Die Hard – Trappola di cristallo citazioni e dialoghi tratti dalla pellicola di John McTiernan
Pellicola del 1988 che vede attori come Bruce Willis, Alan Rickman, Bonnie Bedelia, Reginald Vel Johnson, Paul Gleason e William Atherton
Sei qui: Home »Die Hard – Trappola di cristallo citazioni e dialoghi. Seguono ora alcune frasi e citazioni tratte dalla pellicola di John McTiernan. Solo una breve introduzione a cui, nella seconda parte dell’articolo, seguiranno anche i dialoghi da non perdere. La seconda sezione è infatti più completa ed esaustiva.
Die Hard – Trappola di cristallo citazioni
Frasi di John McClane
Perché non gli ho impedito di ucciderlo? Perché avrebbe ammazzato anche te, coglione! Rifletti imbecille, rifletti! (tra sé e sé)
Su, belli di papà, venite! Bene! Sbrigatevi, belli di papà, e vi giuro che v’abbraccio anche i vostri cani mascotte! (vedendo avvicinarsi i soccorsi)
Argyle, dimmi che hai sentito i colpi e che hai già chiamato la polizia. (John tra sé e sé)
L’incendio è stato domato e spento, amico mio. Non verrà nessuno ad aiutarti. (James, a John che aveva fatto partire l’allarme antincendio)
Con tanti terroristi nel mondo dovevo ammazzarne proprio uno coi piedi piccoli? (mentre rimasto scalzo cerca di infilarsi le scarpe di Tony che è morto)
Altre frasi di John McClane
Vieni in California, vedrai che bello, ci divertiremo da matti… (imitando la voce di Holly mentre sta scappando attraverso le condotte di aereazione del Nakatomi Plaza)
Mi ricorda tanto le cene davanti alla TV. (mentre si trova dentro un condotto per l’aerazione)
Ma chi è che guida, Stevie Wonder?
Benvenuto alla festicciola!
Abbiamo un aggiornamento sull’impresa terroristica al grattacielo Nakatomi. Alcune fonti dicono che il capo potrebbe essere questo terrorista, Hans Gruber, noto estremista del gruppo Popolo libero della Germania Federale. Stranamente, circa un’ora fa i dirigenti del gruppo hanno emesso un comunicato per far sapere che Gruber è stato espulso dall’organizzazione.
Frasi di John McClane
Con i miei saluti, pezzo di merda! (poi lancia dell’esplosivo contro un terrorista)
Se vuoi rimanere vivo stai con me.
Meglio senza scarpe che senza pantaloni.
Ma chi vuoi imbrogliare col tuo tedesco? Avresti successo in televisione con quell’accento. (a Hans)
Dovevi sentire tuo fratello come gracchiava quando gli ho rotto l’osso del collo.
Maledetto porco, ti ammazzo, poi ti cucino e poi ti mangio. E poi ti mangio!
Ma che imbecille, ma chi me l’ha fatto fare? Perché mi sono tuffato in questa merda?
Giuro su Dio che finché campo non voglio più salire neanche su un tetto di una macchina!
Frasi di Hans Gruber
Speravo in un lavoro di professionisti: serio, di collaborazione. Non chiedevo molto. Purtroppo il signor Takagi non ha visto così, perciò non avremo più il piacere di vederlo tra noi. Quindi faremo quello che vorrete voi, potrete uscire di qui con le vostre gambe o essere portati fuori, ma in ogni caso non illudetevi: le regole le dettiamo noi. Perciò decidete subito quello che volete fare. E tenete a mente, niente è stato lasciato al caso.
Signore e signori, per favore. Signore e signori. Causa la sua dottrina di avidità praticata in tutto il mondo, la Nakatomi Corporation riceverà una lezione sul vero uso del potere. E voi tutti vi assisterete.
“E quando Alessandro vide l’ampiezza dei suoi domini pianse, perché non c’erano più mondi da conquistare.” Sono i vantaggi di un’istruzione classica.
