Le frasi de La grande bellezza, film di Paolo Sorrentino
Pellicola del 2013 che vede attori come Toni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Roberto Herlitzka, Isabella Ferrari, Giorgio Pasotti, Vernon Dobtcheff, Serena Grandi, Luca Marinelli, Giulia Di Quilio, Massimo Popolizio, Giorgia Ferrero, Pamela Villoresi, Carlo Buccirosso, Ivan Franek e Stefano Fregni
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Un articolo su Le frasi de La grande bellezza. Seguono ora alcune frasi e citazioni tratte dalla pellicola di Paolo Sorrentino.
Frasi di Jep Gambardella – Toni Servillo – Prima parte
A questa domanda, da ragazzi, i miei amici davano sempre la stessa risposta: “La fessa”. Io, invece, rispondevo: “L’odore delle case dei vecchi”. La domanda era: “Che cosa ti piace di più veramente nella vita?” Ero destinato alla sensibilità, ero destinato a diventare uno scrittore, ero destinato a diventare Jep Gambardella.
Il riso scaldato è sempre più buono di quello che hai appena cucinato.
Ormai siamo un popolo di intervistati. Ma non li senti? “Come dico sempre…” Come dico sempre a chi?
In realtà, i romani mi sembrano insopportabili. I migliori abitanti di Roma sono i turisti.
Stefa’ quante fesserie che dici, lo sai che la massima ambizione di Flaubert era di scrivere un romanzo sul niente, se t’avesse conosciuto avrebbe avuto un grande libro.
La mattina per me è un oggetto sconosciuto.
È così triste essere bravi: si rischia di diventare abili.
Frasi di Jep Gambardella – Toni Servillo – seconda parte
Io berrò molti drink, ma non molti da diventare molesto e poi, quando voi vi alzerete, io me ne andrò a dormire!
La più consistente scoperta che ho fatto pochi giorni dopo aver compiuto sessantacinque anni è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare.
Quante certezze Stefa’, non so se invidiarti o provare una forma di ribrezzo.
Quando sono arrivato a Roma, a 26 anni, sono precipitato abbastanza presto, quasi senza rendermene conto, in quello che potrebbe essere definito “il vortice della mondanità”. Ma io non volevo essere semplicemente un mondano. Volevo diventare il re dei mondani, e ci sono riuscito. Io non volevo solo partecipare alle feste. Volevo avere il potere di farle fallire.
Dunque è regola fondamentale, ad un funerale non bisogna mai piangere, perché non bisogna rubare la scena al dolore dei parenti. Questo non è consentito. Perché immorale.
So’ belli i trenini che facciamo alle nostre feste, so’ i più belli di tutta Roma, so’ belli, so’ belli perché non vanno da nessuna parte.
Sono anni che tutti mi chiedono perché non torno a scrivere un nuovo romanzo. Ma guarda ‘sta gente, ‘sta fauna. Questa è la mia vita, non è niente. Flaubert voleva scrivere un romanzo sul niente, non c’è riuscito. Ci posso riuscire io?
Frasi di Romano – Carlo Verdone
In questo Paese, purtroppo, per farsi prendere sul serio bisogna prendersi sul serio.
Che cosa avete contro la nostalgia, eh? È l’unico svago che resta per chi è diffidente verso il futuro, l’unico.
Frasi di Lello Cava – Carlo Buccirosso
Per che cosa siamo famosi noi all’estero? Le pezze e le pizze, nient’altro. Siamo un paese di magliari e pizzicagnoli, e sempre questo saremo.
Quando si odia bisogna essere massimamente ambiziosi.
Frasi di altri personaggi
A luce intermittente, l’amore si è seduto nell’angolo. Schivo e distratto esso è stato. Per questa ragione non abbiamo più tollerato la vita. (Orietta)
Tagliate almeno dodici pezzi di coniglio, uh, a parte reni, fegato, testa. Rosolate. Vi raccomando timo, alloro, rosmarino, poi vino rosso, olive taggiasche, pinoli. E dopo un’ora, ecce coniglio alla ligure! (Cardinale Bellucci)
Dialoghi de La grande bellezza – Citazioni e dialoghi
Un articolo su le frasi de La grande bellezza. In breve una serie di dialoghi tratti da La grande bellezza, selezionati per voi. Anche la sezione sui dialoghi contiene solo quelli più importanti.
Dialogo tra Dadina e Jep Gambardella
Dadina: Questa sera mi faccio due cose: un brodino e una scopata.
Jep: Due cose in contraddizione tra loro […]
Dadina: Non sono in contraddizione, perché sono due cose calde.
Dialogo tra Stefania e Jep Gambardella
Jep: Ti prego, mi vanto di essere un gentiluomo… nun me fà crollà l’unica certezza che ho, eh?
Stefania: No, no, no adesso tu per favore mi dici quali sarebbero le mie menzogne e le mie fragilità, bello mio, eh ? Io sono una donna con le palle. Parla, su. Parla.
