Paolo Villaggio paroliere di Fabrizio De Andrè

Paolo Villaggio paroliere di Fabrizio De Andrè

Paolo Villaggio paroliere di Fabrizio De Andrè

Scrisse due celebri canzoni come “Il Fannullone” e “Carlo Martello Ritorna Dalla Battaglia Di Poitiers”

Paolo Villaggio paroliere di Fabrizio De Andrè. Fantozzi, 1975, Luciano Salce, Paolo Villaggio, Ugo Fantozzi, Autobianchi Bianchina
Una scena di Fantozzi, che ha come protagonista Paolo Villaggio
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Paolo Villaggio non è stato solo un grande attore italiano, ma anche il paroliere di Fabrizio De Andrè. Scrisse per il cantautore genovese due celebri canzoni come “Il Fannullone” e “Carlo Martello Ritorna Dalla Battaglia Di Poitiers“. Si tratta di due pezzi pubblicati nel 1963, su una base di stampo medievale.

Canzoni mai banali e con un messaggio anti sistema oltre che avere uno sfondo sociale. Paolo Villaggio e Fabrizio De Andrè erano molto amici fin dall’infanzia e lo restarono fino alla morte del cantautore. Ora capite perchè Paolo Villaggio è stato anche paroliere di Fabrizio De Andrè.

Il fannullone

Il Fannullone” racconta la storia di un uomo che decide di vivere la sua vita dormendo di giorno e vivendo di notte raccontando storie, lavorando e fuggendo da un lavoro in un ristorante. Si sposa e finisce tradito, ma con la moglie che torna da lui, cogliendo la libertà di cui ha scelto di godere. Nel testo sentiamo “Senza pretesa di voler strafare io dormo al giorno quattordici ore, anche per questo nel mio rione godo la fama di fannullone”.

Carlo Martello Ritorna Dalla Battaglia Di Poitiers

Il testo di “Carlo Martello Ritorna Dalla Battaglia Di Poitiers” non era stato riportato sulla prima edizione del disco perché giudicato troppo osceno. La canzone poi venne denunciata all’autorità giudiziaria per il linguaggio osceno. Il brano racconta l’atteso ritorno dell’eroe dalla battaglia che ardeva dal desiderio sessuale dopo una lunga e forzata astinenza dovuta alla guerra.

Il testo ha prima un linguaggio forbito e raffinato, poi uno più popolare e, a tratti, volgare, in particolare quando si concentra sull’incontro di Carlo Martello con una fanciulla popolana, che si rivela una prostituta. Lei chiede un conto troppo salato e il sovrano sorpreso ricorda che prima della sua partenza le tariffe delle prostitute erano più basse.

Paolo Villaggio paroliere di Fabrizio De Andrè, ecco i testi di “Il Fannullone” e “Carlo Martello Ritorna Dalla Battaglia Di Poitiers”

Il fannullone – Paolo Villaggio paroliere di Fabrizio De Andrè

Senza pretesa di voler strafare
io dormo al giorno quattordici ore
anche per questo nel mio rione
godo la fama di fannullone

ma non si sdegni la brava gente
se nella vita non riesco a far niente.

Tu vaghi per le strade quasi tutta la notte
sognando mille favole di gloria e di vendette
racconti le tue storie a pochi uomini ormai stanchi
che ridono fissandoti con vuoti sguardi bianchi

tu reciti una parte fastidiosa alla gente
facendo della vita una commedia divertente.

-Ho anche provato a lavorare
senza risparmio mi diedi da fare
ma il sol risultato dell’esperimento
fu della fame un tragico aumento

non si risenta la gente per bene
se non mi adatto a portar le catene.

Ti diedero lavoro in un grande ristorante
a lavare gli avanzi della gente elegante
ma tu dicevi -il cielo è la mia unica fortuna
e l’acqua dei piatti non rispecchia la luna

tornasti a cantar storie lungo strade di notte
sfidando il buon umore delle tue scarpe rotte.

-Non sono poi quel cagnaccio malvagio
senza morale straccione e randagio
che si accontenta di un osso bucato
con affettuoso disprezzo gettato

al fannullone sa battere il cuore
il cane randagio ha trovato il suo amore.

Pensasti al matrimonio come al giro di una danza
amasti la tua donna come un giorno di vacanza
hai preso la tua casa per rifugio alla tua fiacca
per un attaccapanni a cui appendere la giacca

e la tua dolce sposa consolò la sua tristezza
cercando tra la gente chi le offrisse tenerezza.

È andata via senza fare rumore
forse cantando una storia d’amore
la raccontava ad un mondo ormai stanco
che camminava distratto al suo fianco

lei tornerà in una notte d’estate
l’applaudiranno le stelle incantate

rischiareranno dall’alto i lampioni
la strana danza di due fannulloni
la luna avrà dell’argento il colore
sopra la schiena dei gatti in amore.

Paolo Villaggio paroliere di Fabrizio De Andrè. Fantozzi, 1975, Luciano Salce, Paolo Villaggio, Ugo Fantozzi, Gigi Reder, ragionier Filini
Una scena di Fantozzi, che ha come protagonisti Paolo Villaggio e Gigi Reder

Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers – testo – Paolo Villaggio paroliere di Fabrizio De Andrè

Re Carlo tornava dalla guerra
Lo accoglie la sua terra cingendolo d’allor.
Al sol della calda primavera
Lampeggia l’armatura del Sire vincitor.

Il sangue del Principe e del Moro
Arrossano il cimiero d’identico color
Ma più che del corpo le ferite
Da Carlo son sentite le bramosie d’amor.

