Il cielo sopra Berlino citazioni e dialoghi
Un film del 1987, che ha come protagonisti Bruno Ganz, Solveig Dommartin, Otto Sander, Curt Bois e Peter Falk
Sei qui: Home »Il cielo sopra Berlino citazioni e dialoghi. Seguono ora alcune frasi e citazioni tratte dalla pellicola di Wim Wenders. Solo una breve introduzione a cui, nella seconda parte dell’articolo, seguiranno anche i dialoghi da non perdere. La seconda sezione è infatti più completa ed esaustiva.
Il cielo sopra Berlino citazioni
Incipit, Daniel recita l’inizio della poesia Song of Childhood scritta da Peter Handke
Quando il bambino era bambino,
se ne andava a braccia appese,
voleva che il ruscello fosse un fiume,
il fiume un torrente,
e questa pozza, il mare.
Quando il bambino era bambino,
non sapeva d’essere un bambino,
per lui tutto aveva un’anima
e tutte le anime eran tutt’uno.
Quando il bambino era bambino,
su niente aveva un’opinione,
non aveva abitudini,
sedeva spesso a gambe incrociate,
e di colpo sgusciava via,
aveva un vortice tra i capelli
e non faceva facce da fotografo.
Quando il bambino era bambino,
era l’epoca di queste domande.
Perché io sono io, e perché non sei tu?
Perché sono qui, e perché non sono lí?
Quando é cominciato il tempo, e dove finisce lo spazio?
La vita sotto il sole, é forse solo un sogno?
Non é solo l’apparenza di un mondo davanti a un mondo,
quello che vedo, sento e odoro?
C’é veramente il male e gente veramente cattiva?
Come puó essere che io, che sono io, non c’ero prima di diventare?
E che un giorno io, che sono io, non sarò più quello che sono?
Frasi di Marion
Il tempo guarirà tutto. Ma che succede se il tempo stesso è una malattia? Come se qualche volta ci si dovesse chinare per vivere ancora. Vivere: basta uno sguardo.
Devo solo alzare la testa e il mondo s’apre davanti ai miei occhi, mi sale nel cuore. Quand’ero bambina, volevo vivere su un’isola. Una donna sola, potentemente sola.
Berlino: qui sono straniera e tuttavia è tutto così familiare. In ogni caso non ci si può perdere: s’arriva sempre al muro.
Il tempo guarirà tutto. Ma che succede se il tempo stesso è una malattia? come se qualche volta ci si dovesse chinare per vivere ancora. Vivere, basta uno sguardo. È buffo non sento niente. È la fine e non sento niente. Devo disabituarmi ad avere cattiva coscienza quando non sento niente, come se il dolore non avesse un passato. Tutta la gente che ho conosciuto che resta e resterà nella mia memoria – finisce sempre quando sta per cominciare, era troppo bello per essere vero, finalmente fuori in citta.. chi sono io? chi sono diventata? la maggior parte del tempo sono troppo cosciente per essere triste. Ho aspettato un eternità che qualcuno mi dicesse una parola affettuosa; poi sono andata all’estero, qualcuno che dicesse ‘Oggi ti amo tanto’ come sarebbe bello, devo solo alzare la testa e il mondo sempre davanti ai miei occhi mi sale nel cuore. Quando ero bambina volevo vivere su un isola, una donna sola, potentemente sola. Sì, è così .. è tutto così vuoto, slegato, il vuoto, l’angoscia, l’angoscia, l’angoscia come un animaletto che si è perso nel bosco. Chi sei tu, non lo so più.
Altra frase di Marion
Ero solo io così poco seria, è il tempo cosi poco serio? Non sono mai stata solitaria, né da sola, né con qualcun altro; ma mi sarebbe piaciuto in fondo essere solitaria. Solitudine significa: “Finalmente sono tutto”. Adesso posso dirlo perché oggi finalmente sono davvero sola. Bisognerà finirla prima o poi con il caso. Non so se ci sia un fine, ma ci deve essere una decisione, è necessario che tu decida. Deciditi! Ora il tempo siamo noi. Non solo la città intera, adesso è il mondo intero che prende parte alla nostra decisione. Ora noi due siamo più che due solamente, ora noi incarniamo qualcosa. Ed eccoci sulla piazza del popolo, siamo qui tutti e due e l’intera piazza è piena di gente che si augura la stessa cosa che ci auguriamo noi. Decidiamo noi il gioco per tutti. Adesso o mai più. Tu hai bisogno di me, tu avrai bisogno di me. Non c’è storia più grande della nostra, quella mia e tua, Quella dell’Uomo e della Donna. Sarà una storia di giganti, invisibili, riproducibili; sarà una storia di nuovi progenitori. Guarda i miei occhi, sono l’immagine della necessità, del futuro di tutti sulla piazza. La notte scorsa ho sognato qualcuno, uno sconosciuto, il mio uomo. Soltanto con lui potevo essere Sola e aprirmi a lui, aprirmi tutta, tutta sua, farlo entrare dentro di me tutto intero, avvolgerlo con il labirinto della comune beatitudine. E io lo so, sei tu quello.