Jep: Su “donna con le palle” crollerebbe qualsiasi gentiluomo… Stefa’ l’hai voluto tu, eh? In ordine sparso: la tua vocazione civile ai tempi dell’università non se la ricorda nessuno; molti invece ricordano personalmente un’altra tua vocazione che si esprimeva a quei tempi, ma si consumava nei bagni dell’università… La storia ufficiale del partito l’hai scritta perché per anni sei stata l’amante del capo del partito. I tuoi undici romanzi pubblicati da una piccola casa editrice foraggiata dal partito, recensiti da piccoli giornali, vicini al partito, sono romanzi irrilevanti, lo dicono tutti, questo non toglie che anche il mio romanzetto giovanile fosse irrilevante, su questo ti do ragione. La tua storia con Eusebio: ma quale? Eusebio è innamorato di Giordano, lo sanno tutti… da anni pranzano tutti i giorni da Arnaldo, al Pantheon, sotto all’attaccapanni, come due innamoratini sotto alla quercia. Lo sanno tutti e fate finta di nulla. L’educazione dei figli che tu condurresti con sacrificio minuto per minuto: lavori tutta la settimana in televisione, esci tutte le sere, pure il lunedì, quando non si manifestano neppure gli spacciatori di popper. I tuoi figli stanno sempre senza di te: pure durante le vacanze, lunghe, che ti concedi, poi hai per la precisione un maggiordomo, un cameriere, un cuoco, un autista che accompagna i ragazzi a scuola, tre baby-sitter… Ma insomma… come e quando si manifesta il tuo sacrificio?! Queste sono le tue menzogne e le tue fragilità. Stefà, madre e donna, hai cinquantatré anni e una vita devastata, come tutti noi… Allora invece di farci la morale… di guardarci con antipatia… dovresti guardarci… con affetto… Siamo tutti sull’orlo della disperazione, non abbiamo altro rimedio che guardarci in faccia, farci compagnia, pigliarci un poco in giro… O no?
Dialogo tra Romano e Jep Gambardella
Romano: E tu, quell’Orietta?
Jep: Chi è Orietta, mò?
Romano: Come chi è! Quella che stava a casa tua l’altra sera. Elegante, raffinata. Una bella donna.
Jep: Roma’… una bella donna alla mia età non è abbastanza.
Dialogo tra Ramona e Jep Gambardella
Jep: E il cane? Dov’è il cane?
Ramona: Quale cane?
Jep: La gente che si compra una villetta così è perché vuole il cane, no?
Dialogo tra Andrea e Jep Gambardella
Jep: Non li piglia’ troppo sul serio questo scrittori.
Andrea: Se non prendo sul serio Proust, chi devo piglia’ sul serio?
Jep: Niente, niente devi piglia’ sul serio — eccetto il menu, naturalmente… Insomma Andrea le cose so’ troppo complicate per consentire a un singolo individuo di capire.
Andrea: Il fatto che tu non abbia capito non significa che nessuno possa capire.
Ramona: E mò come glie rispondi!?
Dialogo tra Ramona e Jep Gambardella
Ramona: Tu perché non hai più scritto un libro?
Jep: Perché so’ uscito troppo spesso la sera. Roma ti fa perdere ‘nu sacco ‘e tempo. Ti deconcentra. E scrivere richiede molta concentrazione, tanta calma.
Ramona: Nùn me pare ‘na gran risposta. Poi qui c’hai tutta ‘a calma che vòi. Me pare da stà a Fiuggi.
Jep: Ero uno scrittore dallo scatto breve, un centometrista. Col fiato corto.
Ramona: M’hai fatto raccontà la mia prima volta ma tu, tu stai zitto, mò tocca a te, dimme a tua.
Jep: Su un’isola, d’estate. Io avevo diciott’anni, lei venti. Al faro, di notte. Io mi avvicinai per baciarla, lei si girò dall’altra parte. Rimasi deluso. Poi però lei tornò a guardarmi, e mi sfiorò le labbra, aveva l’odore dei fiori. Io non mi muovevo: non avrei potuto muovermi. Poi lei fece un passo indietro e mi disse… Fece un passo indietro. E mi disse…
Ramona: Io vado a casa, si è fatto tardi.
Dialogo tra Lillo de Gregorio e il figlio
Lillo de Gregorio: Ma siete deficienti? Mi state distraendo l’artista!
Figlio di Lillo: Papà ci stiamo divertendo!
Mamma di Carmelina: Carmelina dovresti venire di là a lavorare un pochino!
Carmelina: Mamma non mi va, voglio stare qui a giocare!
Lillo de Gregorio: E’ impazzito questo essere umano?
Dialogo tra Ramona e Jep Gambardella
Jep: Hai visto? Stefano possiede le chiavi dei più bei palazzi di Roma
Ramona: Fa il portiere?
Jep: No… non fa il portiere! E’ amico delle principesse!
Dialogo tra Giulio Moneta e e Jep Gambardella
Giulio Moneta, mentre viene arrestato dagli uomini della Direzione Investigativa Antimafia: Ad esser sinceri, Catellani da qualche anno è un po’ carente sui tessuti pettinati. Per me, il miglior sarto di Roma resta Rebecchi.
Jep: Ma Lei chi è?
Giulio Moneta: Un uomo laborioso. Uno che mentre Lei trascorre il tempo a fare l’artista… e a divertirsi con gli amici, fa andare avanti il Paese. Io, faccio andare avanti questo Paese, ma molti ancora non lo hanno capito.
Jep: Ma ti rendi conto, Dadina? Il mio vicino di casa era Giulio Moneta, uno dei dieci latitanti più ricercati del mondo, ed io mai accorto di nulla.
Altre informazioni a proposito della pellicola presenti sul blog – Le frasi de La grande bellezza
Recensione trama: non ancora presente
Curiosità ed errori: non ancora presente
Colonna sonora: non ancora presente
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Luca Miglietta