Da ragazzo mi divertivo moltissimo a costruire modelli per l’esattezza, per l’attenzione verso ogni minimo dettaglio.
Altre frasi di Hans Gruber
Adesso ho un fucile mitragliatore. Ho, ho, ho. – in inglese “Now I have a machine gun. Ho-ho-ho” (leggendo una frase scritta da John)
Perfetto. Gli ascensori sono bloccati, non può scappare. Chiudetelo dentro e tornate giù.
Per favore, state calmi: è solo la conseguenza di un imprevisto inopportuno, tutto qui. L’intervento della polizia era inevitabile e direi anche necessario. Lasciateli agitare, voi restate calmi: questo è soltanto il principio. (ai suoi compagni)
Appena toccheranno il tetto lo faremo saltare e prima che riescano a capire cos’è che è andato storto, noi saremo su una spiaggia a goderci gli interessi.
Signora McClane, deliziato di fare la sua conoscenza! (a Holly dopo aver scoperto che lei è la moglie di John)
Frasi del sergente Al Powell
Sono su al Nakatomi Plaza. Mi hanno ridotto la macchina come un groviera. Mi servono subito rinforzi! Subito, per Dio, subito!
Se sei quello che credo devi sapere quando ascoltare, quando stare zitto… e quando pregare. (a John McClane per radio)
Quell’uomo non ce la fa più. È lassù solo, stanco, demoralizzato e non ha visto cavare un ragno da un buco finora. E lei vuole dare ad intendere a me che quello, una volta che venisse fuori vivo da lì, dovrebbe preoccuparsi delle sue minacce. Ma non sente la puzza delle stronzate che dice?
Bene, allora adesso che si fa? Li arrestiamo per non aver pagato la bolletta della luce?
Frasi di Theo
Allora, ascoltate. Era la sera della vigilia di Natale e in tutto l’edificio non si muoveva un’anima. Tranne quattro teste di cazzo nell’ingresso posteriore in formazione di copertura.
“Codice accettato. Protezione uno rimossa. Vuoi continuare?” Puoi scommetterci il cervellino che voglio continuare! (leggendo il messaggio sul display della cassaforte)
La polizia ha portato persino una roulotte.
Frasi di altri personaggi
Questa sera Los Angeles si è unita in un triste gemellaggio a tutti quei paesi del mondo che hanno come denominatore comune gli attacchi del terrorismo internazionale.
Richard in tv
Donna d’affari, più dura di un uomo.
Takagi, parlando di Holly
In questo momento gli ostaggi stanno attraversando la prima fase della sindrome di Helsinki. Finlandia… In sostanza accade che gli ostaggi dei terroristi subiscono una specie di transfert psicologico e una proiezione di dipendenza. Si crea stranamente una sorta di fiducia e di legame. Ci sono stati casi in cui gli ostaggi, una volta liberati, hanno abbracciato i loro carcerieri e gli hanno addirittura scritto in prigione.
Dottor Hasseldorf
Quei maledetti si stanno pisciando addosso dalla paura!
Agente speciale Johnson
Siamo due professionisti. È un fatto fra noi due.
Karl a John McClane
Benedetto Dio! Qui ci vuole qualcosa di più dell’FBI.
Isp. Capo Dwayne T. Robinson
Se festeggiano così il Natale, figuriamoci il Capodanno.
Argyle
Die Hard – Trappola di cristallo citazioni e dialoghi
Un articolo su Die Hard – Trappola di cristallo citazioni e dialoghi. In breve una serie di dialoghi tratti da Die Hard – Trappola di cristallo, selezionati per voi.
Anche la sezione sui dialoghi contiene solo quelli più importanti. Ho però cercato di riportarli quasi interamente per essere il più esaustivo possibile.
Passeggero dell’aereo: Non le piace volare, o sbaglio?
John McClane: Come le viene quest’idea?
Passeggero dell’aereo: Vuole sapere il segreto per sopravvivere ai viaggi in aereo? Quando è arrivato sano e salvo si tolga scarpe e calze e cammini per un po’ a piedi nudi sulla moquette stringendo a pugno le dita dei piedi.
