Sono anarchico e sono italiano

Sono anarchico e sono italiano

Sono anarchico e sono italiano

Il monologo di Gian Maria Volonté in Sacco e Vanzetti

Sono anarchico e sono italiano, Sacco e Vanzetti, 1971, Giuliano Montaldo, Gian Maria Volonté
Una scena di Sacco e Vanzetti che ha come protagonista Gian Maria Volonté
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“Sto soffrendo e pagando perché sono anarchico e perché sono italiano”. Gian Maria Volonté interpretando Bartolomeo Vanzetti, urla tutta la sua rabbia e frustrazione per essere stato condannato a morte da innocente. Il 23 agosto 1927 Sacco e Vanzetti, due italiani emigrati negli Stati Uniti, vennero ingiustamente giustiziati. In Sacco e Vanzetti, un film a loro dedicato, diretto nel 1971 da Giuliano Montaldo, Vanzetti nel suo monologo dice orgoglioso “sono anarchico e sono italiano”

Negli Stati Uniti d’America nel 1920, dopo un attentato dinamitardo attribuito al movimento anarchico e mai rivendicato, vengono rastrellati numerosi italiani. Sacco e Vanzetti sono trattenuti con l’accusa di rapina a mano armata ed omicidio. Durante il processo è chiaro che le autorità statunitensi vogliano condannarli a morte nonostante sia chiaro che sono innocenti.

Il Giudice Webster Thayer chiede: “Bartolomeo Vanzetti, avete qualcosa da dire prima che la condanna a morte sia resa esecutiva?” Vanzetti in un lungo monologo, interpretato magistralmente da Gian Maria Volonté afferma con veemenza: “sto soffrendo e pagando perché sono anarchico e perché sono italiano”.

Sto soffrendo e pagando perché sono anarchico e perché sono italiano

“Sono anarchico e sono italiano”, urla Vanzetti durante il processo ecco l’intero monologo:

Sì. Ho da dire che sono innocente. In tutta la mia vita non ho mai rubato, non ho mai ammazzato. Non ho mai versato sangue umano, io. Ho combattuto per eliminare il delitto, primo fra tutti, lo sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo. E se c’è una ragione per la quale sono qui è questa, e nessun’altra.

Una frase, una frase signor Katzmann, mi torna sempre alla mente: “Lei, signor Vanzetti, è venuto qui nel paese di Bengodi per arricchire”. Una frase che mi dà allegria. Io non ho mai pensato di arricchire. Non è questa la ragione per cui sto soffrendo e pagando. Sto soffrendo e pagando per una colpa che effettivamente ho commesso. Sto soffrendo e pagando perché sono anarchico…. e me sun anarchic! Perché sono italiano… e io sono italiano.

“Sono anarchico e sono italiano”, monologo continua..

Ma sono così convinto di essere nel giusto che se voi aveste il potere di ammazzarmi due volte, e io per due volte potessi rinascere, rivivrei per fare esattamente le stesse cose che ho fatto… Nicola Sacco… il mio compagno Nicola! Sì, può darsi che a parlare io vada meglio di lui. Ma quante volte, quante volte, guardandolo, pensando a lui, a quest’uomo che voi giudicate ladro e assassino, e che ammazzerete…

Quando le sue ossa, signor Thayer, non saranno che polvere, e i vostri nomi, le vostre istituzioni non saranno che il ricordo di un passato, maledetto, il suo nome, il nome di Nicola Sacco, sarà ancora vivo nel cuore della gente… Noi dobbiamo ringraziarli. Senza di loro noi saremmo morti come due poveri sfruttati… Un buon calzolaio, un bravo pescivendolo, e mai in tutta la nostra vita avremmo potuto sperare di fare tanto in favore della tolleranza, della giustizia, della comprensione fra gli uomini. Voi avete dato un senso alla vita di due poveri sfruttati!

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Luca Miglietta

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Pubblicato da Luca Miglietta

Luca Miglietta, classe 1988, nato a Torino, appassionato di cinema e di tutto il mondo che lo circonda. Cresciuto fin da piccolo con la passione per il grande schermo guardando saghe come Ritorno al Futuro, Star Wars ed Indiana Jones. Difficile dire quale sia il mio film preferito in assoluto, perché generalmente non mi affeziono a un singolo film a parte quelli sopracitati che sono legati alla mia infanzia. Se dovessi però dirne qualcuno penserei a: Blade Runner, Terminator o Apocalypse Now. Non amo solamente il cinema, ma anche la letteratura e la fotografia.