Henry Winkler e la dislessia

Henry Winkler e la dislessia

Henry Winkler e la dislessia

L’attore ha dovuto far i conti con questo problema per tutta la vita, ma nonostante questo è diventato una star

Henry Winkler e la dislessia, Happy Days, serie tv, Arthur Fonzarelli, Fonzie
Una scena di Happy Days che ha come protagonista Henry Winkler nel ruolo di Arthur Fonzarelli
Sei qui: Home » Henry Winkler e la dislessia

Henry Winkler durante la sua vita ha dovuto lottare contro la dislessia. Lui è divenne una star interpretando negli anni settanta Arthur Herbert Fonzarelli, per gli amici “Fonzie“, in Happy Days. Fonzie è un meccanico di moto e di automobili, ed è un vero e proprio latin lover. Durante il corso della sua carriera Henry Winkler ha interpretato altri ruoli come quello di Gene Cousineau nella serie tv Barry, che gli ha permesso di vincere un Emmy come miglior attore non protagonista. Non male considerando che Henry Winkler ha sempre dovuto convivere con la dislessia.

L’Emmy per l’attore è stato molto importante: “il mio primo Emmy l’ho vinto da poco per la serie Barry e fino a quel momento non ci avevo mai pensato. Tutti gli altri, Telegatto incluso, sono su una mensola vicino alla scrivania, ma questo è in bella mostra al centro del tavolo del salotto”. Henry Winkler lo ha messo in posizione strategica: “si vede dalla porta d’entrata e lo vedono tutti, dal fattorino che mi consegna i farmaci per il colesterolo al corriere che mi porta il cibo per cani”.

Henry Winkler racconta così la sua infanzia in cui la dislessia gli creava problemi a scuola: “ero un bambino cresciuto a New York da genitori fuggiti dalla Germania, un bambino che dai 7 anni sognava di diventare un attore. E che ogni giorno, a scuola e fuori, era giudicato lento, pigro, stupido perché non riusciva a leggere e a cavarsela in matematica. Ero bravo solo a guardare, a osservare, e a custodire il mio sogno. Quel bambino vent’anni dopo era nella serie tv più vista del momento”.

Henry Winkler ha parlato di dislessia nella serie di libri “Hank Zipzer il superdisastro”

L’attore ha cominciato a scrivere nel 2003 con la giornalista Lin Oliver la serie di libri per ragazzi, che ha per protagonista Hank Zipzer, un ragazzino di nove anni affetto da dislessia. I romanzi si ispirano proprio all’infanzia di Henry Winkler, in cui l’attore doveva fare i conti con la dislessia. Hank ha delle difficoltà scolastiche e le supera facendo ricorso alla sua grande creatività. L’attore aveva parlato così dei suoi romanzi: “non avrei mai pensato che il mio nome sarebbe stato stampato su un libro”.

Henry Winkler spiega che ad un bambino la dislessia può creare serie difficoltà: “pensavo di essere stupido. Quando te lo dicono spesso e sei parecchio giovane accetti quel ruolo che ti hanno assegnato. C’è una componente emotiva, penso, che accompagna la difficoltà nell’apprendimento”. Diventa un problema quando la dislessia non viene diagnosticata per tempo, l’attore ad esempio lo scoprì solo quando aveva 31 anni. Prima tutti lo avevano solo sempre accusato di essere pigro e di non volersi impegnare.

In una intervista al Corriere, Henry Winkler spiega che tutti lo consideravano un buono a nulla non sapendo che aveva una forma di dislessia: “i miei genitori mi dicevano, in tedesco, che ero uno ‘stupido cane’. Gli insegnanti e persino il preside mi ripetevano che non avrei combinato niente nella vita. Intanto ogni commento mi ha piazzato un chiodo nel cuore e mi ha fatto sempre sentire inferiore. Più mi impegnavo e meno riuscivo a fare i conti, leggere bene o ricordare lo spelling delle parole, non ne sono capace neppure oggi”. Henry Winkler vuol far capire a tutti come la dislessia possa essere traumatica per un bambino.

L’importanza nel diagnosticare presto la dislessia

Henry Winkler spiega che è fondamentale diagnosticare il prima possibile la dislessia. Lui lo ha scoperto troppo tardi: “è stata una vera sorpresa per me: a 31 anni ho scoperto che non ero stupido, né pigro. Avevo qualcosa con un nome. Sono stato in punizione per circa il 97% della mia carriera scolastica”. I genitori e gli insegnanti infatti pensavano che fosse solamente un sfaticato che non voleva studiare e lo punivano. Lui spiega: “non avevo amici, perché passavo il tempo a casa in punizione, a causa dei voti bassissimi a scuola, e per vedere qualche ora di tv dovevo convincere mamma che il programma aveva uno scopo educativo”.