Frase di un uomo triste
Ci sono ancora confini. Più che mai. Ogni strada ha la sua barriera o frontiera, tra i singoli terreni c’è una striscia: una terra di nessuno nascosta da una siepe o da un fossato. Chi ci capita casca sui cavalli di Frisia o viene colpito dal raggio laser. In realtà le trote nell’acqua sono torpedini. Ogni padrone di casa o proprietario cuce un’etichetta col suo nome sulla porta come uno stemma e al mattino studia il giornale da padrone del mondo. Il popolo tedesco è disgregato in tanti piccoli Stati dove ci sono singoli uomini e i singoli Stati isolati sono mobili: ognuno porta il suo con sé ed esige un diritto di passaggio se un altro vuole entrarci in forma di mosca racchiusa nell’ambra o di fiasco. Questo vale solo per i confini, ma più avanti, all’interno di ogni piccolo stato si va unicamente con le rispettive parole d’ordine. L’anima tedesca di oggi è conquistata e diretta solo da colui che arriverà in ogni singolo stato con le sue parole d’ordine. Per fortuna al presente nessuno ne è capace, così ognuno per sé vola all’estero facendo sventolare ai quattro venti la bandierina del regno di un solo uomo. Anche i suoi figli suonano già le loro raganelle spargendo intorno a sé la loro merda.
Il cielo sopra Berlino citazioni e dialoghi
Un articolo su Il cielo sopra Berlino citazioni e dialoghi. In breve una serie di dialoghi tratti da Il cielo sopra Berlino selezionati per voi.
Anche la sezione sui dialoghi contiene solo quelli più importanti. Ho però cercato di riportarli quasi interamente per essere il più esaustivo possibile.
Cassiel: Alla fermata Zoo del metrò, un impiegato, invece di dire il nome della stazione, improvvisamente ha gridato: “Terra del Fuoco”.
Damiel: Bello.
Cassiel: Sulle colline, un vecchio leggeva l’Odissea a un bambino, e il piccolo uditore smise di socchiudere gli occhi. E tu cos’hai da raccontare?
Damiel: Una passante, che sotto la pioggia chiuse di colpo l’ombrello, lasciandosi bagnare tutta. Ah, ecco: uno scolaro, che descriveva al suo maestro come una felce nasce dalla terra. Ha fatto stupire il maestro. Una cieca, che quando si accorse di me si mise a tastare l’orologio. Sì, è magnifico vivere di solo spirito e giorno dopo giorno testimoniare alla gente, per l’eternità, soltato ciò che è spirituale. Ma a volte la mia eterna esistenza spirituale mi pesa, e allora non vorrei più fluttuare così in eterno, vorrei sentire un peso dentro di me, che mi levi quest’infinitezza, legandomi in qualche modo alla terra. A ogni passo, a ogni colpo di vento, vorrei poter dire: “ora”, “ora” e “ora”. E non più: “da sempre”, “in eterno”. Per esempio, non so: sedersi al tavolo da gioco ed essere salutato, anche solo con un cenno. Ogni volta che noi abbiamo fatto qualcosa, era solo per finta.
Infine altre informazioni a proposito della pellicola presenti sul blog – Il cielo sopra Berlino citazioni e dialoghi
Recensione del film: Il cielo sopra Berlino
Colonna sonora film: Il cielo sopra Berlino (colonna sonora)
Curiosità presenti nel film: li trovate in questo articolo Il cielo sopra Berlino
Errori presenti nel film: anche questi li trovate qui: Il cielo sopra Berlino
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Luca Miglietta
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