“Se ansia di gloria, sete d’onore
Spegne la guerra al vincitore
Non ti concede un momento per fare all’amore.
Chi poi impone alla sposa soave
Di castità la cintura ahimé è grave
In battaglia può correre il rischio di perder la chiave”.

Così si lamenta il re cristano
S’inchina intorno il grano, gli son corona i fior.
Lo specchio di chiara fontanella
Riflette fiero in sella dei Mori il vincitor.

Quand’ecco nell’acqua si compone
Mirabile visione il simbolo d’amor
Nel folto di lunghe trecce bionde
Il seno si confonde ignudo in pieno sol.

“Mai non fu vista cosa più bella
Mai io non colsi siffatta pulzella”
Disse re carlo scendendo veloce di sella.
“Deh, cavaliere non v’accostate
Già d’altri è gaudio quel che cercate
Ad altra più facile fonte la sete calmate”.

Sorpreso da un dire sì deciso
Sentendosi deriso re Carlo s’arrestò
Ma più dell’onor poté il digiuno
Fremente l’elmo bruno il sire si levò.

Codesta era l’arma sua segreta
Da Carlo spesso usata in gran difficoltà
Alla donna apparve un gran nasone
Un volto da caprone, ma era Sua Maestà.
“Se voi non foste il mio sovrano”
Carlo si sfila il pesante spadone
“Non celerei il disio di fuggirvi lontano.
Ma poiché siete il mio signore”
Carlo si toglie l’intero gabbione
“Debbo concedermi spoglia ad ogni pudore”.

Cavaliere lui era assai valente
Ed anche in quel frangente d’onor si ricoprì
E giunto alla fin della tenzone
Incerto sull’arcione tentò di risalir.

Veloce lo arpiona la pulzella
Repente una parcella presenta al suo signor
“Deh, proprio perché voi siete il sire
Fan cinquemila lire, è un prezzo di favor”.
“E’ mai possibile, porco d’un cane,
Che le avventure in codesto reame
Debban risolversi tutte con grandi puttane.
Anche sul prezzo c’è poi da ridire
Ben mi ricordo che pria di partire
V’eran tariffe inferiori alle tremila lire”.

Ciò detto, agì da gran cialtrone
Con balzo da leone in sella si lanciò
Frustando il cavallo come un ciuco
Tra i glicini e il sambuco il re si dileguò.

Re Carlo tornava dalla guerra
L’accoglie la sua terra cingendolo d’allor.
Al sol della calda primavera
Lampeggia l’armatura del sire vincitor.

Ballata di Fantozzi

Paolo Villaggio, forse è più noto ai più per aver cantato la “Ballata di Fantozzi“, ovvero la canzone scritta da Leo Benvenuti, Piero De Bernardi e Fabio Frizzi che fa da tema principale del film Fantozzi, uscito nel 1975, in cui si racconta proprio la storia del Ragionier Ugo, dalla sveglia alla poltrona di pelle umana, con quello “uacciuuariuari” che bene o male conoscono in tanti.

Testo ballata di Fantozzi

Fantozzi Ragionier Ugo.
Matricolo 1001/bis
Dell’Ufficio Sinistri

Lei venghi qua!
(Sì, signor megadirettore!)
No vadi là!
…E si muovi!!
(Ah! Hanno messo la parete a vetrii!)

Sveglia e caffè
Barba e bidé
Presto che perdo il tram
Se il cartellino
Non timbrerò…
(Fantozzi!)

No! Crocefisso in sala mensa no!
Mi vergogno… ma che umiliazione pubblica…
E poi mi si intrecciano i diti!La mille e tre
Frigo e Buffet
L’elettro dei Frappé
Più la moquette
Poi la roulotte
(Le ratee… 16 kili e 700 di cambiali!)

Sì direttore
Conte ingegner
Sire sua Santità!
(In ginocchio!)
Faccia di me
Quello che vuol…
(Ahia!)

Sottoscrizione regalo al megapresidente galattico!
Ma che gli facciamo quest’anno?
Una bella poltrona in pelle umana!
Bellaa! Bell’idea!
Ma non sempre la miaaa.
Ma perché sempre la mia.

Di giorno qui
Sera TV
Sempre sarà così.
Indennità
Anzianità
(Che noia!
Oggi così Lunedi o Venerdi?)

Giorno verrà
Che lo farà
Fantozzi volerà.
(Ragioniereee!)
Monti e città
L’immensità
(Svegliarsi!)

Una craniata pazzasca!
Ma perché Fantozzi fa solo tragiche rime?
Bozzi, cozzi, singhiozzi.
No direttore non mi strozzi…
Basta se no io…
Fantozzi fa anche rima con abbozzi!
E’… E’ giusto…
Come strozza bene leiiii!

Paolo Villaggio è stato un artista a tutto tondo

Probabilmente conoscevate una delle due canzoni, ma non sapevate che l’autore era il comico genovese, diventato famoso per aver interpretato il ragionier Ugo Fantozzi. Che Paolo Villaggio avesse fatto da paroliere di Fabrizio De Andrè alcuni di voi non lo avrebbero mai immaginato!

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Luca Miglietta

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Pubblicato da Luca Miglietta

Luca Miglietta, classe 1988, nato a Torino, appassionato di cinema e di tutto il mondo che lo circonda. Cresciuto fin da piccolo con la passione per il grande schermo guardando saghe come Ritorno al Futuro, Star Wars ed Indiana Jones. Difficile dire quale sia il mio film preferito in assoluto, perché generalmente non mi affeziono a un singolo film a parte quelli sopracitati che sono legati alla mia infanzia. Se dovessi però dirne qualcuno penserei a: Blade Runner, Terminator o Apocalypse Now. Non amo solamente il cinema, ma anche la letteratura e la fotografia.