“Mia Martini porta sfortuna”, il tremendo pregiudizio

“Mia Martini porta sfortuna”, il tremendo pregiudizio

“Mia Martini porta sfortuna”

Un tremendo pregiudizio che è costato la carriera alla cantante italiana

Mia Martini porta sfortuna, il tremendo pregiudizio
Mia Martini
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La tremenda leggenda secondo cui “Mia Martini porta sfortuna“. Oggi è l’anniversario della morte della cantante nata a Bagnara Calabra il 20 settembre 1947 e deceduta a Cardano al Campo il 12 maggio 1995. Fu trovata morta nel 1995 nella sua abitazione, ma il ritrovamento del corpo avvenne qualche giorno dopo il decesso, causato secondo l’autopsia da un arresto cardiocircolatorio. Avevano trovato la cantante sul letto, con gli auricolari mentre ascoltava “Luna Rossa”, per prepararsi ai suoi imminenti impegni lavorativi. Doveva infatti andare al Festival di Napoli, condotto da Mike Bongiorno.

La vita dell’artista è stata rovinata da una serie di voci messe in giro da malelingue che sostenevano “Mia Martini porta sfortuna“. La cantante secondo queste vigliacche dicerie portava iella. Queste voci ferirono molto Mia Martini oltre a rovinarle la carriera. La leggenda secondo cui Mia Martini porta sfortuna nacque al termine di un concerto siciliano. L’evento era finito in ritardo rispetto ai programmi e Mia Martini suggerì alla sua band di dormire in albergo e di non fare ritorno a casa in piena notte.

I musicisti decisero però di proseguire il viaggio, che purtroppo finì in tragedia. Ci fu infatti un grave incidente che costò la vita a tutti componenti della band. Sui giornali e sui media in generale cominciarono a circolare allusioni inquietanti sulla cantante e le dicerie secondo cui portasse sfortuna cominciarono a prendere sempre più corpo. Nel mondo dello spettacolo nessuno voleva collaborare con lei. Si sa che la scaramanzia nel modo dello spettacolo è spesso esagerata, ma in questo caso era ingiustificabile.

Nessuno voleva più collaborare con lei, i colleghi dicevano: “Mia Martini porta sfortuna”

La sorella Loredana Bertè, all’interno della biografia “Traslocando – È andata così“, pubblicata qualche anno fa racconta come nacque la leggenda secondo cui Mia Martini porta sfortuna.

C’era stato un concerto in Sicilia. Era finito tardi. Mimì si era raccomandata con la band: “Avete l’albergo pagato, dormite qui, mi raccomando”. Ma i ragazzi, come capitava allora, avevano pensato di arrotondare la diaria viaggiando di notte. Ebbero un incidente, fecero un frontale, ci furono dei morti e i giornali iniziarono a pubblicare foto degli spartiti di Mimì insanguinati e a insinuare che non avesse voluto pagare l’hotel. In un ambiente falso e scaramantico com’è quello della musica, bastò e avanzò. “Mimì porta iella” si diceva a mezza voce e l’infamia si fece largo.

Sono poi successivi altri episodi spiacevoli che hanno rafforzato questa convinzione e che portavano a dire ai colleghi “Mia Martini porta sfortuna“. Ad esempio nel 1973 scoppiò un incendio all’Hotel De Bains di Venezia, dove soggiornava Mia Martini.

Come Mia Martini ricordò quel periodo terribile

Il una intervista Mia Martini aveva raccontato come si era sentina durante quel periodo e cosa provava per quelle infami dicerie.

C’era gente che aveva paura di me, che per esempio rifiutava di partecipare a manifestazioni nelle quali avrei dovuto esserci anch’io. Mi ricordo che un manager mi scongiurò di non partecipare a un festival, perché con me nessuna casa discografica avrebbe mandato i propri artisti. Eravamo ormai arrivati all’assurdo, per cui decisi di ritirarmi.

Gli anni che mi hanno tolto li ho impiegati per crescere. Non cerco vendette, spero solo che tutto questo tempo sia servito per meditare a chi ha voluto ferirmi e, anche se mi porto ancora addosso le cicatrici di una crudeltà stupida, non sento più male.

L’intervista a “Epoca”

L’artista ha poi di nuovo parlato delle sensazioni che provava quando sentiva “Mia Martini porta sfortuna“, in una intervista su “Epoca” del 5 marzo 1989. Ha spiegato anche come Boncompagni che considerava un amico l’aveva delusa.

La delusione più cocente me la diede Gianni Boncompagni, un amico per l’appunto. Una volta fui ospite a Discoring, lui era il regista. Appena entrai in studio sentii Boncompagni che diceva alla troupe: ragazzi attenti, da adesso può succedere di tutto, salteranno i microfoni, ci sarà un black out.

