Poesia di Quattro matrimoni e un funerale
Un componimento del poeta britannico Wystan Hugh Auden
Sei qui: Home »Vi ricordate le poesia di Quattro matrimoni e un funerale? Si tratta di “Blues in memoria“, in inglese “Funeral Blues“, un componimento di Wystan Hugh Auden. Quattro matrimoni è una pellicola diretta nel 1994 da Mike Newell. Un film che ha come protagonista Hugh Grant nel ruolo di Charles, mentre Andie MacDowell che interpreta Carrie, la ragazza di cui Charles si innamora. Kristin Scott Thomas invece è Fiona, un’amica di Charles che è da sempre segretamente innamorata di lui.
Hugh Grant grazie a questa pellicola ha vinto il Golden Globe come Miglior attore in un film commedia o musicale nel 1995. A recitare la poesia di Quattro matrimoni e un funerale è Matthew, interpretato da un bravissimo John Hannah. Il film racconta disavventure amorose di un gruppo di amici attraverso gli occhi di Charles.
In Matrimoni e un funerale muore Gareth (Simon Callow), un personaggio originale e buffo, ed amante segreto di Matthew. Si tratta di coppia omosessuale che non ha rivelato a nessuno la propria situazione sentimentale. Anche il pubblico non sapeva della relazione tra i sue perché lo scopre solo dopo il funerale di Gareth. In questa circostanza Mattehew recita la poesia di Wystan Hugh Auden, che sentiamo in Quattro matrimoni e un funerale.
La poesia di Wystan Hugh Auden di Quattro matrimoni e un funerale
Poi inizia a recitare la poesia di Quattro matrimoni e un funerale: “fermate gli orologi, tagliate i fili del telefono e regalate un osso al cane affinché non abbai; faccia silenzio il pianoforte, tacciano i risonanti tamburi, che avanzi la bara, che vengano gli amici dolenti. Lasciate che gli aerei volteggino nel cielo e scrivano l’odioso messaggio: lui è morto. Guarnite di crespo il collo bianco dei piccioni e fate che il vigile urbano indossi lunghi guanti neri”.
E poi continua a scandire commosso le parole della poesia: “lui era il mio nord e il mio sud, era l’oriente e l’occidente, i miei giorni di lavoro e i miei giorni di festa, era il mezzodì, la mezzanotte, la mia musica, le mie parole; credevo che l’amore potesse durare per sempre ma era un’illusione. Offuscate tutte le stelle perché non le vuole più nessuno; buttate via la luna, tirate giù il sole; svuotate gli oceani e abbattete gli alberi, perché da questo momento niente servirà più a niente”. Ora vi riporterò prima in italiano poi in lingua originale la poesia di Quattro matrimoni e un funerale.
Poesia di Quattro matrimoni e un funerale in italiano: Blues in memoria di Wystan Hugh Auden, testo
Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono,
fate tacere il cane con un osso succulento,
chiudete i pianoforti e fra un rullio smorzato
portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.
Incrocino gli aeroplani lassù
e scrivano sul cielo il messaggio lui è morto,
allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni,
i vigili si mettano i guanti di tela nera.
Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed il mio Ovest,
la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica,
il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto;
pensavo che l’amore fosse eterno: avevo torto.
Non servono più le stelle: spegnetele anche tutte;
imballate la luna, smontate pure il sole;
svuotatemi l’oceano e sradicate il bosco;
perché ormai nulla può giovare.
Il testo della poesia di Quattro matrimoni e un funerale in lingua originale: Funeral Blues di Wystan Hugh Auden
Stop all the clocks, cut off the telephone,
Prevent he dog from barking with a juicy bone,
Silence the pianos and with muffled drum
Bring out the coffin, let the mourners come.
Let aeroplanes circle moaning overhead
Scribbling on the sky the message He Is Dead,
Put crêpe bows round the white necks of the public doves,
Let the traffic policemen wear black cotton gloves.
He was my North, my South, my East and West,
My working week and my Sunday rest,
My noon, my midnight, my talk, my song;
I thought that love would last for ever: I was wrong.
The stars are not wanted now: put out every one;
Pack up the moon and dismantle the sun;
Pour away the ocean and sweep up the wood;
For nothing now can ever come to any good.
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Luca Miglietta
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