La scena finale di Mine vaganti di Ferzan Özpetek

La scena finale di Mine vaganti di Ferzan Özpetek

La scena finale di Mine vaganti di Ferzan Özpetek

“Chi lo sa se questi luoghi avranno memoria di me” così inizia il discorso della nonna

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La scena finale di le Mine vaganti che ha come protagonista Ilaria Occhini
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Nella scena finale di Mine vaganti di Ferzan Özpetek sentiamo “chi lo sa se questi luoghi avranno memoria di me”. Così inizia il discorso della nonna poi continuato dal nipote Tommaso Cantone. Il discorso della nonna che sentiamo nella toccante e poetica scena finale di Mine vaganti per alcuni è uno dei migliori del cinema italiano del ventunesimo secolo. Ora vi parlerò del discorso della nonna nella scena finale di Mine vaganti. Se non avete visto il film però non andate avanti perché questo articolo contiene molti spoiler sulla pellicola.

La nonna pur affetta da da diabete mellito, mangia un’enorme quantità di dolci che la porta alla morte. Lei essendo la maggiore azionista del pastificio, nelle sue ultime volontà lo lascia al nipote Antonio, che così dovrà rientrare in famiglia. La nonna raccomanda a ciascun membro della famiglia di essere sé stesso e di rispettare la diversità altrui. Durante il suo funerale passato e presente si fondono in una scena quasi onirica. La nonna ritrova così il suo amato Nicola, fratello di suo marito e suo unico vero amore, Vincenzo e Antonio sembrano riappacificarsi, mentre Tommaso guarda ballare Marco e Alba e, dopo aver accennato un sorriso, se ne va.

Chi lo sa se questi luoghi avranno memoria di me, il discorso toccate nella scena finale di Mine vaganti di Ferzan Özpetek

Ecco come inizia il discorso della nonna nella scena finale di Mine vaganti di Ferzan Özpetek.

Chi lo sa se questi luoghi avranno memoria di me. Se le statue, le facciate delle chiese, si ricorderanno il mio nome. Voglio camminare un’ultima volta per queste strade che mi hanno accolto tanti anni fa quando tutti mi chiamavano “la toscana”. Voglio vedere le pietre gialle, tutta quella luce che ti toglie il respiro. Se le strade conserveranno il rumore dei miei passi. La mia città, la città di Lecce, la devo salutare prima di partire.

Ai miei nipoti Antonio, Elena e Tommaso lascio tutto quello che ho ma le terre quelle voglio che sia Antonio ad averle. Devi tornare qui Antonio, perché è qui che appartieni, avrai la terra, la forza che vive quando noi moriamo. Tu Luciana avrai tutto quello che ti serve ma devi farti un po’ di coraggio, i ladri non devono passare per forza dalla finestra. Quella è pure casa tua. Voi, Vincenzo e Stefania, non c’è niente che potete fare per non amare Antonio. La terra non può volere male all’albero.

Tommaso, scrivi di noi, la nostra storia, la nostra terra, la nostra famiglia, quello che abbiamo fatto di buono e soprattutto quello che abbiamo sbagliato, quello che non siamo riusciti a fare perché eravamo troppo piccoli per la vita che è così grande. La mina vagante se ne è andata. Così mi chiamavate pensando che non vi sentissi. Ma le mine vaganti servono a portare il disordine, a prendere le cose e a metterle in posti dove nessuno voleva farcele stare, a scombinare tutto, a cambiare i piani.

I protagonisti di Mine vaganti

Mine vaganti è un film diretto nel 2010 da Ferzan Özpetek. La pellicola è interpretata da un cast corale, che comprende attori come Riccardo Scamarcio, Lunetta Savino, Elena Sofia Ricci, Ilaria Occhini, Nicole Grimaudo, Alessandro Preziosi, Ennio Fantastichini e Daniele Pecci. A interpretare Tommaso Cantone è Riccardo Scamarcio, mentre Ilaria Occhini da il volto alla Nonna.

Il film, scritto da Özpetek e Ivan Cotroneo, affronta il tema della famiglia. Özpetek traccia il ritratto di una famiglia pugliese contemporanea cercando di far cadere una serie di luoghi comuni molto radicati nella società italiana. Mine vaganti ha ottenuto 13 candidature ai David di Donatello del 2010, vincendo due statuette per i migliori interpreti non protagonisti Ilaria Occhini ed Ennio Fantastichini. La pellicola ha vinto anche il Premio Speciale della Giuria al Tribeca Film Festival e 5 Nastri d’argento.

Le altre frasi intense di Mine vaganti

Il discorso nella scena finale di Mine vaganti non è l’unica parte poetica del film. Molte sono infatti le frasi intense di Mine vaganti e per questo vene propongo alcune.

Ci hai mai tenuto a una persona come si tiene a un braccio tuo o a una gamba tua? Perché se no non puoi capire tutto quello che ho fatto… Io così ci tengo a Michele: come a questa mano.

È più faticoso stare zitti, che dire quello che si pensa.

Gli amori impossibili non finiscono mai. Sono quelli che durano per sempre.

Guarda che se ti chiamano il principe del foro non è perché sei bravo in tribunale.

Ho passato con lui tutta la vita, stava con me anche quando non c’era… nella mia testa io dormivo con lui e con lui mi svegliavo la mattina. Tutti questi anni non ho mai cessato di amarlo, è stata una cosa bella ma insopportabile. Gli amori impossibili non finiscono mai, sono quelli che durano per sempre.

Invece è vero, sono strana. Non riesco ad avvicinarmi agli altri, tengo tutto a distanza e poi sono piena di fissazioni e di manie.

Ma tuo figlio si sposa con Caterina “spiaggia libera”? Sai perché la chiamavano spiaggia libera? Perché dicevano che tutti passavano e ci ficcavano l’ombrellone.

Non devi avere paura di lasciare, perché quello che conta non ti lascia mai

Nicola mi ha insegnato la cosa più importante di tutte… a sorridere quando stai male, quando dentro vorresti morire. Non siate tristi per me quando non sentite la mia voce in casa, la vita non è mai nelle nostre stanze… moriamo, e poi torniamo… Come tutto.

Tommaso, se uno fa sempre quello che gli chiedono gli altri non vale la pena di vivere.

Quel tempo che ci sembrava infinito si sta per esaurire

La scena finale di Mine vaganti è commovente e intensa

Non trovate anche voi poetico il discorso nella scena finale di Mine vaganti che inizia con “chi lo sa se questi luoghi avranno memoria di me”? Cosa ne pensate? Se non avete visto il film lo trovate sulle principali piattaforme streaming. Merita vederlo anche solo per godersi la poesia della scena finale di Mine vaganti.

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Luca Miglietta

Pubblicato da Luca Miglietta

Luca Miglietta, classe 1988, nato a Torino, appassionato di cinema e di tutto il mondo che lo circonda. Cresciuto fin da piccolo con la passione per il grande schermo guardando saghe come Ritorno al Futuro, Star Wars ed Indiana Jones. Difficile dire quale sia il mio film preferito in assoluto, perché generalmente non mi affeziono a un singolo film a parte quelli sopracitati che sono legati alla mia infanzia. Se dovessi però dirne qualcuno penserei a: Blade Runner, Terminator o Apocalypse Now. Non amo solamente il cinema, ma anche la letteratura e la fotografia.