Monologo iniziale Io e Annie di Woody Allen

Monologo iniziale Io e Annie

E’ tratto da un film americano del 1977, scritto, diretto e interpretato da Woody Allen.

Monologo iniziale Io e Annie di Woody Allen, 1977, Woody Allen, Diane Keaton
Una scena di Io e Annie, che ha come protagonisti Woody Allen e Diane Keaton
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Monologo iniziale Io e Annie, in cui Woody Allen interpreta Alvy Singer. Alvy inizia in questo modo:

Vecchia storiella. Due vecchiette sono ricoverate nel solito pensionato per anziani e una di loro dice: “Ragazza mia, il mangiare qua dentro fa veramente pena”, e l’altra: “Sì, è uno schifo, ma poi che porzioni piccole!”. Be’, essenzialmente è così che io guardo alla vita: piena di solitudine, di miseria, di sofferenza, di infelicità e disgraziatamente dura troppo poco. E c’è un’altra battuta che è importante per me; è quella che di solito viene attribuita a Groucho Marx, ma credo dovuta in origine al genio di Freud, e che è in relazione con l’inconscio; ecco, dice così – parafrasandola – ehm… «Io non vorrei mai appartenere a nessun club che contasse tra i suoi membri uno come me». È la battuta chiave della mia vita di adulto in relazione alle mie relazioni con le donne.

Sapete, ultimamente i pensieri più strani attraversano la mia mente perché sono sui quaranta e penso di attraversare una crisi o che so, chi lo sa… Io, io… Non mi preoccupa invecchiare, non sono di quei tipi…  Lo so, quassù mi si apre una piazzetta, ma peggio di questo per ora non mi è successo, anzi credo che migliorerò invecchiando. Ecco, sapete, credo che sarò il… il tipo virilmente calvo, sapete, come dire, l’esatto contrario dell’argentato distinto, per esempio, ecco. E se no nessuno dei due. Divento uno di quelli che si perdono i filini di bava dalla bocca, vagano per i mercatini con la borsa della spesa sbraitando contro il socialismo. Annie e io abbiamo rotto e io ancora non riesco a farmene una ragione. Io… io continuo a studiare i cocci del nostro rapporto nella mia mente e a esaminare la mia vita cercando di capire da dove è partita la crepa, ecco… Un anno fa eravamo innamorati, sapete. È strano, non sono il tipo tetro, non sono il tipo deprimente. Io, io, io… io sono stato un bimbo ragionevolmente felice, credo. Sono cresciuto a Brooklyn durante la seconda guerra mondiale.

Alvy Singer

Monologo iniziale Io e Annie in lingua originale:

There’s an old joke: two elderly women are at a Catskill mountain resort and one of ‘em says, “Boy, the food at this place is really terrible.” The other one says, “Yeah, I know, and such small portions.” Well, that’s essentially how I feel about life. Full of loneliness and misery and suffering and unhappiness, and it’s all over much too quickly. The the other joke important joke for me is one that’s usually attributed to Groucho Marx, but I think it appears originally in Freud’s wit and its relation to the unconscious. And it goes like this, I’m paraphrasing: Um, I would never wanna belong to any club that would have someone like me for a member. That’s the key joke of my adult life in terms of my relationships with women. You know, lately, the strangest things have been going through my mind, ‘cause I turned 40, and I guess I’m going through a life crisis or something, I dunno, and I’m not worried about aging, I’m not one of those characters, you know I, well I’m balding slightly on top, that’s about the worst you can say about me. I um I think I’m gonna get better as I get older.

You know, I think I’m gonna be the balding virile type, you know, as opposed to say, the um distinguished gray, for instance, you know, unless I’m neither of those two. Unless I’m one of those guys with saliva dribbling out of his mouth who wanders into a cafeteria with a shopping bag screaming about socialism. Annie and I broke up, and I still can’t get my mind around that, you know, I keep sifting the pieces of the relationship through my mind and and examining my life and trying to figure out where did the screw up come, you know, and mm a year ago, we were in love, you know, and and and I just, and it’s funny, I’m not a I’m not a morose type. I’m not a depressive character, you know, I was a reasonably happy kid, I guess, I was brought up in Brooklyn during World War II.

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Luca Miglietta