Mia Martini nella stessa intervista ha spiegato anche come nacquero secondo lei le dicerie ai suoi danni. Era probabilmente una vendetta da parte di Fausto Paddeu, un impresario un po’ ambiguo e pericoloso soprannominato “Ciccio Piper”. Le aveva proposto un contratto di esclusiva con lui a vita, ma la cantante fiutò l’esistenza di un inganno e rifiutò categoricamente. Fausto Paddeu allora invento la voce secondo cui “Mia Martini porta sfortuna“.

Tutto è cominciato nel 1970. Allora cominciavo ad avere i miei primi successi. Fausto Paddeu, un impresario soprannominato “Ciccio Piper” perché frequentava il famoso locale romano, mi propose una esclusiva a vita. Era un tipo assolutamente inaffidabile e rifiutai. E dopo qualche giorno, di ritorno da un concerto in Sicilia, il pulmino su cui viaggiavo con il mio gruppo fu coinvolto in un incidente. Due ragazzi persero la vita. “Ciccio Piper” ne approfittò subito per appiccicarmi l’etichetta di “porta jella“.

Il ricordo della sorella Loredana Bertè

La sorella Loredana Bertè rimase a lungo sotto choc, perché aveva ricevuto delle telefonate da Mia Martini a cui non aveva risposto. Lei raccontò:

Provo una sofferenza continua, mi sento in colpa. Se le fossi stata più vicino magari le cose sarebbero potute andare diversamente. Non mi perdono di non aver usato il telefonino che mi aveva dato perché restassimo in contatto. Con Mimì è morta una parte di me. Quando sono sul palco la sento dentro e dò tutto, anche se sono terrorizzata e ho gli attacchi di panico prima di uscire. Non respiro, ma penso a lei e poi esco. Dopo aver finito il concerto però, mi sento una persona migliore, sento di aver dato più di quello che potevo. Penso che Mimì oggi sarebbe orgogliosa di me.

“Mia Martini porta sfortuna”, una diceria che le ha rovinato la vita

Mia Martini visse malissimo queste dicerie in merito alla sfortuna e piombò in un periodo terribile. Sentire tutti i giorni “Mia Martini porta sfortuna” era qualcosa che avrebbe distrutto chiunque. Mia nel 1983 decise di dare l’addio alle scene perché nessuno la voleva più e c’era un vero e proprio ostracismo su di lei nel mondo dello spettacolo. A partire dal 1989 la cantante era tornata sul palco, ma la fama di iettatrice continuava ad esserci.

Come aveva raccontato la stessa cantante in alcune interviste, sentire dire “Mia Martini porta sfortuna” inizialmente lo trovava innocuo. Lei stessa scherzava sopra le voci e se era in un casinò, si sedeva alle spalle di chi gli stava antipatico per innervosirlo. Col passare del tempo la voce secondo cui Mia Martini porta sfortuna divenne per lei una tragedia. Tutti gli amici la abbandonarono e si trovò sola.

Gli altri artisti colpiti da strane superstizioni

La voce secondo cui Mia Martini porta sfortuna non è un caso isolato perché altri artisti italiani sono stati colpiti da dicerie simili. Iolanda Cristina Gigliotti, meglio conosciuta come Dalida, dicevano portasse sfortuna perché si erano suicidati 3 suoi compagni, tra cui il cantautore Luigi Tenco. Anche Marco Masini era accusato di portare sfortuna. La leggenda ai suoi danni nasce dopo il suicidio di un ragazzo suo fan. Un critico aveva scritto su un giornale che il giovane era morto a causa di una delle canzoni di Masini.

Negli anni ’80 dicevano “Mia Martini porta sfortuna“, non la trovate una terribile diceria? Conoscete questa bravissima cantante italiana? Anche su di voi hanno messo in giro voci non vere e infamanti? Scrivetelo nei commenti.

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Luca Miglietta

Traslocando. È andata così – sponsorizzato

Pubblicato da Luca Miglietta

Luca Miglietta, classe 1988, nato a Torino, appassionato di cinema e di tutto il mondo che lo circonda. Cresciuto fin da piccolo con la passione per il grande schermo guardando saghe come Ritorno al Futuro, Star Wars ed Indiana Jones. Difficile dire quale sia il mio film preferito in assoluto, perché generalmente non mi affeziono a un singolo film a parte quelli sopracitati che sono legati alla mia infanzia. Se dovessi però dirne qualcuno penserei a: Blade Runner, Terminator o Apocalypse Now. Non amo solamente il cinema, ma anche la letteratura e la fotografia.