John McClane: A pugno le dita dei piedi?
Passeggero dell’aereo: Sì… Sì, lo so, sembra una scemenza… ma mi creda, sono nove anni che io lo faccio. È molto meglio di una doccia o di una tazza di caffè.
John McClane: Ah. Ci proverò. (John si alza in piedi e il passeggero vede che porta con sé una pistola) Non si preoccupi, sono un poliziotto.
Passeggero dell’aereo: Ah.
John McClane: Ora mi creda lei, visto che sono undici anni che lo faccio.
Dopo
Harry: Holly, ceniamo insieme stasera, eh?
Holly: Harry… è la vigilia di Natale. C’è la famiglia. Ci sono i regali, l’albero, Babbo Natale con la barba… ti ricordano niente queste cose?
Harry: No, francamente pensavo più a un buon vino rosso e a un buon formaggio francese… e a un caminetto scoppiettante, ho reso l’idea?
Dopo
Lucy: Pronto, casa McClane. Parla Lucy McClane.
Holly: Buonasera, Lucy McClane. Qui parla tua madre.
Lucy: Mamma, quando vieni a casa?
Holly: Tra poco tesoro, tra molto poco. Tu però vai a letto lo stesso. Tesoro, fammi parlare con Paolina. E non andate girando per casa alla ricerca dei regali, chiaro?
Lucy: Papà viene a casa con te?
Holly: Be, vediamo un po’ cosa sapranno fare mamma e Babbo Natale. Ora passami Paolina. Ciao, tesoro!
Dopo
John: Molto bene, Argyle. Cosa dobbiamo fare?
Argyle: Speravo che fosse lei a dirmelo. Questa è la prima volta che guido una limousine.
John: Ah, perfetto. Per me è la prima volta che ci salgo.
Argyle: Se la goda! In questo bidone c’è tutto quello che offre la vita. Guardi! Compact, CD, TV, telefono, bar pieno, VHS, eh? Se poi ha voglia di qualcos’altro, posso portarLa in un paio di posti che conosco i… Oppure è sposato?
John: È sposato.
Argyle: Va bene. Oh, mi scusi tanto. La servitù è in ferie. Credevo che si sedesse dietro. Sua moglie vive qui?
John: Più o meno da sei mesi.
Subito dopo
Argyle: E lei invece vive a New York?
John: Argyle, fa sempre tante domande lei?
Argyle: Mi scusi, ma prima facevo il tassista e la gente voleva sempre fare due chiacchiere. È divorziato?
John: Pensi a guidare, per piacere.
Argyle: Su, avanti, me lo dica: è divorziato? Separato? Sua moglie La picchiava?
John: Aveva un buon impiego, che è diventato una grande carriera.
Argyle: E quindi ha dovuto trasferirsi qui.
John: Lei è svelto a capire.
Argyle: E perché non è venuto anche lei? [John non risponde] Allora, perché non è venuto? Che è successo?
John: A New York faccio il poliziotto e da sei mesi sto dando la caccia a certi tizi per metterli dietro le sbarre. Non posso lasciare tutto da un giorno all’altro.
Argyle: Insomma, lei ha pensato “Mia moglie non sfonderà e tornerà a casa strisciando” e quindi perché scomodarsi?
John: Gliel’ho detto, lei è molto svelto a capire.
Dopo
Argyle: Ora vi incontrate, vi gettate l’uno nelle braccia dell’altra, la musica aumenta e così vivrete felici e contenti.
John: Be, mi accontenterei.
Argyle: Ma se non va così ce l’ha un posto dove andare?
John: Lo troverò un posto.
Argyle: Allora senta, io vado giù in garage e aspetto. Se va tutto liscio mi chiama a questo telefono e io le porto dentro i bagagli. Se va male, le cerco un albergo.
John: Lei è un bravo ragazzo, Argyle.
Argyle: Se lo ricordi quando mi darà la mancia
Dopo
Takagi: Ti presento John McClane, il marito di Holly.
Harry: Il poliziotto di Holly.
