Virginia Raffaele e l’ironia

Virginia Raffaele e l’ironia

Virginia Raffaele e l’ironia

La comica spiega come fra ridere l’abbia aiutata nella vita

Virginia Raffaele e l'ironia
Virginia Raffaele
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Virginia Raffaele ha spiegato come l’ironia l’abbia aiutata nel corso della sua vita. L’attrice comica romana è un’artista poliedrica, simpatica e intelligente. Ha una comicità irresistibile, la guardi e non puoi non pensare alle sue imitazioni, che l’hanno resa famosa. Pensate a quelle di Ornella Vanoni, Patty Pravo, Belén Rodríguez e Sabrina Ferilli. Virginia Raffaele grazie anche alla propria ironia, ha saputo reagire costruttivamente ai problemi che ha dovuto affrontate dall’infanzia in poi.

L’imitatrice da piccola era particolare: “all’epoca della scuola ero strana, buffa, con ‘ste gambe lunghe, il corpo piccolo, l’apparecchio, gli occhiali. Mi sentivo un Gremlin”. Virginia Raffaele dice che l’ironia è stata fondamentale per lei: “ero la compagnona, la buffona, quella che stava simpatica a tutti. Riuscire a far ridere gli altri mi fa stare bene, e questo mi ha aiutato a superare anche i miei momenti difficili”. Insomma alleggerire ogni momento è sempre stato uno dei talenti di Virginia Raffaele.

Virginia Raffaele aggiunge: “non ho mai provato vergogna rispetto alle mie debolezze o fallimenti, anzi mi dà coraggio vedere qualcuno che parla dei propri, perché è una cosa normale. Impariamo a esibire le nostre cicatrici, sono una parte fondamentale della nostra identità”. Anche in questo caso l’artista romana si mostra forte di fronte di fronte alle avversità della vita. Proprio perché la vita è dure ha ragione Virginia Raffaele quando dice che bisogna puntare sull’ironia e l’allegria.

Virginia Raffaele e l’ironia, una costante fondamentale nella sua vita

Poi Virginia Raffaele spiega perché è importante aver ironia: “avere ironia significa riuscire a vivere con leggerezza. Che non è superficialità, ma la capacità di planare sulle cose dall’alto”. Virginia Raffaele tocca un punto fondamentale: l’ironia non significa essere superficiali, ma alleggerire le cose. Lei crede infine che la leggerezza sia sempre importante: “sono convinta che l’autoironia salverà il mondo, e io ho un superpotere importante: regalo al pubblico una risata”. Poi lei conclude: “e, lo confesso, suscitare negli altri emozioni positive, anche solo per il tempo di uno spettacolo, mi restituisce tanto, è una sensazione impareggiabile”.

Virginia Raffaele aveva esordito in un luogo particolare: “sono nata e cresciuta dentro un luna park, facevo i compiti sulla nave pirata, cenavo caricando i fucili, il primo bacio l’ho dato dietro il bruco mela. Poi il parco ha chiuso, le giostre sono scappate e adesso sono ovunque: le attrazioni sono io e siete voi”. Nel luna park i suoi genitori avevano due stand, quello del tiro al Cinzano con i fucili per colpire le bottiglie e quello dei pesci con le palline da lanciare nelle bocce d’acqua.

Lei racconta così il periodo al luna park in una intervista al Corriere: “mio papà stava allo stand dei pesciolini, mentre io e mia mamma a quello del tiro. Preferivo i fucili e odiavo i pesci perché stavano in una rotonda ottagonale, faceva sempre freddo per l’umidità della vasca e dovevi girare come una trottola, da un banco all’altro. Io facevo da spola tra pesci e fucili, e mio padre mi chiamava con i fischi”. Virginia Raffaele forse anche in un posto divertente come il luna park ha aumentato l’ironia.

Gli incontri

L’infanzia particolare di Virginia Raffaele nel luna park è stata una scuola per imparare a capire e relazionarsi con le persone. Lei era Bambina timida e ha preso alcune caratteristiche dai genitori. Aveva una mamma che era bravissima nell’imitare Ornella Vanoni e un papà che ha sempre avuto delle spiccate dopi comiche.

Virginia Raffaele è una persona piena di l’ironia e fin da giovane ha conosciuto grandi star dello spettacolo: “a 15 anni andai a vedere Anna Marchesini a teatro e alla fine mi sforzai di spingermi in camerino per farmi fare un autografo. Quando le dissi che mi chiamavo Virginia, rispose che anche sua figlia si chiamava così: ho pensato come una scema che fosse un segno del destino”.

Virginia Raffaele ha anche incontrato un altro gradissimo comico ed artista italiano a cui l’ironia non mancava: “di Gigi Proietti invece ero completamente innamorata, la sua risata la riconoscevo tra tutte. Quando mi bussò al camerino dopo uno spettacolo con Lillo e Greg mi misi a piangere dall’emozione. Poi ci siamo anche frequentati e gli chiesi se aveva ancora la Saab blu targata AL641Y, da piccola fuori dall’Olimpico mi dissero che quella era la sua macchina e io memorizzai la targa”.

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Luca Miglietta

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Pubblicato da Luca Miglietta

Luca Miglietta, classe 1988, nato a Torino, appassionato di cinema e di tutto il mondo che lo circonda. Cresciuto fin da piccolo con la passione per il grande schermo guardando saghe come Ritorno al Futuro, Star Wars ed Indiana Jones. Difficile dire quale sia il mio film preferito in assoluto, perché generalmente non mi affeziono a un singolo film a parte quelli sopracitati che sono legati alla mia infanzia. Se dovessi però dirne qualcuno penserei a: Blade Runner, Terminator o Apocalypse Now. Non amo solamente il cinema, ma anche la letteratura e la fotografia.