Luca Ward e Pulp Fiction

Luca Ward e Pulp Fiction

Luca Ward e Pulp Fiction

Il doppiatore racconta come ha dato la voce a Samuel L. Jackson

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Luca Ward
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Luca Ward è molto legato a Pulp fiction, famoso film di Quentin Tarantino. Nella pellicola il famoso doppiatore presta la voce a Jules Winnfield, che è interpretato da Samuel L. Jackson. Luca Ward ha doppiato molti attori e alcune interpretazioni sono magistrali come ad esempio dare voce a Russell Crowe ne Il gladiatore, ma il doppiaggio di Jules in Pulp fiction è qualcosa che rimarrà nella storia.

La voce originale di Samuel L. Jackson non si sposa bene con quella di Luca Ward, ma nonostante questo il doppiatore ha creato un timbro che ha contribuito il successo in Italia di Pulp fiction. Celebre è il suo monologo: “Ezechiele 25,17. Il cammino dell’uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità..”.

Luca Ward non ha solo doppiato Jules in Pulp fiction e Russell Crowe in Il gladiatore e in A Beautiful mind. Ha dato la voce anche a Keanu Reeves nella saga di Matrix e Pierce Brosnan nella serie di James Bond. Se volete maggiori informazioni sul film di Quentin Trantino le trovate nella recensione: Pulp fiction.

Luca Ward è molto legato a Pulp Fiction

Luca Ward racconta così il periodo in cui ha doppiato Pulp fiction: “avevo 34 anni quando ho doppiato Pulp Fiction, ero un ragazzino”. Inoltre Luca Ward era molto teso per quella importante opportunità di lavorare in una produzione come Pulp fiction: “quando sono entrato in sala quel giorno, mi ha preso un accidente. In primis perché ho visto la bravura di quel colosso di Samuel L. Jackson e poi mi son detto: ‘Ma io come faccio a doppiare questo qua?'”.

Gli diede una mano un collega: “Pino Colizzi, il direttore del doppiaggio nonché voce di Michael Douglas, mi disse: ‘Non ti preoccupare, ti conosco abbastanza bene, vedrai che farai un ottimo lavoro’. Poi Luca Ward parla del famoso monologo di Pulp fiction: “i due monologhi Ezechiele 25 17 furono incisi entrambi di notte, perché all’epoca io facevo contemporaneamente Pulp Fiction, il Corvo e Golden Eye. Non sapevo dove dare il resto”.

Poi Luca Ward continua a parlare di Pulp fiction: “quei monologhi hanno un solo tempo, fu buona la prima in tutti e due i casi, non c’è stata una seconda prova. E’ stato culo, devo ammetterlo. Era molto difficile farlo. Mi ricordo di aver ascoltato Samuel un paio di volte recitare i monologhi e poi ho detto a Pino: ‘Dai incidi che è tardi’. Ed è venuta bene. Erano indubbiamente altri tempi e soprattutto altri modi di lavorare”.

Luca Ward non parla solo del doppiaggio e di Pulp Fiction, ma anche degli altri mestieri

Il doppiatore parla anche di cosa voleva dire doppiare a quei tempi: “ricordo che all’epoca per trovare la giusta battuta, la giusta frase, i giusti tempi, ci potevano volere ore o addirittura giorni”. Luca Ward spiega che ci volle molto a doppiare Pulp fiction: “quel film lo doppiammo in due mesi…oggi lo stesso film te lo fanno doppiare in 5 giorni e il risultato non potrà mai essere quello”. Insomma al giorno d’oggi si fanno doppiaggi più scadenti.

Luca è figlio d’arte, perché suo padre Aleardo Ward era un attore e doppiatore televisivo che spesso faceva spettacoli teatrali e radiofonici. Grazie al padre Luca entrò fin da giovane a contatto con il mondo del cinema. Luca Ward però per un certo periodo abbandono lo spettacolo, preoccupato dal fatto che vedeva questo mondo come qualcosa di aleatorio e voleva fare qualcosa di più solido.

Luca Ward spiega come è finito a fare questo mestiere: “nel mondo del doppiaggio son finito quasi per caso. Ho fatto un sacco di mestieri, anche molto umili. Ho venduto le bibite sugli spalti di Vallelunga, ho fatto il restauratore di mobili antichi, ho lavorato come benzinaio, il facchino, i traslochi. Tutto quello che poteva portare dei soldi a casa anche perché mio padre morì quando avevo 13 anni e quindi io e i miei fratelli ci siamo dovuti dare da fare”.

Luca Ward fece anche il camionista

Elencando i mestieri che ha fatto Luca Ward racconta: “poi iniziai a lavorare come camionista tramite questo amico che faceva questi mega viaggi a Bagdad e a Teheran. Era difficile, si rischiava anche la vita, ma lo feci con grande piacere e dignità, mi sono divertito e mi ha insegnato tanto”. Poi dopo uno dei tanti viaggi fece un incontro importante: “un giorno, dopo essere tornato da Bagdad andai come solito a fare colazione in piazza del popolo a Roma. Quella mattina passò al bar Pino Locchi, la voce di Sean Connery”.

Luca Ward racconta: “non ci vedevamo da un po’ e mi disse: “ciao come stai, che stai a fa?’ Gli risposi: ‘niente son qui a fare colazione, sono appena tornato dall’Iraq'”. E Pino Locchi gli chiese sorpreso: “L’Iraq?! E che sei andato a fare in Iraq?”. Luca Ward gli spiegò che faceva il camionista. Pino Locchi allora gli disse: ” Il camionista?? Ma tu non devi fare il camionista, devi fare l’attore! ma che stai a di?! Guarda, sto andando in uno stabilimento in via Margutta per lavoro, tra un quarto d’ora raggiungimi”.

Luca Ward continua a raccontare: “prende e se ne va. Io mi chiesi: ‘ma perché ci dovrei andare?’ Un po’ la curiosità, un po’ il fatto che quello fu il mestiere di mio padre, di mio nonno e di mia nonna, mi dissi: ‘vabbè vado a salutare qualcuno’. Sono entrato la dentro e non sono più uscito. E sapete cosa c’era? Il doppiaggio”.

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Che ne pensate del doppiaggio di Luca Ward in Pulp fiction? Dopo aver letto di Luca Ward e Pulp fiction, potete dare un’occhiata anche a questi interessanti pezzi sul doppiatore romano e il film:

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Luca Miglietta

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Pubblicato da Luca Miglietta

Luca Miglietta, classe 1988, nato a Torino, appassionato di cinema e di tutto il mondo che lo circonda. Cresciuto fin da piccolo con la passione per il grande schermo guardando saghe come Ritorno al Futuro, Star Wars ed Indiana Jones. Difficile dire quale sia il mio film preferito in assoluto, perché generalmente non mi affeziono a un singolo film a parte quelli sopracitati che sono legati alla mia infanzia. Se dovessi però dirne qualcuno penserei a: Blade Runner, Terminator o Apocalypse Now. Non amo solamente il cinema, ma anche la letteratura e la fotografia.