Educare vuol dire togliere

Educare vuol dire togliere

Educare vuol dire togliere

Lo dice Paolo Crepet, lo psichiatra, sociologo, educatore, saggista

Educare vuol dire togliere, Madre!, 2017, Darren Aronofsky, Jennifer Lawrence
Una scena di Madre! che ha come protagonista Jennifer Lawrence
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“Educare vuol dire togliere”, secondo Paolo Crepet psichiatra, sociologo e opinionista italiano. Ecco perché secondo lui educare vuol dire togliere: “quando un genitore dice: ‘io non ho mai fatto mancare niente a mio figlio’ esprime la sua totale idiozia. Perché il compito di un genitore è di far mancare qualcosa, perché se non ti manca niente a che ti deve servire la curiosità, a che ti serve l’ingegno, a che ti serve il talento, a che ti serve tutto quello che abbiamo in questa scatola magica, non ti serve niente, no?”

Paolo Crepet approfondisce perché educare vuol dire togliere: “se sei stato servito e riverito come un piccolo lord rimbecillito su un divano, ti hanno svegliato alle 7 meno un quarto la mattina, ti hanno portato a scuola , ti hanno riportato a casa, ti hanno fatto vedere immancabilmente Maria De Filippi perché non è possibile perdersi una puntata di Uomini e Donne, perché sapete che è un’accusa pedagogicamente brillantissima”

Ecco perché per Paolo Crepet educare vuol dire togliere ed i genitori sbagliano: “ma una cosa di buon senso, il coraggio di dire di no ? Vedete io me lo ricordo tanti anni dopo l’1 in matematica e non mi ricordo le centinaia di volte che mi hanno dato 6, perché il 6 non dice niente, è scialbo , è mediocre. Me lo disse mio padre quando tornai a casa . ‘Papà ho preso 1 in matematica’”.

Educare vuol dire togliere secondo il sociologo

Paolo Crepet poi continua: “pensai che avrebbe scatenato gli inferi , non sapevo cosa sarebbe successo a casa mia. Lui invece mi disse : ‘fantastico, 4 lo prendono in tanti, invece 1 non l’avevo mai sentito. E quindi hai un talento figliolo’. E poi passava dall’ironia ad essere serio: ‘cerca di recuperare entro giugno se no sarà una gran brutta estate’ fine. Non ne abbiamo più parlato”.

Prosegue poi dicendo: “perché lui credeva in me . E quando credi in un ragazzo non lo devi aiutare, se è bravo ce la fa. Perché lo dobbiamo aiutare? Io aiuto una signora di 94 anni ad attraversare la strada, ci mancherebbe altro. Perché devo aiutare uno di 18? Al massimo gli posso dire: ‘sei connesso?’ Ecco, questa è la strada , tanti auguri per la tua vita . Si raccomandano le persone in difficoltà, non un figlio. Perché devi raccomandare un figlio? Perché non ce la fa?”

Bisogna mettersi intesta che educare vuol dire togliere: “che messaggio diamo? Siccome tu non ce la fai, ci pensa papà . Tante volte ho sentito dire da un genitore: io devo sistemare mio figlio. Sistemare. Come un vaso cinese o una bottiglia di rosolio. Dove lo sistemi? Dentro la vetrinetta, sopra l’armadio? Hai messo al mondo un oggetto? O hai messo al mondo un’anima ? Se hai messo al mondo un’anima non la devo sistemare, l’anima va dove sa andare”.

Ecco perché educare vuol dire togliere

Poi il sociologo spiega: “educare non ha nulla a che fare con la democrazia, dobbiamo comandare noi perché loro sono più piccoli. In uno stagno gli anatroccoli stanno dietro all’anatra. Avete mai visto un’anatra con tutti gli anatroccoli davanti? È impossibile, è contro natura. Perché le anatre sono intelligenti, noi meno”.

Educare vuol dire togliere perché: “un genitore è un istruttore di volo , deve insegnarti a volare . Non è uno che spera che devi restare a casa fino a sessant’anni , così diventi una specie di badante gratis. Questo è egoismo, non c’entra niente con l’amore. L’amore è vederli volare”. Una critica profonda a tutti i genitori.

Paolo Crepet poi conclude dicendo: “domande dell’italiano medio al figlio in Erasmus: “fa freddo”? “ cosa hai mangiato”? Perché invece non parlare coi figli di felicità?”. Questo è il pensiero del sociologo italiano. Naturalmente è la sua idea e non devono per forza condividerla tutti.

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Luca Miglietta

Pubblicato da Luca Miglietta

Luca Miglietta, classe 1988, nato a Torino, appassionato di cinema e di tutto il mondo che lo circonda. Cresciuto fin da piccolo con la passione per il grande schermo guardando saghe come Ritorno al Futuro, Star Wars ed Indiana Jones. Difficile dire quale sia il mio film preferito in assoluto, perché generalmente non mi affeziono a un singolo film a parte quelli sopracitati che sono legati alla mia infanzia. Se dovessi però dirne qualcuno penserei a: Blade Runner, Terminator o Apocalypse Now. Non amo solamente il cinema, ma anche la letteratura e la fotografia.