Takagi: Ellis dirige i rapporti con l’estero.
Harry: Holly parla molto di lei.
John: La punta del naso!
Dopo
John: È una festa alla grande! Non sapevo che in Giappone si festeggiasse il Natale.
Takagi: Noi siamo pragmatici, Pearl Harbor non è servito… e vi battiamo nell’elettronica!
Dopo
Holly: È più semplice se vieni da me. Ho una stanza con due letti gemelli, non è… non è enorme, ma… i bambini sarebbero molto più contenti.
John: Dici davvero?
Holly: E lo sarei anch’io. […] Ho sentito la tua mancanza…
John: Però non hai sentito quella del mio nome! Tranne per la firma sugli assegni. Da quand’è che ti chiami “signorina Gennaro”?
Holly: Questa è una società giapponese. E per loro una donna sposata…
John: Ma tu sei una donna sposata! Sei sposata con me!
Dopo
Hans: Signor Takagi, a me i suoi computer non interessano neanche un po’. Ma quel codice mi serve, perché invece mi interessano moltissimo quei seicentoquaranta milioni di dollari in azioni pagabili al portatore che Lei tiene chiusi nel suo caveau. E il computer comanda l’apertura del caveau.
Takagi: Volete i milioni… mi spiega che razza di terroristi siete?
Hans: E chi ha detto che siamo dei terroristi?
Dopo
Hans: Il codice, per favore.
Takagi: Non ci farebbe nulla. Il caveau è protetto da sette sistemi e il codice è valido solo per uno. Non l’aprirebbe lo stesso.
Hans: Quindi non ha nessuna ragione per non dircelo.
Theo: Che vi avevo detto?
Karl: Non è ancora finita.
Hans: È un gran bel vestito, signor Takagi. Sarebbe un peccato doverlo rovinare. Allora vuol dire che conterò fino a tre, al quattro non arriverò. Mi dia il codice… uno… due… tre…
Takagi: Non lo conosco, glielo ripeto. Prenda un jet per Tokyo e lo chieda all’amministratore. Può solo uccidermi.
Hans, uccidendo Takagi: Ok.
Dopo
Hans: Adesso divertiti a scoprire il codice.
Theo: Certo, non mi hai mica scelto per altri divertimenti.
Dopo
John: Giù il mitra! Sono un poliziotto.
Tony: Non puoi farmi niente.
John: Ah, no? E perché?
Tony: Proprio perché sei un poliziotto. I poliziotti hanno regole molto precise.
John tirandogli un pugno: Ah! È quello che dice sempre il mio capitano.
Dopo
Karl, parlando di John che ha ucciso suo fratello Tony: Voglio il suo sangue!
Hans: E lo avrai! Ma lascia che Heinrich piazzi le cariche e che Theo prepari il caveau e poi chiameremo la polizia, si perderanno ore in trattative, potrai fare a pezzi l’edificio per cercare quell’uomo, ma fino ad allora non possiamo modificare il piano!
Karl: E se fosse lui, a modificarlo?
Dopo
Harry: Tu che dici?
Holly: C’è qualche imprevisto.
Harry: Può darsi.
Holly: John…
Harry: Tuo marito? Oh Cristo, vuol farci massacrare?! Che cosa pensa di fare?
Holly: Soltanto il suo lavoro.
Harry: Stronzate! Lo faccia a tremila miglia da qui. Se non s’intromette abbiamo qualche speranza di uscire vivi da qua dentro.
Holly: Raccontalo a Takagi.
Dopo
Centralinista della polizia: Attenzione, chiunque lei sia, questo canale è riservato alle chiamate di emergenza.
John: Ma che cazzo dici? Ho il tono di chi ordina una pizza? […] Hanno già ucciso uno degli ostaggi e si rafforzano ogni minuto di più mentre voi state lì a masturbarvi!
Centralinista della polizia [interrompendo John]: Signore, devo ripeterglielo, questo canale è riservato, se la sua è una chiamata d’emergenza componga il 911 sul suo telefono, altrimenti sarò costretta a denunciare la sua violazione delle leggi federali.
