Vera storia di Tonya Harding, tra finzione e realtà

Vera storia di Tonya Harding, tra finzione e realtà

La vera storia di Tonya Harding, pattinatrice di cui si parla nel film con Margot Robbie

Cosa c’è di vero nel film biografico di Craig Gillespie e cosa è frutto dell’immaginazione degli sceneggiatori

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Una scena di Tonya, che ha come protagonista Margot Robbie
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Conoscete la vera storia di Tonya Harding? Nel film biografico del 2017, diretto da Craig Gillespie la famosa pattinatrice americana è interpretata dalla bellissima Margot Robbie. Tra gli altri attori anche Sebastian Stan nel ruolo Jeff Gillooly, il primo marito della pattinatrice, Allison Janney della madre LaVona Golden, Julianne Nicholson di Diane Rawlinson ed infine Bobby Cannavale in quelli di Martin Maddox.

Il film Tonya fa una accurata descrizione della vita della Harding dall’ascesa nel pattinaggio artistico fino a quando nel 1994 è protagonista di uno dei più grandi scandali sportivi degli Stati Uniti. Lei, Jeff Gillooly e Shawn Eckhardt vengono accusati di aver assunto due uomini per aggredire la pattinatrice rivale Nancy Kerrigan, dopo una sessione di allenamento. I due colpiscono con una spranga al ginocchio destro la Kerrigan. Gillooly disse di aver agito per conto della ex moglie allo scopo di toglierle di mezzo una rivale pericolosa per i Giochi olimpici invernali di Lillehammer.

La pellicola racconta fedelmente la storia della pattinatrice dai suoi primi passi alla pista di pattinaggio sul ghiaccio di Portland. Il regista si è preso però alcune libertà creative ed ha ignorato alcuni aspetti della vita della pattinatrice. Ci sono però elementi che pur drammatici sono tristemente veri, come ad esempio la descrizione di LaVona Golden la crudele madre di Tonya, una donna priva di affetto verso la figlia. Ci sono elementi incredibili che, pur sembrando frutto dell’immaginazione, sono veri, ad esempio Shawn Eckhardt ha davvero affermato di essere un esperto di antiterrorismo e controspionaggio e si era vantato con tutti di ciò che aveva fatto.

Vera storia di Tonya Harding, cosa è vero di quello che viene descritto nel film biografico

La madre di Tonya è stata probabilmente protagonista di episodi di violenza nei confronti della figlia

In film descrive in maniera impeccabile la vera storia di Tonya Harding, lo testimonia l’accuratezza con cui si parla della rapporto con la madre. LaVona Golden è stata verosimilmente protagonista di alcuni episodi di violenza nei confronti della figlia. Almeno due persone ad esempio hanno affermato di aver visto la Golden colpire Tonya con una spazzola per capelli. Era vera anche l’insistenza della madre perché la figlia continuasse a esercitarsi senza pause per andare in bagno. Lei per questo motivo doveva urinare sul ghiaccio, si arrivava addirittura a questo punto.

La madre in queste occasioni diceva ad esempio frasi come:

Ho pagato per farti allenare, quindi rimarrai sul ghiaccio e ti allenerai.

Nel film si vede LaVona Golden andare a casa di Tonya per darle conforto dopo le accusa del 1994, ma mentre l’abbraccia la pattinatrice scopre un registratore nella sua tasca. I poliziotti l’avevano infatti mandata per estorcere la verità alla figlia. Questo episodio a differenza che nel film si è però verificato su una pista di pattinaggio e non a casa della Harding.

Ci sono però alcuni episodi di crudeltà verso la figlia da parte della Golden, descritti nel film, che potrebbero essere stati inventati per farla sembrare ancora più cattiva. Ad esempio la scena in cui la madre paga un uomo 5 dollari per disturbare la Tonya durante i Campionati degli Stati Uniti del 1991. Un altro episodio che forse non si è verificato nella realtà è quello in cui la madre lancia un coltello contro la figlia durante una rissa a tavola, ferendole il braccio.

Il fratellastro Chris Davison era molto peggio nella vita reale

Il film descrivendo la vera storia di Tonya Harding, racconta della sua infanzia difficile con una madre violenta e prepotente e il suo perverso fratellastro maggiore, che nella pellicola è semplicemente conosciuto come “Creepy Chris” (inquietante Chris).

