Incipit di 1984 di George Orwell

Incipit di 1984 di George Orwell

Incipit di 1984 di George Orwell

Un romanzo distopico pubblicato nel 1949, che descrive un futuro inquietantemente possibile

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Una scena di Orwell 1984, che ha come protagonista John Hurt
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Oggi vi propongo l’incipit di 1984 di George Orwell, un romanzo distopico scritto nel 1949, ma sempre attualissimo. Ieri era il 23 aprile, la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, un evento organizzato dall’UNESCO per promuovere la lettura, la pubblicazione dei libri e la protezione della proprietà intellettuale attraverso il copyright. Dal romanzo è stato tratto il film Orwell 1984, diretto da Michael Radford e che ha come protagonisti John Hurt, Suzanna Hamilton e Richard Burton. Si tratta dell’ultima apparizione cinematografica di Richard Burton, che di lì a poco morirà a Ginevra il 5 agosto 1984.

La prima trasposizione cinematografica del romanzo di Orwell è però Nel 2000 non sorge il sole, un film del 1956 diretto da Michael Anderson. Tra gli attori della pellicola Edmond O’Brien, Jan Sterling, Michael Redgrave e Donald Pleasence. Questa pellicola è successiva alla versione televisiva del romanzo prodotta nel 1954 dall’emittente britannica BBC che riscosse un buon successo nonostante le numerose polemiche. Ora segue l’incipit di 1984 di George Orwell.

Incipit di 1984 di George Orwell, uno dei capolavori della letteratura

Era una fresca limpida giornata d’aprile e gli orologi segnavano l’una. Winston Smith, col mento sprofondato nel bavero del cappotto per non esporlo al rigore del vento, scivolò lento fra i battenti di vetro dell’ingresso agli Appartamenti della Vittoria, ma non tanto lesto da impedire che una folata di polvere e sabbia entrasse con lui. L’ingresso rimandava odore di cavoli bolliti e di vecchi tappeti sfilacciati. Nel fondo, un cartellone a colori, troppo grande per essere affisso all’interno, era stato inchiodato al muro. Rappresentava una faccia enorme, più larga d’un metro: la faccia d’un uomo di circa quarantacinque anni, con grossi baffi neri e lineamenti rudi ma non sgradevoli. Winston ‘avviò per le scale. Era inutile tentare l’ascensore.

Anche nei giorni buoni funzionava di rado, e nelle ore diurne la corrente elettrica era interrotta. Faceva parte del progetto economico preparazione della Settimana dell’Odio. L’appartamento era al settimo piano, e Winston, che aveva i suoi trentanove anni e un’ulcera varicosa sulla caviglia destra, saliva lentamente, fermandosi ogni tanto per riposare. A ciascun pianerottolo, proprio di fronte allo sportello dell’ascensore il cartellone con la faccia enorme riguardava dalla parete. Era una di quelle fotografie prese in modo che gli occhi vi seguono mentre vi muovete. IL GRANDE FRATELLO VI GUARDA, diceva la scritta appostavi sotto. 

Continua…

Dentro all’appartamento una voce dolciastra leggeva un elenco di cifre che aveva qualche cosa a che fare con la produzione della ghisa. La voce veniva da una placca di metallo oblunga, simile a uno specchio opaco, che faceva parte della superficie della parete di destra. Winston girò un interruttore e la voce si abbassò un poco, ma le parole si potevano distinguere, tuttavia, sempre assai chiaramente. Quell’apparecchio (che veniva chiamato teleschermo) si poteva bensì abbassare ma non mai annullare del tutto. Si diresse alla finestra, piccola fragile figuretta, la cui magrezza era accentuata dalla tuta azzurra in cui consisteva l’uniforme del Partito.

I capelli erano biondi, molto chiari, il colorito della faccia lievemente sanguigno, la pelle raschiata da ruvide saponette e da lamette che avevano perso il filo da tempo, e dal freddo dell’inverno che proprio allora era finito. Fuori, anche attraverso i vetri chiusi della finestra, il mondo pareva freddo. Giù, nella strada, mulinelli di vento giravano polvere e carta straccia a spirale e, sebbene splendesse il sole e il cielo fosse d’un luminoso azzurro, nessun oggetto all’intorno sembrava rimandare il colore, con l’eccezione dei cartelloni che erano incollati da per tutto. La faccia dai baffi neri riguardava da ogni angolo.

Continua….

Ce n’era una proprio nella casa di fronte. IL GRANDE FRATELLO VI GUARDA, diceva la scritta, mentre gli occhi neri fissavano con penetrazione quelli di Winston. Più sotto, a livello della strada, un altro cartellone, stracciato a un angolo, sbatteva col vento, scoprendo e nascondendo, alternativamente, la parola SOCING. Lontano, un elicottero volava fra un tetto e l’altro, se ne restava librato per qualche istante come un moscone, e poi saettava con una curva in altra direzione. Era la squadra di polizia, che curiosava nelle finestre della gente. Le squadre non erano granché importanti tuttavia. Quella che soprattutto contava era la polizia del pensiero, la cosiddetta Psicopolizia.

La trama di 1984

Dopo avervi scritto l’incipit di 1984 di George Orwell ora vi parlerò brevemente della trama. Nel 1984 la Terra è divisa in tre grandi potenze totalitarie, l’Oceania, l’Eurasia ed infine l’Estasia. Queste potenze sono perennemente in guerra tra loro e il cui scopo principale è mantenere il controllo totale sulla società. In Oceania la società è amministrata secondo i principi del Socing ed è governata da un onnipotente partito unico con a capo il Grande Fratello. Una figura che nessuno ha mai visto di persona, ma che appare in manifesti affissi dappertutto. Lui tiene costantemente sotto controllo la vita di tutti i cittadini.

Ricordavate l’incipit di 1984 di George Orwell? Un romanzo pazzesco e tremendamente realistico che vi consiglio di leggere. Se volete acquistare il libro in fondo vi metto il link sponsorizzato tramite il quale potete acquistare il romanzo. Comprandolo tramite questo link un piccolissima percentuale va al blog e così contribuite a finanziarlo.

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Questo articolo parla dell’incipit di 1984 di George Orwell, trovate articoli simili nella sezione del blog non son solo film dedicata alle curiosità.

Luca Miglietta

1984 – George Orwell

Pubblicato da Luca Miglietta

Luca Miglietta, classe 1988, nato a Torino, appassionato di cinema e di tutto il mondo che lo circonda. Cresciuto fin da piccolo con la passione per il grande schermo guardando saghe come Ritorno al Futuro, Star Wars ed Indiana Jones. Difficile dire quale sia il mio film preferito in assoluto, perché generalmente non mi affeziono a un singolo film a parte quelli sopracitati che sono legati alla mia infanzia. Se dovessi però dirne qualcuno penserei a: Blade Runner, Terminator o Apocalypse Now. Non amo solamente il cinema, ma anche la letteratura e la fotografia.