John: Brava, brava, mi denunci! Anzi, ancora meglio, mi faccia arrestare, ma mandi subito una… (la telefonata viene interrotta da alcuni spari).
Dopo
Marco: Vieni fuori bastardo, vieni fuori, vieni fuori! Ormai sei morto, i tavoli sono finiti, adesso dove ti nascondi? La prossima volta che puoi ammazzare qualcuno, non pensarci troppo.
John, uccidendo Marco: Grazie per il consiglio.
Dopo
Hans, alla radio: Mi sembrava di aver detto a tutti che volevo il silenzio radio fino a quando…
John: Scusa tanto Hans, non l’ho sentito quel messaggio: dovevi affiggere un ordine del giorno. Da quando mi sono messo sulla coscienza Tony, Marco e quell’altro ho pensato che tu, Karl e Franco vi sentiste un po’ soli e quindi ho voluto chiamarvi, tutto qui.
Karl a Hans: Come fa a conoscere…
Hans: È un pensiero molto gentile. Quindi sei tu l’ospite non invitato. Ti agiti troppo per essere una guardia di sorveglianza.
John: Peccato Hans, non hai indovinato. Vuoi tentare il raddoppio? Così puoi guadagnare di più. Ma non lo sai che il fumo fa male?
Hans: Allora chi sei?
John: Un guastafeste, Hans, un bastone tra le ruote, una zeppa nel culo.
Dopo
Hans: Però io sono in forte svantaggio: tu sai il mio nome, ma io non so il tuo. Sei uno dei tanti americani che hanno visto troppi film d’avventure? Un orfano di una cultura in rovina che crede di essere uno sceriffo, John Wayne o Rambo?
John: Sono sempre stato un grande ammiratore di Roy Rogers. Mi piacevano le sue giacche coi lustrini.
Hans: Credi sul serio di avere qualche speranza, povero cowboy?
John: Yippee ya yeah, pezzo di merda!
Dopo
Al, alla radio: Sono il sergente Al Powell della polizia di Los Angeles. Se la persona che ha chiesto aiuto via radio mi sente, mi dia conferma. Ripeto: se la persona che ha chiesto aiuto via radio mi sente, mi dia conferma!
John: Ti sento Powell. Sei tu con l’auto?
Al: Con quello che ne è rimasto. Puoi qualificarti?
John: Adesso no. Più tardi, forse. Senti siamo molti in linea e chi ascolta è impaziente di sparare. Ecco la situazione: al trentesimo piano ci sono circa trenta ostaggi. Il capo dei terroristi si chiama…
Fritz, ascoltando la conversazione via radio e rivolgendosi a Hans: Dobbiamo trovarlo subito e ammazzarlo: gli sta raccontando tutto.
Hans: Lascialo fare, sto aspettando l’FBI e finché non arriva può fare quello che vuole, però dobbiamo trovare la borsa, Fritz. Aiuta Uli. Dobbiamo ritrovare i detonatori.
John: Hanno raggi esplosivo al plastico quanto basta per mandare in orbita persino Schwarzenegger. Sono in nove compreso quello che si è tuffato sulla tua macchina. Sono quasi tutti quanti europei, a giudicare dalle etichette dei vestiti… e… dalle sigarette. Devono disporre di molti soldi e sono ben addestrati.
Al: Come fai a saperlo?
John: Ho visto abbastanza documenti falsi per capire che i loro devono essere costati un capitale. Tu che cosa ne deduci? Non conosco i loro scopi ma il fatto è che ci sono e che hanno l’aria di volerci restare.
Dopo
Dwayne: Chi sono quei coglioni? Cosa vogliono?
Al: Se allude ai terroristi, non lo sappiamo ancora. Non si sono ancora fatti vivi.
Dwayne: Con chi accidente hai parlato allora?
Al: Non so neanche questo. Non mi ha detto il suo nome. Ma dev’essere quello che è riuscito a dare l’allarme. Ha ucciso un terrorista e afferma di averne eliminati altri due.
