Disturbo dissociativo di identità al cinema

Disturbo dissociativo di identità al cinema

Disturbo dissociativo di identità al cinema

La storia di Eve raccontata nel film La donna dai tre volti

Disturbo dissociativo di identità al cinema. La donna dai tre volti, 1957, Nunnally Johnson, Joanne Woodward
Una scena di La donna dai tre volti che ha come protagonista Joanne Woodward
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Oggi vi parlo del disturbo dissociativo di identità al cinema e del film La Donna dai Tre Volti. Il disturbo dissociativo dell’identità una volta era chiamato “disturbo di personalità multipla”. E’ un tipo di disturbo dissociativo che provoca 2 o più tipi di personalità che si alternano. Negli anni Cinquanta i due psichiatri Corbett Thigpen e Hervey Cleckley pubblicarono il libro: “The Three Faces of Eve“, dove documentarono la vita di Eve, una donna affetta dal disturbo da Personalità Multipla. Eve non era il suo vero nome perché usarono uno pseudonimo.

Il disturbo dissociativo di identità in quegli anni era ancora quasi del tutto sconosciuto e questo caso destò stupore anche tra i non addetti ai lavori. In questi libro si parlava di una paziente che manifestava la presenza di tre personalità ben distinte. Personalità che avevano tre differenti nomi, Eve White, Eve Black e Jane ed anche comportamenti diversi, nettamente distinti tra di loro.

Una delle tre personalità, Black Eve, era quella spregiudicata e disinvolta. Era sicura di sé nell’abbigliamento, nei modi di fare ed era la personalità della donna più tendente al divertimento e allo svago. Eve White era l’esatto opposto perché era diffidente verso il prossimo e rimaneva spesso in silenzio in disparte. Jane era invece quella che bilanciava le altre due personalità così differenti tra di loro. Le sue diverse personalità erano tutte consapevoli dell’esistenza delle altre e spesso in conflitto.

Disturbo dissociativo di identità al cinema e la storia di Eve

Eve era una donna di circa 25 anni ed era madre di una bambina. La madre, colpita da una forte emicrania, assunse un giorno l’identità di Black Eve e tentò di strangolare la figlia. Insomma non una bella esperienza per la bambina. Secondo gli psichiatri le personalità erano nate probabilmente in seguito a traumi subiti dalla paziente.

Formularono alcune ipotesi su cosa aveva provocato il suo disturbo dissociativo di identità: l’aver visto da bambina il cadavere di un uomo annegato, i tagli avuti dalla madre dopo la rottura di una bottiglia di vetro e il corpo di un uomo tagliato a metà nella segheria della cittadina dove viveva. Insomma situazioni che possono impressionare molto la mente dei giovani.

Si parla di disturbo dissociativo di identità al cinema nel 1957, quando il regista Nunnally Johnson porta sul grande schermo il film La Donna dai Tre Volti basato sul libro “The Three Faces of Eve“. Il film quindi si ispira alla vera storia della povera Eve, interpretata da una bravissima Joanne Woodward. L’attrice per la parte vinse non solo l’Oscar nel 1958 come miglior attrice, ma anche il Golden Globe. La Donna dai Tre Volti contribuì a far conoscere al pubblico il disturbo dissociativo di identità uscendo al cinema.

Gli altri casi di Disturbo dissociativo di identità

Successivamente ci furono molti altri casi documentati di disturbo dissociativo di identità, ma quello di Eve fu il primo a diventare famoso grazie ai due psicologici che lo documentarono in un libro. Un testo che ebbe il merito di rendere riconoscibile ed identificabile una condizione rara. Da quel momento in poi gli psicologi ebbero la possibilità di diagnosticare il disturbo dissociativo di identità nei loro pazienti.

Qual era la vera identità di Eve? Il vero nome della paziente si scoprì solo negli anni Settanta, quando una donna originaria della Carolina del Sud, scrisse il libro “I’m Eve“. Il suo nome era Christine Costner Sizemore e nel suo libro descrisse il suo caso, approfondendolo di interessanti particolari che non erano mai venuti alla luce. In “I’m Eve” raccontò anche di aver avuto un forte disagio dopo essere finita su tutti i media qualche anno prima, quando uscirono il film ed il libro dei due psicologi.

Christine Costner Sizemore nel 1988 scoprì che i diritti sulla storia della sua vita erano stati comprati dalla 20th Century Fox. La compagnia li aveva comprati dai suoi psichiatri e pensava di farne un film. Lei decise così di agire per vie legali, perché non venisse prodotta nessun’altra pellicola sulla sua vita. Una era già troppa e l’aveva nauseata abbastanza!

Gli altri film

Si parla di disturbo dissociativo di identità al cinema in tanti altri film. Tra questi Psycho (1960), Schegge di Paura (1997) e Fight Club (1999). Negli anni duemila son uscite molte pellicola che trattano indirettamente o direttamente questa tematica ad esempio: Io, me e Irene (2000), Mullholland Drive (2001), Two Sisters (2003), Secret Window (2004), L’uomo senza sonno (2004), Shutter Island (2010), Il Cigno Nero (2010), The Ward (2011) e Birdman (2014).

Conoscevate disturbo dissociativo di identità e il modo in cui se ne parla al cinema? Avrete sicuramente visto qualcuna di queste pellicole, quali? Conoscete persone che soffrono di disturbo dissociativo di identità? Raccontate la loro o la vostra esperienza.

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Luca Miglietta

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Pubblicato da Luca Miglietta

Luca Miglietta, classe 1988, nato a Torino, appassionato di cinema e di tutto il mondo che lo circonda. Cresciuto fin da piccolo con la passione per il grande schermo guardando saghe come Ritorno al Futuro, Star Wars ed Indiana Jones. Difficile dire quale sia il mio film preferito in assoluto, perché generalmente non mi affeziono a un singolo film a parte quelli sopracitati che sono legati alla mia infanzia. Se dovessi però dirne qualcuno penserei a: Blade Runner, Terminator o Apocalypse Now. Non amo solamente il cinema, ma anche la letteratura e la fotografia.