L’invadenza – Monologo di Gioele Dix

L’invadenza – Monologo di Gioele Dix

L’invadenza

Un interessante monologo di Gioele Dix

L'invadenza - Monologo di Gioele Dix
Gioele Dix
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“Se c’è una cosa che non sopporto è l’invadenza, di ogni tipo; coi cellulari ad esempio, l’invadenza è diventata un problema serio, soprattutto se hai a che fare con quelli che hanno la specialità di chiamarti sempre nei momenti meno opportuni, sembra che abbiano il radar”. Così inizia un interessante monologo di Gioele Dix che risale al 2011. Lo aveva fatto in una puntata di Zelig del primo aprile di quell’anno. L’artista analizza l’invadenza in tutte le sue sfaccettature.

“Se c’è una cosa che non sopporto è l’invadenza, di ogni tipo”

Se c’è una cosa che non sopporto è l’invadenza, di ogni tipo; coi cellulari ad esempio, l’invadenza è diventata un problema serio, soprattutto se hai a che fare con quelli che hanno la specialità di chiamarti sempre nei momenti meno opportuni, sembra che abbiano il radar… non so, tu stai tornando da un viaggio, stai scendendo dalla macchina, valigie, pacchi, per scaricare stai bloccando due linee di autobus, piove, non hai neanche l’ombrello… pronto… come stai… ti disturbo? Eh, guarda, mi prendi un po’ in un momento… non ti preoccupare, ti rubo solo due secondi.

Ti ricordi tre anni fa… e caspita come l’hai presa larga… e allora cerchi di tagliare, tiri fuori la classica scusa… guarda, abbi pazienza ma purtroppo sto entrando in una riunione… non hai mai avuto un ufficio ma speri che quello ci caschi ma quello niente, è invadente, va avanti, non ti scolta e allora ti giochi l’altra carta perché ti confondi, ti innervosisci, sovrapponi scusa a scusa, gli dici “guarda, tra l’altro sto entrando anche in una galleria” quello ti dice “ma scusa, una riunione in una galleria…” ah ma allora ascolti… si, una riunione in una galleria, una riunione dell’Anas “ma perché, adesso lavori all’Anas?” Si, ho fatto strada”, anche le cazzate ti inventi pur di togliertelo dai maroni.

L’invadenza continua…

Non c’è scampo, gli invadenti… per esempio certi vicini di casa, alcuni nemmeno ti accorgi che esistano ma c’è sempre… tipo la vicina… quella che il radar non è che sembra, ce l’ha, proprio dietro la porta, appena sei sul pianerottolo… tac, esce fuori… “ah buonasera” come fosse per caso. Qualunque scusa è buona, finge di annaffiare le piante anche se sono di plastica… dice “tornato dal calcetto come tutti i giovedì sera”… sa tutto di te… poi vedi che con la testa… allunga il collo per cercare di guardarti dentro l’appartamento… fa “ah, ha cambiato colore nell’ingresso eh… ha fatto bene, aveva bisogno di una bella rinfrescata”

Ti controlla “mangiato le lasagne lei ieri sera… e stasera cosa facciamo di buono…” guardi io non lo so ma lei, se si facesse una bella teglia di… si, di quelli signora… sono ottimi. Ma il paradosso è che la volta che torni a casa, trovi la porta sfondata e l’appartamento svaligiato, lei non c’è, allora sei tu che sei costretto ad andare a bussare “signora…!” e lei fa “non ho sentito niente”… perché la regola dell’invadente è questa, mi faccio sempre gli affari degli altri ma casomai fosse utile allora mi faccio i c… miei. Allora è chiaro, l’invadenza è un problema di educazione, infatti ad essere invadenti lo si impara fin da piccoli, e come lo capisci?

L’invadenza continua…

Basta che una volta sei al ristorante e al tavolo accanto c’è mamma, papà e bambino… che bella famigliola… che bel bimbo, certo un po’ irrequieto, però è normale, un bambino in un ristorante, si alza, si siede, non sta fermo un attimo… è normale, un bambino in un ristorante… urla, strilla, corre per in tavoli, lancia posate, ortaggi… viene lì, ti tira la giacca, ti vomita in faccia. E questo non è normale perché sarà anche un bambino in un ristorante ma ci sono anch’io nel ristorante, ma la vera domanda è: dove sono i genitori? Che stanno facendo per arginare l’invadenza… i genitori son lì, non si son mossi, ti guardano e ridono, dice “sa, è piccolo” si ma tu sei grande c…

e allora hanno la brillante idea di tirarti in mezzo, che tu non c’entri niente e dicono “guarda quel signore, guarda che faccia brutta”… ma sarai bello tu… “non farlo arrabbiare quel signore lì se no chissà cosa ti fa”… ma io non gli faccio niente al bambino, sono qui che rifletto su cosa fare a voi due. Ma quando si è al colmo del delirio, il bambino ha rovesciato il carrello dei bolliti, è salito in piedi su quello dei dolci intingendo le scarpe nella zuppa inglese, sta per appendersi al lampadario per fare l’altalena, il padre sorridente ti dice “ma questo è niente, dovrebbe vedere quello che fa a casa”

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Avevate mai sentito il monologo di Gioele Dix sull’invadenza? Anche a voi dà fastidio l’invadenza? Dopo aver letto il monologo sull’invadenza, potete dare un’occhiata anche questi interessanti pezzi sull’attore e temi simili:

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Luca Miglietta

Pubblicato da Luca Miglietta

Luca Miglietta, classe 1988, nato a Torino, appassionato di cinema e di tutto il mondo che lo circonda. Cresciuto fin da piccolo con la passione per il grande schermo guardando saghe come Ritorno al Futuro, Star Wars ed Indiana Jones. Difficile dire quale sia il mio film preferito in assoluto, perché generalmente non mi affeziono a un singolo film a parte quelli sopracitati che sono legati alla mia infanzia. Se dovessi però dirne qualcuno penserei a: Blade Runner, Terminator o Apocalypse Now. Non amo solamente il cinema, ma anche la letteratura e la fotografia.