Dwayne Lo afferma lui? Powell, non hai pensato che potrebbe essere un terrorista che fa così per sviarti? O qualche pazzo maniaco?
Al: No, non credo, signore. Invece credo che sia un poliziotto. Forse non è di Los Angeles, ma è un poliziotto di sicuro.
Dwayne: Come fai a dirlo?
Al: Sensazione. Per come parla, per il fatto che riconosce dei documenti falsi.
Dwayne: Ma per l’amor di Dio, Powell. Per quello che sappiamo potrebbe anche essere un barman
Dopo
Holly: Avrei una richiesta.
Hans: Chi è quell’idiota che l’ha eletta?
Holly: Lei, quando ha assassinato il mio capo, ora tutti guardano me. Personalmente rinuncerei volentieri, non mi piace venirle vicino.
Dopo
Hans: Takagi sceglieva bene i suoi dipendenti, signora…
Holly: Gennaro. Signorina Gennaro.
Dopo
Al: Ci sono trenta ostaggi là dentro, da quello che sappiamo.
Dwayne: No, noi non sappiamo un bel niente. Se ci sono degli ostaggi perché fino ad adesso nessuno ha chiesto un riscatto, eh? E se ci sono dei terroristi, dov’è l’elenco delle pretese? Sappiamo che qualcuno ha sparato alla tua macchina e probabilmente è lo stesso pazzo figlio di puttana con cui parlavi per radio.
Al: Mi scusi tanto, signore, ma quel corpo che è precipitato da lassù?
Dwayne: E chi lo sa? E forse era un azionista in crisi depressiva.
Dopo
John: L’edificio è in fiamme?
Al: No, ma avrà bisogno di una tinteggiata e di un po’ di vetri nuovi.
Dopo
Dwayne: Senta, mi ascolti bene: io non so chi accidenti lei sia e che cosa pretende di fare, ma so che ha distrutto un grattacielo. Perciò il suo aiuto non lo vogliamo, è chiaro? Il suo aiuto non lo vogliamo! Qui ho un centinaio di uomini sommersi dai vetri rotti.
John: Vetri rotti? Ma chi se ne frega dei vetri rotti, chi cazzo sei tu?
Dwayne: Ispettore capo di polizia Dwayne T. Robinson e dirigo le operazioni contro i terroristi.
John: Ah, sei tu che le dirigi? Be’, devo darti una brutta notizia Dwayne: a giudicare da qui come direttore fai schifo.
Dwayne: Stammi a sentire, razza di coglione, il mio…
John: Coglione io? Non sono mica io che mi sono fatto umiliare di fronte a milioni di telespettatori. E adesso ascolta tu, deficiente: tu non sei la soluzione, sei il problema, perciò fatti da parte e ripassami quello di prima.
Al: Ehi Roy, come va?
John: Mi sento poco apprezzato, Al.
Al: Sta a sentire: ti voglio bene, e come me tantissimi altri. Continua come finora, capito?! Continua come finora!
Dopo
Holly: Ma che diavolo fai?
Harry: Sono stanco di stare seduto aspettando di vedere chi muore prima: se i terroristi o tuo marito.
Holly: E allora, cosa vorresti fare?
Harry: Senti amore: io tratto milioni di dollari per colazione, vuoi che non sappia trattare con questa spazzatura?
Dopo
Hans: Se mi avessi dato retta, a quest’ora sarebbe inoffensivo.
Karl: Io non lo voglio inoffensivo, lo voglio morto!
Dopo
Harry: Glielo spiegherò in parole povere: avete fatto irruzione, ci avete sequestrato in richiesta di una contropartita, ma non vi aspettavate che qualcuno vi rompesse le uova nel paniere, eh, c’ho indovinato? Hans, bubi: sono il tuo salvatore!
Hans: Io… io non guardo mai telefilm. Chi mi ha rotto le uova nel paniere?
Harry: Il tizio di sopra che vi sta rovinando tutto… hm? E io ve ne faccio omaggio.
