La vittoria di Trump colpa dei cinecomic, secondo Alan Moore
Secondo il famoso fumettista inglese i film di supereroi hanno lentamente reso più infantile la popolazione. Un giudizio molto duro e forse un po’ esagerato, ma alcuni passaggi dell’intervista a Deadline meritavano la traduzione
Sei qui: Home »La vittoria di Trump colpa dei cinecomic, secondo Alan Moore. In una recente intervista a Deadline per promuovere The Show, il famoso fumettista inglese ha puntato il dito contro i film di supereroi, che secondo lui hanno reso infantile la popolazione “distraendola dalla complessità del mondo moderno”.
The Show è una pellicola diretta da Mitch Jenkins e la sceneggiatura è scritta proprio da Alan Moore. Sembra incredibile, ma si tratta della sua prima sceneggiatura cinematografica. Si tratta di un film fantasy ambientato a Northampton, città natale di Alan Moore e racconta l’avventura di Fletcher Dennis, ingaggiato per ritrovare un antico artefatto rubato.
Nel cast di The Show troviamo Tom Burke, Siobhan Hewlett, Ellie Bamber, Sheila Atim, Richard Dillane e lo stesso Moore.
La vittoria di Trump colpa dei cinecomic, secondo il fumettista inglese perchè hanno cambiato il modo di pensare della gente rendendolo più infantile
Ecco le parole di Alan Moore a Deadline.
Non vedo film di supereroi dal primo Batman di Tim Burton. Hanno rovinato il cinema e anche la cultura in generale. Anni fa ho detto che mi sembrava un segnale preoccupante vedere centinaia di migliaia di adulti in fila per vedere personaggi creati 50 anni fa per intrattenere i 12enni. Sembrava uno sfruttamento della volontà di fuga dalle complessità del mondo moderno e della nostalgia per l’infanzia. Mi sembrava pericoloso, era un modo per rendere infantile la popolazione.
Alan Moore ha poi proseguito analizzando la situazione del mondo dopo il successo dei cinecomic.
Potrebbe essere solo una coincidenza, ma nel 2016, quando gli americani hanno eletto un satsuma (agrume arancione) nazionalsocialista e la Gran Bretagna ha votato per lasciare l’Unione Europea, sei dei dodici film con i maggiori incassi erano film di supereroi. Non voglio dire che una cosa abbia provocato l’altra, ma credo che siano entrambi sintomi dello stesso problema: un rifiuto della realtà e una brama di soluzioni semplicistiche e sensazionalistiche.
Alan Moore non ha criticato solo questo modo di far cinema, ma anche il mondo del fumetto
Alan Moore è autore di graphic novel famosissime come Watchmen, V for Vendetta e From Hell ed ha collaborato a lungo con la Marvel e la DC comics. Nonostante questo crede che il genere del fumetto stia andando oltre la funzione per cui è stato creato.
Non sono più interessato ai fumetti, non voglio più averci a che fare. Facevo fumetti da circa 40 anni, quando mi sono ritirato. Quando entrai nel settore, la grande attrattiva stava nel fatto che si trattava di un mezzo di comunicazione rozzo, creato per intrattenere la gente della classe operaia, in particolare i bambini. Il modo in cui il settore è cambiato, ora ci sono le graphic novel, che hanno prezzi da pubblico borghese. Non ho nulla contro la borghesia, ma il fumetto non è stato pensato per hobbisti di mezz’età. È stato pensato per persone che non hanno molti soldi.
Oltre ai cinecomic secondo è proprio il fumetto ad aver reso più infantili le persone
C’erano decine di titoli di giornali che dicevano che il fumetto era “cresciuto”. Ma, a parte un paio di fumetti specifici, non era davvero così. Questa cosa avvenne negli anni Ottanta, con le graphic novel. La gente voleva continuare a leggere fumetti come aveva sempre fatto, e ora poteva farlo in pubblico sentendosi sofisticata perché non stava leggendo un fumetto da bambini e non veniva vista come subnormale.
Quando uscirà The show?
Il film è stato presentato il 12 ottobre al Sitges Film Festival e verrà distribuito in Gran Bretagna nel 2021. Non si conosce al momento la data di distribuzione internazionale.
Voi credete che Alan Moore abbia ragione? O forse il fumettista è stato troppo duro? Dite la vostra nei commenti.
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Luca Miglietta