Nel film vediamo Chris solamente in una scena, in cui palpeggia il seno a Tonya, poi non viene mai più visto o menzionato. Tonya nella realtà, quando aveva solo quindici anni, subì molestie dal fratello ventiseienne, come si può leggere sulla pagine di Vulture. Chris Davison molestò spessissimo la sorellastra, ma l’episodio più grave accadde la sera del primo appuntamento tra Tonya e Jeff Gillooly, colui che successivamente diventerà il marito.

Vedendola vestita in maniera elegante per la serata con Jeff, Chris provò a baciare Tonya ma la ragazza si ritrasse, minacciandolo con il ferro arriccia capelli. Subito dopo la ragazza scappò e si chiuse in bagno, ma il fratello la raggiunse e sfondò la porta. Tonya però riuscì a scappare via e a chiamare la polizia che arrestò il fratellastro quella stessa notte. Ha inoltre colpito il suo fratellastro con una mazza da hockey quando la inseguiva.

I poliziotti hanno arrestato Davison, che ha trascorso un po’ di tempo in prigione ed è morto alla fine degli anni ’80 quando è stato investito da un pirata della strada, secondo il Seattle Times. Non sorprende che poi Tonya Harding non abbia partecipato al suo funerale.

La madre anche in questo caso non ha preso le parti della figlia

La madre si è dimostrata una persona orribile anche nel parlare delle molestie di Chris Davison verso la figlia. Aveva infatti preso le difese di Chris, parlando del fatto che la figlia aveva la tendenza ad inventarsi le cose.

Non metterei in dubbio Chris. Tonya ha una vivida immaginazione. Ha la tendenza a raccontare storielle.

Il rapporto tra la Harding e il suo primo allenatore

Nella pellicola Tonya Harding affronta i giudici che le hanno dato un punteggio inferiore al previsto e impreca contro uno di loro. Poi vede la sua allenatrice Diane Rawlinson, che non è contenta del suo comportamento. Tonya accusa Diane di non essere abbastanza solidale con lei e la licenzia. Come racconta Vulture invece il cambio di allenatore è stato molto amichevole.

Il cambio di allenatore non ha nulla a che vedere con gli atteggiamenti della Harding come ha detto anche la stessa Rawlinson a Sport Illustrated.

Non funzionava. Tonya non si allenava e non stava raggiungendo gli obiettivi che si era prefissata. Così l’ho passata a Dody.

Anche la scena in cui la pattinatrice riassume Diane Rawlinson prima delle Olimpiadi invernali del 1994 non è davvero accaduta nella vera storia di Tonya Harding. La Harding ha scritto nella sua autobiografia intitolata “The Tonya Tapes” di aver di nuovo collaborato con la sua ex allenatrice solo perché il suo marito di allora voleva che lo facesse.

La carriera pugilistica di Harding non è stata così male come sembrava nel film

La pellicola si concentra principalmente sulla carriera di pattinaggio artistico di Tonya Harding e sullo scandalo che l’ha distrutta e non dedica molto spazio ad altre situazioni della sua vita. Ad esempio parla poco della sua carriera da pugile professionista. Nel film vediamo la Harding affrontare alcune donne e fa intendere che la sua carriera di pugile sia stata un completo fallimento, ma in realtà non è stata così pessima.

L’asma

La donna si era poi ritirata dalla a causa della sua asma. Nella pellicola del resto si parla del suo problema alle vie respiratorie, lo si può notare quando Tonya usa un inalatore tra un round e l’altro durante gli incontri di boxe.

Avete visto il film? Conoscevate la vera storia di Tonya Harding? Una storia molto triste descritta in un film molto bello e drammatico.

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Luca Miglietta

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Pubblicato da Luca Miglietta

Luca Miglietta, classe 1988, nato a Torino, appassionato di cinema e di tutto il mondo che lo circonda. Cresciuto fin da piccolo con la passione per il grande schermo guardando saghe come Ritorno al Futuro, Star Wars ed Indiana Jones. Difficile dire quale sia il mio film preferito in assoluto, perché generalmente non mi affeziono a un singolo film a parte quelli sopracitati che sono legati alla mia infanzia. Se dovessi però dirne qualcuno penserei a: Blade Runner, Terminator o Apocalypse Now. Non amo solamente il cinema, ma anche la letteratura e la fotografia.