Dopo
Hans alla radio: Commovente, cowboy, commovente. O dovrei chiamarti signor McClane, agente di polizia John McClane, del dipartimento di New York?
John: Suor Teresa mi chiamava signor McClane in collegio, ma gli amici mi chiamano John e tu non sei né l’una, né gli altri.
Hans: C’è una persona che vuole parlarti, una persona molto cara che stasera hai visto al ricevimento.
Harry: Ciao, amico mio.
John: Ellis?
Harry: Già! Ascolta, John, mi hanno dato qualche minuto perché tenti di farti ragionare: capisco che tu pensi di fare il tuo lavoro e lo apprezziamo tutti, ma in realtà tu complichi le cose. Senti, nessuno uscirà da qui finché questa gente non avrà parlato con la polizia di Los Angeles, il che non accadrà mai se tu ci metti i bastoni fra le ruote, capito?
John: Ellis, cosa hai detto di me?
Harry: Gli ho detto che siamo vecchi amici, che ti ho invitato al ricevimento…
John: Ellis, è sbagliato quello che fai.
Harry: Ma dici davvero? Allora John, senti: vogliono sapere dove hai messo i detonatori, sanno che ci ascoltano tutti, se non gli dai i detonatori mi ammazzano. John, non mi hai sentito?
John: Sì, ti ho sentito.
Subito dopo
Harry: John, fai quello che ti si chiede e basta, ora c’è la polizia, che se la vedano loro. Dì a questi dove sono, così non ci andrà di mezzo nessun altro. Ho buttato la mia vita sul tappeto verde per te!
John: Ascoltami molto attentamente, Ellis…
Harry: Senti…
John: Piantala, tappati la bocca, Ellis! Passami Hans, gli voglio parlare. Hans, quest’imbecille non ha capito che animale sei tu, ma io sì!
Hans, puntando la pistola contro Harry: Bene, così ci darai quello che vogliamo e salverai la vita al tuo amico. Tu non fai parte di questo gioco, dovresti averlo capito.
Harry: Ehi, non c’è bisogno di tanto realismo, Hans. Metti via quella pistola: questa è radio, non televisione.
John: Hans, quest’idiota non è mio amico: l’ho conosciuto stasera, non l’avevo mai visto, per Dio! Ellis, quelli vogliono ammazzarti, digli che non mi conosci!
Harry: Ma John, come puoi pretenderlo dopo tutti questi anni? John… John… (Hans uccide Harry)
Dopo
Hans: Theo, siamo nei tempi?
Theo: Manca l’ultimo e poi tocca a te. E spero che tu ci riesca, ma secondo me qui è necessario un miracolo.
Hans: Hai dimenticato che è Natale, il momento dei miracoli. Quindi su col morale, quando arrivi all’ultima chiusura chiamami.
Dopo
John: Salve, cerca qualcosa?
Hans: A… Aiuto! Per favore! In nome di Dio, sei uno di quelli! Sei un terrorista! No, no, no, non ammazzarmi, ti supplico! Ti supplico, non ammazzarmi! Ti supplico!
Dopo
John: Sai usare una pistola, vero, Bill?
Hans: Be’, sono stato in un campo di addestramento. Conosci quei proiettili che ti sporcano di rosso? Ma forse a te sembreranno sciocchezze.
John, porgendo ad Hans una pistola: Be’, è il momento delle cose serie. Ti basta premere il grilletto, andiamo!
Dopo
Ginny: Accidenti! Quello deve avere proprio i nervi a pezzi.
Holly: John è vivo.
Ginny: Cosa?
Holly: Solo John è capace di esasperare così una persona.
Dopo
Al: John! John McClane! Ci sei sempre?
John: Sì, ma tutto sommato preferirei essere a Philadelphia!
Dopo
Al: Mi è capitato un incidente.
John: Visto come guidi posso capirlo. Che hai fatto? Hai investito un callo del capitano?
