggi, e per viaggi s’intende Augusta-Letoianni, poco meno di 100 km, ma per noi era il Viaggio. Andavamo in vacanza nel paese natio di mio padre dove c’era la casetta della nonna e passavamo tutta l’estate là. Cantava tutte le canzoni di Modugno, deve aver influenzato Beppe”.
Rosario Fiorello poi aggiunge: “mia madre si chiama Rosaria come me: quando stavo per nascere ebbe una complicazione molto grave, i medici la davano per spacciata e io con lei. Miracolo, alla fine ci siamo salvati tutt’e due. Io mi sarei dovuto chiamare Raffaele, come mio nonno, a quel punto mio padre decise di chiamarmi come mia madre. Rosaria Galeano detta Sarina. Con mia mamma c’è un legame molto forte che scaturisce da questo evento”.
Rosario Fiorello parla della sua infanzia
Poi Rosario Fiorello racconta che la madre è stata fondamentale durante la sua infanzia: “Sarina, che ora ha 87 anni, è la dedizione in persona, ha sempre fatto il suo lavoro quotidiano di madre con grandissimo amore. Per lei mandare fuori i figli pettinati e puliti era un punto d’onore, quello che ci mancava a livello economico non doveva intaccare la nostra dignità. Se io arrivavo con le scarpe infangate lei non le puliva, le faceva diventare nuove”.
Rosario Fiorello e la madre spesso ricordano fatti dell’infanzia del comico: “ancora oggi, tutte le mattine, lei ora vive a Roma, ci prendiamo il caffè assieme, discutiamo di cose, le si è sviluppato un notevole senso dell’umorismo, forse inconsapevole”. Poi Spiega: “mamma è una grande cuoca, da piccola la sua pasta al forno era un evento”.
Il comico continua parlare della madre: “per esempio, io comincio ad avere piccoli problemi di memoria. Una mattina le dico ‘sai mamma comincio ad avere un problema, io non mi ricordo i nomi delle persone’. ‘Ma almeno i cognomi te li ricordi?’. Il tutto con tempi comici perfetti. E poi è una grande cuoca, fa bene le cose semplici, specialità siciliane. ‘Mamma mi fai due sarde a beccafico’, ma c’è da impazzire dalla bontà.
Rosario Fiorello racconta che la madre era un’ottima cuoca ha sempre mangiato bene durante infanzia
Rosario Fiorello racconta qual era il miglior giorno della settimana durante la sua l’infanzia: “da piccoli, l’evento era la pasta al forno domenicale. E poi pasta e fagioli, ma quello che noi figli amavamo di più era grattare il resto della pentola, il bruciacchiato che si attaccava sul fondo. C’è una cosa che mi è rimasta nel cuore: la prima volta che mio padre disse: ‘Hanno aperto una pizzeria’. Fino ad allora per noi la pizza era cosa che si faceva in campagna nelle teglie”.
Rosario Fiorello racconta la scoperta della pizza durante l’infanzia: “eravamo a Riposto, vicino a Catania, la pizzeria si chiamava ‘Gallo rosso’. Quando assaggiai per la prima volta la pizza dissi ‘da ora mangerò solo pizza’: ancora oggi è il mio piatto preferito: bianca, con la mozzarella e il prosciutto cotto, non patanegra”.
La perdita del padre
Rosario Fiorello durante e un festival di Sanremo aveva ricordato il padre, fondamentale durante l’infanzia: “il mare di Sanremo mi ricorda le lacrime versate per la morte di mio padre”. Poi prosegue: “il momento più triste della mia vita è stata la morte di mio padre, aveva solo 59 anni, io ora ne ho 62 pensavo di non farcela a superare i 59”. E’ avvenuto tutto improvvisamente: “stava ballando con mia madre, si è assentato un attimo: ‘Sarina ho dimenticato le sigarette in macchina, torno subito’, e l’hanno trovato morto seduto sul sedile. Io ero all’inizio della mia carriera, a Sanremo con Radio Deejay”.
Un momento terribile: “io chiamavo casa e non mi rispondeva nessuno. Poi ho fatto un giro di parenti e mi dissero che mio padre stava male, di tornare subito, in realtà era già morto. Sono corso nella notte a Pila, in Val d’Aosta, a prendere mio fratello che lavorava lì e insieme siamo tornati in Sicilia per i funerali. Mi dispiace che mio padre non abbia visto nulla di quello che ho fatto, allora ero agli inizi. Il mare di Sanremo mi ricorda sempre le lacrime che quella sera ho versato per mio padre di cui avevo ancora tanto bisogno. Ho pensato pure di smetterla, di non tornare più a Milano, di finirla lì”.
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Luca Miglietta