Dovevo essere una figlia, una moglie, una madre

Dovevo essere una figlia, una moglie, una madre

Dovevo essere una figlia, una moglie, una madre

Cosa scrive il famoso psicoterapeuta e saggista italiano

Dovevo essere una figlia, una moglie, una madre. Raffaele Morelli
Raffaele Morelli
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“Dovevo essere una figlia, una moglie, una madre e una lavoratrice perfetta e instancabile”. Lo scrive Raffaele Morelli. Molte donne si riconosceranno nelle parole del famoso psichiatra, psicoterapeuta, filosofo e saggista italiano. Forse lo conoscerete perché a partecipato anche a numerose trasmissioni televisive sia della RAI che di Mediaset. Molte sono inoltre le sue partecipazioni a programmi radiofonici.

Raffaele Morelli ha sempre dato preziosi consigli su come amare se stessi e gli altri. Lui ha sempre indagato sulla complessiate dell’anima umana e per questo si è sempre appassionato alla letteratura ed al cinema. Ora vi parlerò di quello che scrive quando riflette su una donna che dice: “dovevo essere una figlia, una moglie, una madre”.

Dovevo essere una figlia, una moglie, una madre e una lavoratrice perfetta e instancabile, tutto doveva funzionare insieme senza intoppi

Ecco il pensiero completo di Morelli quando descrive: “dovevo essere una figlia, una moglie, una madre e una lavoratrice perfetta e instancabile”.

Dovevo essere una figlia, una moglie, una madre e una lavoratrice perfetta e instancabile, tutto doveva funzionare insieme senza intoppi, piuttosto preferivo arrivare la sera col batticuore e mal di testa, ma dovevo dirmi a fine giornata: “Brava, non hai deluso nessuno, nemmeno te stessa! E quindi rinunce su rinunce negando i miei desideri. Poi il mio corpo ha iniziato a darmi dei segnali importanti di disagio.

Ho capito che dovevo cambiare rotta, che perfezione e razionalità non vogliono dire felicità.” Si può passare l’intera vita a dire:”Devo essere così”, a inseguire un modello. E a rimproverarsi: “Sono una sciocca, perché non ci riesco? Perché sbaglio?” Ma è proprio il modello di perfezione che non ci appartiene a creare tutte le lotte interiori e a farci stare male con noi stessi. I più pericolosi sono i percorsi di vita innaturali, gli obblighi presi per non deludere, i gesti che trattieni per paura del giudizio degli altri.

Dovevo essere una figlia, una moglie, una madre, continua..

Per adeguarci al modo di essere che pensiamo sarà accettato dagli altri, spesso finiamo per valutare come inadeguato ciò che emerge in noi: istinti, emozioni, desideri, parole, gesti… Ci sorvegliamo, ci vergogniamo, ci controlliamo, ci giudichiamo. Ma controllarsi per non sgarrare innesca una guerra interna che può sfociare in attacchi d’ansia e panico o depressione. Se c’è troppa distanza tra quel che ti piace e quel che fai, vuol dire che ciò che fai non è dettato da ciò che ti piace, ma dal tipo di persona che pensi di essere, e non sei.

La più grande malattia è proprio imporsi percorsi di vita innaturali. Ma dove c’è troppa forza, si innescherà la resistenza. Più cerco di guidarmi in modo forzato lontano dalla mia strada, più emergeranno disagi e sofferenza che cercano di riportarmi sul mio percorso. Perché l’inconscio cerca sempre la completezza e non tollera che qualche parte di noi vada perduta. “Doveri, doveri, doveri…Poi mi sono chiesta: e io?

Altre curiosità su Raffaele Morelli e altri pensatori

“Dovevo essere una figlia, una moglie, una madre”. Questo è quello che dice Raffaele Morelli. Cosa ne pensate? Quante di voi di ritrovano in questa descrizione? Dopo aver letto “dovevo essere una figlia, una moglie, una madre” e aver riflettuto sulle parole dello scrittore, potete leggere anche questi interessanti pezzi filosofici:

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Luca Miglietta

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Pubblicato da Luca Miglietta

Luca Miglietta, classe 1988, nato a Torino, appassionato di cinema e di tutto il mondo che lo circonda. Cresciuto fin da piccolo con la passione per il grande schermo guardando saghe come Ritorno al Futuro, Star Wars ed Indiana Jones. Difficile dire quale sia il mio film preferito in assoluto, perché generalmente non mi affeziono a un singolo film a parte quelli sopracitati che sono legati alla mia infanzia. Se dovessi però dirne qualcuno penserei a: Blade Runner, Terminator o Apocalypse Now. Non amo solamente il cinema, ma anche la letteratura e la fotografia.