Al: Ho sparato a un ragazzo. Aveva tredici anni. Era buio, non vedevo bene. E la pistola finta che aveva sembrava vera. Sai, quando sei in accademia gli istruttori ti insegnano tutto, tranne che a convivere con uno sbaglio. E da allora non sono più riuscito a puntare la pistola contro nessuno.
Dopo
Hans: Sono quelli dell’FBI. Daranno l’ordine di togliere la corrente all’edificio. Tutto puntuale come un orologio.
Theo: O un’apertura a tempo!
Hans: Esatto! I circuiti che non possono essere esclusi, vengono esclusi automaticamente in presenza di un attacco terroristico. Tu mi avevi chiesto un miracolo, Theo, e io ti regalo l’FBI.
Dopo
John: Powell, Powell, mi senti? Che altro succede ora?
Al: Chiedilo all’FBI. Hanno solo loro il manuale contro il terrorismo universale e lo stanno applicando parola per parola.
Dopo
John: Powell, Powell, rispondi.
Al: Sono qui, John.
John: Senti, comincio ad essere ancora più pessimista di prima. Ti chiedo di farmi un favore… voglio che trovi mia moglie, non chiedermi come, al momento lo saprai. Devi dirle alcune cose, devi dirle che… devi dirle che c’ho messo un po’ a capire che sono stato un imbecille, ma che… che… quando le cose hanno cominciato a girare bene per lei avrei dovuto… dovuto essere contento, avrei dovuto… dovuto esserle di sostegno… Accidenti… Dille che è la cosa più bella che è capitata a questo perfetto imbecille. Mi avrà sentito dire “ti amo” migliaia di volte, ma mai una sola volta “scusami”. Per questo voglio che tu le dica… voglio che tu le dica “John ha detto che ti chiede scusa”, è chiaro? Powell, hai capito?
Al: Sì, John, ho capito. Glielo potrai dire anche di persona. Tieni gli occhi aperti e ne verrai fuori, mi hai sentito?
John: Questo dipende dal signore del piano di sopra.
Dopo
Agente Johnson: Quante saranno le perdite umane secondo te?
Agente speciale Johnson: Credo che faremo fuori tutti i terroristi e perderemo il venti-venticinque percento degli ostaggi. Più o meno.
Agente Johnson: Ci possiamo anche stare! I fucili teniamoli dentro: devono sembrare elicotteri da trasporto, non da combattimento!
Dopo
Holly: Dopo tutti i suoi bei paroloni e tutti i suoi atteggiamenti da idealista, non è altro che un comunissimo ladro.
Hans: Io sono un ladro eccezionale, signora McClane, e considerato che è nelle mie mani, controlli di più le parole!
Dopo
John: Allora tutto si riduce a questo, a una rapina?
Hans: Posa il fucile!
John: E c’era bisogno di demolire un grattacielo?
Hans: Se rubi seicento dollari è sufficiente che sparisci, ma se rubi seicento milioni alla fine ti troveranno a meno che non siano convinti che sei morto. Buttalo giù, quel fucile!
John: Mi hai fregato.
Hans: Giochi ancora al cowboy. Voi americani siete tutti uguali, ma stavolta John Wayne non cavalcherà verso il tramonto con Grace Kelly.
John: Era Gary Cooper, coglione!
Hans: Adesso basta con i giochini!
John: Lo sai che anche tu saresti stato un ottimo cowboy.
Hans: Ah, certo. Qual è quel verso tipico dei cowboy? Yippee ya yeah, pezzo di merda!
John, sparando a Hans: Holly! Fai buon viaggio, Hans!
Dopo
John: Powell, questa è mia moglie Holly, Holly Gennaro.
Holly: Holly McClane.
Al: Piacere Holly. Hai trovato un uomo in gamba, conservatelo con molta cura.
Infine altre informazioni a proposito della pellicola presenti sul blog – Die Hard – Trappola di cristallo citazioni e dialoghi
Recensione del film: Die Hard – Trappola di cristallo
Colonna sonora film: non ancora presente
Curiosità presenti nel film, le trovate in questo articolo nella sezione curiosità: Die Hard – Trappola di cristallo
Errori presenti nel film: non ancora presente
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