Quando Henry Winkler ha scoperto che i suoi problemi erano imputabili alla dislessia non ha reagito bene. Lui spiega: “male, mi sono arrabbiato. Ho subito ogni genere di umiliazione, urla, recriminazioni per niente. Oggi, da padre di due figli dislessici, so che la cosa giusta da dire è: ‘Provaci al massimo delle tue possibilità e va bene così’.

Henry Winkler ha dovuto combattere la dislessia anche durante i suoi vari casting per partecipare a film e serie tv. Aveva difficoltà a leggere i copioni e recitare alle audizioni e, per questo motivo, cercava spesso di improvvisare. Henry Winkler anche sul set di Happy Days cercava di compensare il problema di dislessia con il suo umorismo. “Non riuscivo a leggere i copioni, così li imparavo a memoria. E nessuno se n’è mai accorto perché usavo le battute per mascherare gli errori, ma dentro ero un groviglio di vergogna e imbarazzo. Non sapevo di essere affetto da una malattia, quindi semplicemente incespicavo sulle parole e gli altri lo tolleravano”.

Il rapporto con i fan

Henry Winkler ha sempre avuto ottimi rapporti con i suoi fan. Una volta aveva spigato come era cambiata la sua vita da quando era diventato famoso grazie a Happy Days: “appari sullo schermo e da un giorno all’altro sembra che tu sia alto due metri e bello come Paul Newman. Ma io non potevo dimenticare il ragazzo che al college aveva scritto circa 150 lettere d’amore a una certa Susan che neanche lo guardava e che ovviamente stava con un altro”. Al college non essendo famoso le donne lo rifiutavano e non ne aveva tantissime in giro.

La celebrità però non risolveva il problema di Henry Winkler con la dislessia: “la fama non mi ha reso più alto né bravo in matematica. Di fatto lo status di celebrità non ti trasforma in una creatura migliore, ma di sicuro Happy Days è stata la tempesta perfetta”. Lui vestiva i panni di un uomo che desiderava di essere: “interpretavo qualcuno che avrei tanto voluto essere ma non sarei mai diventato”. Però spiega che “le 55 mila lettere a settimana dei fan, comunque, un pochino aiutavano l’autostima”. Henry Winkler continuava ad avere la dislessia ma la fama lo aiutava nel morale.

La celebrità cambia la tua vita: “diventi famoso e vivi un’altra vita, ti fanno sentire un re. E le ragazze… oh, quante ragazze! Ma chi lo sapeva se cercavano me o il personaggio della tv?”. Poi Henry Winkler continua: “con le fan scattava la mia parte paterna, non ho mai firmato un lembo di pelle nuda”. Lui ha sempre tenuto alla famiglia: “amo essere un marito, un padre di tre figli e nonno di cinque nipoti. Ho sempre avuto bisogno di essere ascoltato: se ci si ascolta, non c’è crisi insuperabile, non c’è traguardo irraggiungibile”. Henry Winkler ha due figli e ben cinque nipoti!

Altre curiosità su Henry Winkler e Happy days

Sapevate che Henry Winkler è affetto da dislessia? Henry Winkler è un esempio di come con la tenacia si posa convivere con la dislessia. Dopo aver letto di Henry Winkler e la dislessia, potete dare un’occhiata anche questi interessanti pezzi sull’attore:

Infine vi ricordo che, per rimanere sempre aggiornati sulle ultime notizie riguardanti film, serie TV, musica e cartoni animati, potete seguire il blog sui social. Non sono solo film ha un canale Telegram e pagine su Facebook, Instagram e Twitter.

Vi è piaciuto questo articolo su Henry Winkler e la sua dislessia? Trovate articoli simili nella sezione del blog non son solo film dedicata alle curiosità.

Luca Miglietta

Libro – sponsorizzato

Pubblicato da Luca Miglietta

Luca Miglietta, classe 1988, nato a Torino, appassionato di cinema e di tutto il mondo che lo circonda. Cresciuto fin da piccolo con la passione per il grande schermo guardando saghe come Ritorno al Futuro, Star Wars ed Indiana Jones. Difficile dire quale sia il mio film preferito in assoluto, perché generalmente non mi affeziono a un singolo film a parte quelli sopracitati che sono legati alla mia infanzia. Se dovessi però dirne qualcuno penserei a: Blade Runner, Terminator o Apocalypse Now. Non amo solamente il cinema, ma anche la letteratura e la fotografia.